La metamorfosi di Hillary di Gaetano Scardocchia

La metamorfosi di Hillary La metamorfosi di Hillary Da donna in carriera a madre-massaia L'ASPIRANTE FIRST LADY CAMBIA LOOK LNEW york A piccola grande novità della «convention» democratica è che Hillary Clinton, la moglie del candidato presidenziale, è cambiata da cima a fondo: nuovo look, nuovo abbigliamento, perfino un nuovo carattere, fatto di silenzi, di semplicità e di sguardi adoranti per il marito e la figlia Chelsea. La giornalista Alessandra Stanley, del «New York Times», stenta a riconoscerla. Sei mesi fa era un'intellettuale ambiziosa ed aggressiva. Oggi appare «rustica e croccante come il Kansas d'agosto». L'esibizione della «nuova Hillary» era cominciata domenica mattina, quando la potenziale «first lady» ha accompagnato il marito a messa, nella chiesa battista sulla cinquantasettesima strada. Più tardi si era fatta fotografare all'aeroporto La Guardia, mentre salutava i delegati in arrivo. E ieri è giunta a distribuire alle amiche una sua ricetta per fare i dolcetti al cioccolato pubblicata sull'ultimo numero della rivista «Family Circle», in concorrenza con le ricette dell'attuale «first lady» Barbara Bush: «Io cucino con grassi vegetali senza colesterolo - spiegava Hillary - mentre la signora Bush usa abbondanti dosi di burro». Ora Hillary porta i capelli a ciuffo, più corti e di colore più chiaro. Al posto della gonna e giacca professionale (con forte imbottitura sulle spalle, come si addice ad una avvocatessa di successo), indossa vestiti color pastello acquistati nei grandi magazzini. E parla meno, molto meno di prima. Niente politica, ma affettuose banalità sulla famiglia, i figli, il cibo, la scuola: le cose insomma che ci si aspetta che vengano dette da una qualsiasi donna americana della «middle class», la «everywoman» dell'era prefemminista: fisicamente bella, ma di basso profilo intellettuale, attenta a non mettere in ombra la figura del marito. Questa straordinaria metamorfosi cosmetico-caratteriale è una delle chiavi per capire cosa è il Presidente degli Stati Uniti. Non è un primo ministro o un cancelliere all'europea, che percorre la sua carriera politica in un'orbita diversa e separata da quella familiare. No, il Presidente americano è un simbolo della nazione, un custode delle virtù private, oltre che di quelle civili: e quindi viene eletto insieme alla moglie ed ai figli. La famiglia assume un ruolo quasi monarchico. Nei mesi scorsi, subito dopo le «primarie» di New York, i Clinton avevano intuito che Hillary era un ostacolo per la conquista della Casa Bianca. E' tutt'altro che una «donna media»: vanta una condizione di parità rispetto al marito, ed è forse superiore a lui in termini di successo professionale. Ha studiato alla School of Law di Yale, ossia alla più esclusiva e prestigiosa facoltà di legge delle università statunitensi, dove ha conosciuto Bill. E' un'avvocatessa stimatissima, il cui nome figura nell'elenco dei 100 più famosi avvocati americani sti¬ lato dal «National Law Journal». Ha pubblicato vari saggi giuridici sui diritti dell'infanzia, recensiti con ammirazione dalla severa «New York Review of Books». E' partner di un florido studio legale a Little Rock e membro di 17 consigli di amministrazione di enti pubblici e privati: guadagna almeno tre volte più di suo marito che porta a casa lo stipendio di governatore dell'Arkansas: 2900 dollari al mese, poco più di tre milioni di lire. In una società moderna ed egualitaria, una moglie simile dovrebbe essere un moltiplicatore di popolarità per un candidato presidenziale: la prima «first lady» che ha percorso una carriera indipendente da quella del marito. Ma l'America è un Paese molto complesso e contraddittorio. Il femminismo non ha ancora vinto: e la maggioranza delle donne americane non si sarebbe riconosciuta ed identificata in Hillary, mentre gli uomini già venivano aizzati dalla propaganda repubblicana a temere una donna «troppo brillante», una Rasputin della Casa Bianca. Gli attacchi contro Hillary sono stati feroci. E' stata paragonata ad Eva Perón ed a Lady Macbeth. Una rivista conservatrice, «The American Spectator», l'ha definita «la Winnie Mandela della politica americana». La «National Review» le ha dedicato un perfido titolo di copertina: «La mano che dondola la culla», titolo di un film su una infida babysitter che distrugge una famiglia americana. E ci si è messo anche l'ex presidente Richard Nixon ad ammonire che Hillary è il tipo di donna «troppo intelligente» che minaccia di eclissare la figura del marito. E' vero che la signora Clinton, con alcune infelici o imprudenti affermazioni, aveva alimentato i sospetti dei suoi detrattori. Per esempio, a chi le rimproverava i successi professionali, aveva risposto: «Avreste voluto che fossi rimasta a casa a fare i biscotti?», frase insultante per milioni di donne americane che non svolgono un'attività professionale ed amano fare i biscotti. Aveva anche detto che lei non si comportava con il marito «come una qualsiasi Tammy Wynette», offendendo in tal modo una sdolcinata cantante «country» che è però famosissima nella provincia americana. Insomma, piaccia o no, c'era un «problema Hillary» lungo la strada che porta alla Casa Bianca. Ed i coniugi Clinton l'hanno risolto in modo radicale: cancellando la «vecchia» Hillary e forgiandone una nuova di zecca che viene esibita in questi giorni alla «convention»: semplice, amorevole, devota, casalinga, come piace alle donne non-intellettuali, non-professionali, non-ambiziose, che poi sono la grande maggioranza delle elettrici americane. Che tutto questo accada nell'anno nel quale le donne stanno entrando prepotentemente in politica non deve sorprendere: rientra nel già citato quadro delle contraddizioni americane. Con una punta di amarezza, anche Hillary sembra aver accettato l'inevitabile sacrificio: «Il problema della moglie che ha una propria carriera - ha detto in un'intervista - è stato risolto a tutti i livelli della politica americana, meno che a livello presidenziale». Gaetano Scardocchia Paragonata aLadyMacbeth Nixon: è troppo intelligente Sopra, Hillary Clinton prima della metamorfosi. A fianco è con la moglie di Albert Gore (a destra)

Luoghi citati: America, Arkansas, Kansas, Little Rock, New York, Stati Uniti