Chiude il Berliner Ensemble, tempio di Bertolt Brecht di Osvaldo Guerrieri

Chiude il Berliner Ensemble, tempio di Bertolt Brecht Era stato fondato nel 1949, non ha resistito alla caduta del Muro e alle liti. Ultimo spettacolo «L'opera da tre soldi» Chiude il Berliner Ensemble, tempio di Bertolt Brecht Rinascerà a gennaio con HeinerMùller e altri quattro registi, ma sarà un'altra cosa BERLINO. Chiude il Berliner Ensemble. Dopo 43 anni di vita e di difficile fedeltà a un'idea teatrale, la compagnia fondata da Bertolt Brecht nel 1949 cessa di esistere. E forse non poteva che essere così. Da tempo erano sempre più insistenti le notizie sulle difficoltà del gruppo: difficoltà economiche, in primo luogo, ma anche artistiche, anche legali, anche politiche. Quale coinvolgimento era ancora possibile in un Paese che, abbattuti i muri ideologici, ha cancellato ufficialmente il comunismo e ha rimosso Brecht? E quale futuro poteva esistere per un'istituzione priva di solida guida e in difficoltà economiche? Si dice che il Berliner continuerà in qualche modo a sopravvivere grazie alle sovvenzioni cittadine, così com'è accaduto ad altre gloriose istituzioni dell'ex Ddr, la Shaubùhne e il Deutsches Theater, ma certo sarà tutt'al- tra cosa. Con «L'opera da tre soldi» rappresentata fino all'altra sera, si è chiusa perciò una storia importante, anche se non sempre bella. Brecht fondò il Berliner al suo ritorno dall'esilio americano. Dapprima il gruppo ebbe sede al Deutsches Theater. Nel '54 s'insediò nella sede storica del Theater am Schiffbauerdamm. In repertorio c'erano ovviamente i testi di Brecht, ma anche i classici e i giovani autori della Ddr. Al di là del repertorio, Brecht e la moglie Helene Weigel inseguivano uno stile che sarebbe diventato il fregio distintivo del Berliner: e cioè quel teatro epico-dialettico che avrebbe formato molti attori e registi tedeschi. Dopo Brecht, il teatro fu guidato da Helene Weigel. Nel '71 le successe Ruth Berghaus. Nel '77 arrivò Manfred Wekwert e con la sua uscita di scena, nel marzo di quest'anno, è comin- ciata la vera fine del Berliner. Per quanto discusso, Wekwert è stato l'ultimo direttore capace di tenere insieme un gruppo composto da 300 persóne, dominato dalla presenza della figlia ed erede di Brecht, Barbara, e da suo marito Ekkehard Schall. A Wekwert si rimproveravano scarsa intraprendenza e incapacità di imprimere una svolta al lavoro della compagnia. Ma nessuno, neppure chi non approvava la sua direzio- ne, avrebbe potuto immaginare che, dopo di lui, sarebbe stata la fine. Ora è stato installato un direttivo a cinque, di cui fanno parte Fritz Marquardt, Heiner Mùller, Peter Zadek, Matthias Langhoff e Peter Palitzsch. Il più noto fra loro è Heiner Mùller ed è soprattutto su questo autore-regista che la municipalità di Berlino ha puntato le speranze di rinascita. Ma le prospettive non sono incorag¬ gianti. E' vero che i contributi pubblici sono aumentati (da 14 a 25 milioni di marchi, circa 19 miliardi di lire all'anno) e che, con una trentina di licenziamenti, sarà possibile portare il bilancio in pareggio; ma non si sa che cosa potrà fare questo teatro dal prossimo gennaio, da quando cioè comincerà la sua nuova vita. Barbara Brecht gli ha negato i diritti a rappresentare «L'opera da tre soldi». E' ragionevole supporre che l'attrice non concederà altre grandi opere brechtiane. E se «la banda dei cinque» non potrà mettere in scena Brecht, che senso avrà continuare a chiamare il loro teatro Berliner Ensemble? La storia, dunque, sembra proprio finita. E sembra finita una lunga avventura. Davvero, questa volta, se ne va un pezzo d'Europa, il più amato e insieme il più detestato. Osvaldo Guerrieri Bertolt Brecht fondò il Berliner al suo ritorno dall'esilio Usa. Dapprima ebbe sede al Deutsches Theater, dal '54 al Theater am Schiffbauerdamm

Luoghi citati: Berlino, Ddr, Europa, Usa, Wekwert