Parigi, cala l'ultimo sipario Sos dat salvare l'Olympia

Parigi, cala l'ultimo sipario Sos dat salvare l'OlympiaAppello degli artisti al governo contro la chiusura del teatro: facciamone un monumento xipp^UU UA^gJU OJL Lia LI «U gUVClllU CUjUUU IH UUJLUdUId. UC1 VCMXK. Parigi, cala l'ultimo sipario Sos dat salvare l'Olympia L'Olympia, il celebre music-hall, ormai un'istituzione parigina dopo avere consacrato intere generazioni di artisti, ha i giorni contati e con ogni probalità chiuderà per sempre il suo sipario sul mondo dello spettacolo. a fine anno scade infatti il contratto di locazione mentre proprietari e locatari non trovano un accordo. Nato come teatro poi trasformato in grande cinema, l'Olympia divenne infine il tempio della canzone nel 1953 con la direzione del produttore Bruno Coquatrix. Scomparso il «patron», nel '79, furono la moglie e la figlia a prenderne le redini con alterne fortune. Attualmente, dopo una stagione non entusiasmante, le due titolari non se la sentono di rinnovare un gravoso contratto di affitto. C'è comunque chi tenta una carta in extremis per sottrarre il locale a eventuali speculazioni e propone di promuovere il celebre music hall al rango di monumento nazionale. Privare Parigi di questa sala sarebbe un po' come privarla della Tour Eiffe!. Così si esprime un gruppo di sostenitori che ha depositato presso il ministero della Cultura una richiesta per salvare il glorioso teatro di Boulevard Des Capucines. E infatti sono coetanei questi due simboli della vita e della cultura parigina del '900: ha cent'anni appena compiuti quello che a suo tempo fu il monumento più alto del mondo, cento da compiere l'anno prossimo il teatro assurto dopo alterne vicende a passerella delle celebrità più acclamate della musica leggera. E' stata l'«Associazione per il sostegno della canzone e del varietà» a rivolgersi al ministro della Cultura Jack Lang per chiedegli di intervenire in favore dell'Olympia, e salvaguardare la parte che recita nella vita parigina. «Sarebbe scandaloso se questo teatro dove è passato tutto il gotha di un mondo di sogni e di sfarzi facesse la fine dell'altro tempio della musica, il Bobino, distrutto dalla speculazione im- mobiliare», scrivono i membri dell'Associazione chiedendo che all'Olympia venga riconosciuto lo status di monumento. «Il più autorevole music-hall del mondo non può sparire, è un pezzo di vita parigina», è state il grido d'allarme dei fans appena avuto sentore che la Société Generale, proprietaria dell'immobile, stava per vendere Tra gli ultimi protagonisti a calcare il palcoscenico dell'Olympia, anche l'italiano Paolo Conte. Nel recente passato si sono succeduti in boulevard Des Capucines tutti i mostri sacri della musica leggera da Frank Sinatra a Liza Minnelli ai Beatles ai Rolling Stones. E come dimenticare che l'Olympia è stata la «casa» di Josephine Baker, di Edith Piaf, di Charles Trenet, di Gilbert Bécaud, di Charles Aznavour, di Juliette Greco? Dal 1953 a oggi il teatro ha prodotto 300 concerti l'anno e più lunga era la fila di gente nel boulevard più erano i motivi di soddisfazione per l'artista di turno che, spesso, era uno straniero affermato in casa e affrontava, per la prima volta, il sofisticato pubblico parigino. Così è accaduto, anni fa, alle italiane Ornella Vanoni e Rita Pavone. L'Olympia non ha mai veramente lanciato un artista non avendo ospitato debuttanti, ma ha spes¬ so fatto da trampolino sul mondo, internazionalizzando carriere dai confini limitati. L'epopea dell'Olympia si inizia una sera d'inverno, era il 5 febbraio del '54. In scena un ex pianista che ha già scritto una bella canzone («Mes Maines»), si chiama Gilbert Bécaud, ora si propone come cantante e diventerà subito l'erede di Charles Trenet. Lo ha scoperto monsieur Coquatrix che di voci se ne intende («Clopin Clopan» è una sua composizione). Il successo di Bécaud è il trionfo dell'Olympia e di Coquatrix che inaugurano una nuova stagione parigina in diretta concorrenza con quelle dei celebri teatri musicali di Londra e di New York. Dopo Bécaud su quel palcoscenico si alterneranno i più bei nomi della canzone internazionale ma Coquatrix riserverà particolari attenzioni per i protagonisti francesi. Non per caso l'Olympia è più popolare tra i parigini che tra i turisti che sovente preferiscono trascorrere la notte nei fastosi night degli Champs Elisées, donnine, piume e lustrini. L'elenco è fitto: Brassens, Mouludji, Leo Ferré, Jacques Brel, Sylvie Vartan, Dalida ecc. Bécaud diceva: «L'Olympia è una chiesa dove si prega meglio». Franco Mondini Dopo cent'anni di spettacoli i gestori in difficoltà: poco pubblico e affitto troppo caro «The voice» Frank Sinatra ed Edith Piaf (a fianco) Anche i Beatles (qui in una foto del 1964) compaiono nel ricco elenco di stelle che hanno reso celebre l'Olympia di Parigi Josephine Baker e Paolo Conte Anche l'artista italiano si è esibito nel teatro parigino

Luoghi citati: Londra, New York, Parigi