Raffiche contro i jet della salvezza
Raffiche contro i jet della salvezza JUGOSLAVIA Nella capitale bosniaca una bomba ha ucciso 3 bimbi che stavano ricevendo dolci dai caschi blu; massacro di musulmani a Goradze Raffiche contro i jet della salvezza A Sarajevo colpiti tre aerei francesi carichi di aiuti ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Bombardata da giorni dall'artiglieria pesante e dai caccia di Belgrado, Gorazde continua a resistere agli attacchi sempre più violenti delle truppe serbofederali. Ma la città sulla Drina, abitata dalla maggioranza musulmana, sta vivendo ore d'inferno. Le vittime non si contano più. Le fiamme hanno divorato interi quartieri, ma dal quartier generale della difesa territoriale fanno sapere che i cetnici non passeranno finché a Gorazde ci sarà un solo combattente in vita. A loro volta i serbi non sembrano intenzionati a rinunciare al loro progetto di «ripulire» etnicamente tutta la zona lungo il fiume Drina, per poter avanzare verso Sud in direzione di Mostar e dell'Erzegovina. Secondo la polizia bosniaca il leader del partito democratico serbo in Bosnia Karadzic ha mandato i suoi uomini a Belgrado per chiedere rinforzi. Karadzic, che intendeva conquistare Gorazde entro il 15 di luglio, si è rivolto ai capi cetnici Arkan, Jovic e Seselj affinché mandino nuovi gruppi di miliziani in Bosnia. L'unico ad opporsi sarebbe il nuovo primo ministro della federazione serbo-montenegrina Milan Panie. Ieri dal suo ufficio avrebbe telefonato a Karadzic per chiedergli di smettere con gli attacchi contro Gorazde. Ma la notizia non è stata confermata ufficialmente. In questo momento Panie sembra molto più preoccupato di vedere se oggi il Parlamento federale di Belgrado voterà per confermare la sua nomina a capo del governo. I suoi avversari più acerrimi sono diventati i socialisti del presidente Milosevic, quegli stessi che gli hanno proposto la carica. Mentre il governo croato fa sapere che non può più accogliere profughi, e li dirotterà verso Italia, Austria e Slovenia, una neonata di due mesi è stata tratta in salvo da Sarajevo da un'operazione della Croce Rossa e dell'Aeronautica italiana e portata a Lubiana, dov'è stata operata per una malformazione cardiaca. Un altro giorno di guerra a Sarajevo, dove le granate continuano a uccidere la gente che osa avventurarsi nelle strade della città. Proiettili di mortaio hanno colpito un gruppo di civili, molti dei quali bambini, che si affollavano intorno al quartier generale dell'Onu a Sarajevo. Secondo fonti del ministero dell'Interno bosniaco, un bambino ha perso la vita e diversi altri sono rimasti feriti mentre ricevevano caramelle e dolciumi dai caschi blu. Ma alcuni giornalisti parlano di tre morti e 25 feriti. Dalle loro postazioni sul monte Trebevic, alle spalle della capitale bosniaca, i miliziani serbi hanno ripreso a cannoneggiare la parte storica di Sarajevo, Bascarsija, nonché il quartiere intorno al palazzo del Parlamento. All'aeroporto di Sarajevo continuano intanto ad arrivare gli aerei con i soccorsi umanitari, malgrado il fuoco aperto contro tre velivoli francesi colpiti alla coda durante l'atterraggio. Le battaglie divampano nella Bosnia del Nord. La difesa territoriale croato-musulmana ha in parte liberato la città di Doboj dopo una notte di scontri violenti con le truppe serbo-federali. Ieri è stata nuovamente attaccata Dubrovnik che sta vivendo il suo 287° giorno di guerra. Ingrid Badurina
Persone citate: Ingrid Badurina, Jovic, Karadzic, Milosevic, Seselj
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