La Borsa non brinda allo Stato Spa di Zeni

La Borsa non brinda allo Stato Spa Crollo degli scambi e indice in calo. La Fincasa, al debutto, perde il 20% La Borsa non brinda allo Stato Spa Neanche le privatizzazioni scuotono il listino MILANO. Niente da fare, in Borsa per la fine delle odiate partecipazioni statali nessuno ha stappato champagne. Niente botti. Nessun boom degli scambi e dei prezzi. Al contrario, gli scambi sono crollati. E l'indice ha chiuso con un insignificante -0,27%. Si temeva una giornata calda, ieri, in piazza Affari. Dopo l'annuncio di una manovra economica presentata per salvare l'Italia dal baratro, era attesa la risposta del mercato. Come l'avrebbe interpretata, la Borsa? Un brodino insufficiente a curare il moribondo? O una cura da cavallo? Ma più che sulla manovra, inutile nasconderlo, l'attesa era per l'annuncio a sorpresa della fine del sistema delle partecipazioni statali. Via le PpSs, via gli enti pubblici, trasformazione di Iri, Eni, Enel, Ina, Imi in altrettante Spa controllate da due nuove holding. E poi, chissà, largo alle privatizzazioni come in Francia, come in Gran Bretagna. Sogni? Forse. Gran caldo era atteso in piazza Affari. E caldo, fuori, nel primo vero giorno d'estate dopo tante piogge e nuovoloni, è stato. Caldo fuori. Non dentro, tra le grida, dove il sole non si è fatto vedere a rasserenare nessuno, men che meno i preoccupatissimi uomini di una Borsa sempre più scettica di fronte a tutto e a tutti. Così tocca a Maurizio Pinai di, amministratore delegato di Sim Comit, sintetizzare con il suo accento meneghino speranze e delusioni. «Prima tutti gridavano al lupo perché la manovra sembrava, dalle anticipazioni, troppo forte», spiega. «Adesso la criticano perché è troppo blanda, mah...». Non sa più cosa pensare, Pinardi. Più scettico, più deluso, più incerto Giovanni Svetlich della Sovardino. «Fatti nuovi non ne vedo - dice - se poi al governo daranno le leggi delega perle riforme delle pensioni, della sanità, chissà». E le privatizzazioni, Svetlich? «E' presto, troppo presto per capire se sono una cosa seria». Prevale l'attesa, insomma. Sulla carta, la manovra ha risparmiato le azioni, proprio come i Bot e i Cct. Ma come si fa, spiegano gli uomini della Borsa, a far salti di gioia. «Questa è una manovrina, acqua fresca, senza quei tagli alle spese che sarebbero stati necessari», pensano in coro. «Ma no, basta brontolare sempre, una manovra migliore di questa non la potevano fare», fa sapere dal suo studio in via Santo Spirito Urbano Aletti, vecchio guru. Spiega: «Non è una stangata, siamo sinceri, si tratta di sacrifici sopportabili». Certo, adesso, soprattutto per fare quelle privatizzazioni che hanno detto di voler fare, insiste Aletti, occorrerà un mercato attivo: «Occorreranno incentivi ma anche un più saggio comportamento delle società verso gli azionisti». Pro e contro. La Borsa si divide: brodino o cura da cavallo? Privatizzazioni bluff o pri¬ mo passo? Carlo Pastorino, altro grande di piazza Affari, tifa Amato: «Mi sembra che il governo abbia dato un taglio positivo alle privatizzazioni, basta che si decida a vendere il 51% delle aziende». Franco Cellino, presidente degli agenti di cambio torinesi, invece frena. Dice: «La manovra? Non avrà effetti positivi sul mercato perché non contiene alcuna agevolazione per la Borsa». E, intanto, tra un'opinione e l'altra ecco la forza dei numeri: al suo debutto in Borsa, Fincasa 44, ha lasciato sul terreno quasi il 20%. Collocata a 5600 lue, è stata quotata a 4500. «Ho fatto di tutto per ritardare a tempi migliori il debutto», è stato il commento di Benato Bocchi, l'azionista di maggioranza. Ma ahimè, aggiunge, chi poteva prevedere una patrimoniale sulla casa? Armando Zeni Attilio Ventura presidente del comitato direttivo degli agenti di cambio di Milano CHI FESA IMBORSA CAPITALIZZAZIONI DI GRUPPO PESENTI 2,3% PIRELL11,9% DE BENEDETT11,7% ORLANDO 0,4% ENI 7,1% SAN PAOLO 5,7% BANCA DI ROMA 4,4% LIGRESTI 2,4%

Persone citate: Aletti, Attilio Ventura, Benato Bocchi, Carlo Pastorino, Franco Cellino, Giovanni Svetlich, Maurizio Pinai, Pinardi, Urbano Aletti

Luoghi citati: Francia, Gran Bretagna, Italia, Milano, San Paolo