L'appetito aumenta «privatizzando»

L'appetito aumenta «privatizzando» Enti Spa: è partita la grande corsa per accorparli e occupare le nuove e vecchie poltrone L'appetito aumenta «privatizzando» Si lavora perfar decollare due superholding una energetica (Enipiù Enel) e l'altra mista ROMA. E' il gioco delle coppie. L'Eni sta bene con l'Enel. L'Iri sta meglio con le banche al fianco. Scricchiola il fidanzamento tra Cariplo e Imi. E la Bnl può farsi avanti. Il decreto legge per l'immediata trasformazione in società per azioni di Iri, Eni, Enel e Ina ha avviato la rivoluzione dell'economia pubblica. E gli effetti arriveranno presto: entro il 21 luglio vanno convocate le assemblee delle spa; entro il 26 vanno costituite le due società, note come superholding, che controlleranno per il Tesoro i pacchetti azionari dei vecchi enti. E qui viene il bello: c'è il problema di chi comanderà nei nuovi raggruppamenti e di come saranno suddivise le attività. Il governo appare diviso. E' avvantaggiata l'ipotesi su cui lavora Giuseppe Guarino, ministro dell'Industria ed ex deputato de: una superholding per l'energia (con Eni ed Enel) e una mista (con Iri, Bnl, Imi, Ina e Mediocrediti). Ancora ieri, invece, Franco Reviglio, ministro socialista del Bilancio, ha parlato di una superholding «finanziaria e l'altra industriale» e quindi con Iri, Eni e Enel. Perché una superholding energetica? L'Eni di Gabriele Cagliari e l'Enel di Franco Viezzoli operano in aree affini, si approvvigionano sugli stessi mercati, sono collegati in campi come il gas. Insieme possono lavorare per ridurre la dipendenza energetica italiana o costruire centrali all'estero. La spa piace a Viezzoli e Cagliari secondo cui l'autonomia «sarà certamente molto più grande». Perché mista? Convivendo con le banche, Tiri (molto indebitato) avrebbe la base finanziaria per razionalizzare il settore industriale. L'esempio viene da Francia e Germania. Franco Nobili ora è soddisfatto per il decreto sulle spa «che mira ad una privatizzazione certa ed ampia del sistema rafforzandone le potenzialità». Salta Imi-Caiiplo? La Cassa di Roberto Mazzotta è pronta a comprare il 21% dell'Imi per attrarlo nella sua orbita. Ma è estranea al decreto che chiama in causa l'altro istituto. Non è chiaro se basta questo a far archiviare il vecchio progetto osteggiato dal psi che con Giuliano Amato ha conquistato la presidenza del Consiglio. Spunta Imi-Bnl? E' un fatto che la Bnl si ritrovi con l'Imi fra gli istituti coinvolti nel riassetto. Da tempo il psi e il presidente della Banca del Lavoro Giampiero Cantoni accarezzano l'idea di abbinare alla Bnl, bisognosa di risorse, l'Imi che intanto chiede chiarimenti sul mandato del vecchio governo per cedere i beni pubblici con la società Immobiliare Italia. Cosa fanno gli esclusi? «Vedremo nei prossimi giorni», dice il ministro del Tesoro Piero Barucci per l'Efim che attende ormai la sua fine. Ma è incerta la sorte delle sue aziende. Il San Paolo è già una spa, posseduto da una fondazione e può restare autonomo. Per le Fs si attende il confronto tra il commissario Lorenzo Necci e i sindacati. Si privatizza davvero? Raffaele Morese, segretario aggiunto della Cisl, sintetizza un'opinione diffusa: «Non si va ad uno smantellamento degli enti. La maggioranza rimarrà allo Stato». Protesta Riccardo Paterno, dirigente economico del pli: «Bisogna superare il limite del 45% posto alla cessione di azioni da parte delle holding per le spa possedute». Chi perde il posto? In teoria tutti. Lo stesso Barucci non esclude l'azzeramento di Nobili, Cagliari, Viezzoli e Lorenzo PaiIesi (Ina). E parla di quindici giorni decisivi. Anche se si riparte da zero per rifare i vertici in base ai nuovi statuti delle spa, qualcuno può sperare di riconquistare il posto. Dalla de partono molti siluri per Nobili. Ma quali poltrone contano? C'è chi assicura che creando una superholding energetica e una mista, queste due strutture potranno davvero coordinare le attività e avviare le razionalizzazioni. Insomma i loro presidenti e amministratori delegati avranno molto potere. La corsa è aperta. Infiniti i pretendenti veri o presunti. Vanno inclusi Cagliari e Viezzoli? Ci sono vecchie conoscenze del sistema come Romano Prodi, Natalino Irti, Luigi Cappugi. O manager pubblici scalpitanti come Biagio Agnes o ben lanciati come Carlo Da Molo. C'è sempre Cantoni. E poi ancora... Roberto Ippolito QUANTO VALE LO STATO-PADRONE (STIMA DEL VALORE DEI PRINCIPALI ENTI 0 GRUPPI PUBBLICI ITALIANI EFFETTUATA DALLA COMMISSIONE SC0GNAMIGLIO; IN MILIARDI DI LIRE 1988) 1 .ENEL /K#x\> 50.000-70.000 ENI [ WfyA V 25.000-30.000 IMI \ / 6000-8000 INA V^QjB^ A 6000 - 7000 CREDIOP ^—rrr~^. 3500 - 4500 ISTITUTI DI DIRITTO PUBBLICO (1) 25.000 BANCHE Dl INTERESSE NAZIONALE (2) 17.000 CASSE Dl RISPARMIO 33.000 SOCIETA OPERATIVE IRI (3) 10.000 -14.000 SOCIETA OPERATIVE EFIM 100 - 400 TOTALE 175.600 - 208.900 NOTE: (1) BANCA NAZIONALE DEL LAVORO, MONTE 0EI PASCHI. ISTITUTO S. PAOLO, BANCO DI NAPOLI, BANCO DI SICILIA, BANCO DI SARDEGNA (2) BANCA COMMERCIALE ITALIANA CREDITO ITALIANO, BANCO DI ROMA 3) NON SI TRATTA DELL'INTERO GRUPPO IRI MA DELLE SOCIETÀ' OPERATIVE INCLUSE NEL CAMPIONE DELLA CENTRALE BILANCI Nel grafico la radiografia dei patrimoni delle imprese pubbliche Nella foto a sinistra il ministro dell'Industria Giuseppe Guarino protagonista, assieme al presidente del Consiglio, dell'operazione sulle privatizzazioni