Dopo tanti schiaffi un ok dalla Cee di Fabio Galvano

Dopo tanti schiaffi un ok dalla Cee Il ministro Barucci spiega le misure a Bruxelles. La manovra supera l'esame dei Dodici. Dopo tanti schiaffi un ok dalla Cee Lamont plaude, ora siete più europei BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La manovra economica italiana ha superato l'esame della Cee e addirittura «lo ha superato bene»; anche se, nelle parole del ministro Tesoro Piero Barucci, più che di un esame si è trattato di «presentare misure, dati e propositi, fatti che devono trasformarsi in numeri perché nella comunità internazionale sono quelli che contano». E all'Italia che ancora riflette sulle decisioni prese nei giorni scorsi, e che chiede «quindici giorni» per «mettere a punto i particolari» relativi ai vertici e all'indebitamento delle società pubbliche destinate alla privatizzazione, la presidenza britannica risponde con un certificato di buona condotta. Quell'attestato è apparso, ieri, così generoso da cancellare le nuovi nubi, quelle di un imminente aumento tedesco dei tassi d'interesse che creerebbe nuove tensioni per la lira e costringerebbe forse il nostro governo ad altre misure. «Il Consiglio - ha detto ieri il cancelliere dello scacchiere Norman Lamont - ha ascoltato il rapporto italiano e plaude alle misure significative prese dal governo per contenere il deficit di bilancio 1992 e per sviluppare il nuovo approccio volto ad accelerare le procedure di privatizzazione. Esse rappresentano un primo significativo passo nel processo di convergenza verso un'unione economica e moneta- ria. La rapida approvazione da parte del Parlamento italiano dei cambiamenti di politica strutturale che li accompagnano rimane essenziale per raddrizzare l'equilibrio dell'economia italiana». Quel che basta per far dire proprio al cancelliere britannico, uno dei più scettici e pragmatici fra i nostri partner: «Diventate sempre più europei». Per Barucci, che già al G-7 di Monaco aveva raccolto l'eredità di Carli, ma che si presentava ieri per la prima volta fra i Dodici della Cee («Essendo una matricola mi hanno fatto il papiro»), si è trattato di un esordio sostanzialmente positivo seppur marginale (tema centrale era la convergenza dell'Olanda, approvata senza patemi). Quello che è stato espresso nei confronti dell'Italia - e può anche far piacere sentirlo dire, dopo i tanti schiaffi subiti dalla nostra allegra finanza - è stata «un'espressione di grande rispetto sui nostri intendimenti». A colpire i partner, dice il ministro, sono stati da una parte la rapidità della manovra, «eccezionale per un governo in carica da dieci giorni», e dall'altra la preoccupazione antinflazionistica. Due di essi - Belgio e Grecia si sono già candidati, sulla stessa falsariga, come prossimi esaminandi. Quello che Barucci ha cercato di spiegare ai colleghi è stata la scelta del governo italiano di colpire le cose anziché il reddito. Pur riconoscendo che «l'equità è tale soltanto per chi non è colpi¬ to», egli ha difeso la decisione di agire soltanto «sul reddito che si è fatto ricchezza», quindi su beni immobili e depositi. E di tassare, fra questi ultimi, «la ricchezza liquida che è facilmente accertabile piuttosto che i titoli di Stato che sono finanziamenti dei cittadini a se stessi». E per le privatizzazioni sottolinea che è stata «una misura di grande chiarezza» trasformare certi «animali molto strani» - Eni, Imi, Ili - in società per azioni detenute dal Tesoro. «Ora che l'ondata si è calmata, lasciateci un minuto per riordinare le palle sul tavolo del biliardo», ha detto il ministro del Tesoro chiedendo 15 giorni di tempo. Fabio Galvano Anche la lira regge all'urto Ma il marco riparte spinto da voci su una stretta della Bundesbank II ministro del Tesoro Piero Barucci che ieri a Bruxelles ha illustrato la manovra italiana * * * * * In ii 11561152114811441140 1136 IL BALLO DELLA LIRA LIRE/DOLLARO 1132

Persone citate: Barucci, Carli, Lamont, Norman Lamont, Piero Barucci

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Grecia, Italia, Monaco, Olanda