Skinheads, sotto le teste rasate il vuoto

Skinheads, sotto le teste rasate il vuoto LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' di O.d.B. Skinheads, sotto le teste rasate il vuoto Appello di un ragazzo Egregio sig. Del Buono, in un perìodo in cui affiorano antichi pregiudizi razziali, particolarismi regionali e persino vecchie e sepolte ideologie naziste, si leggono ovunque autorevoli lettere di indignazione e condanna oppure lunghe disquisizioni teoriche su un fenomeno che con l'intelligenza, la politica e l'intelletto ha ben poco in comune. Sono un ragazzo di ventitré anni e vedo tra i miei coetanei che l'«ideale razzista» degli Anni 90 non si basa su principi politico/ideologici bensì su sciocchi luoghi comuni come marocchino uguale a spacciatore oppure meridionale scansafatiche o nella credenza che l'extracomunitario rubi il lavoro all'italiano o, peggio di ogni altra cosa (e mi vergogno che a dirlo siano dei miei coetanei), l'assurdità che l'ebreo sia inferiore perché ebreo. Vorrei allora ricordare a questa mia generazione che ascoltare simili argomentazioni da un imbianchino schizofrenico con manie di grandezza di nome Hitler o da stupidi slogan di una sottocultura di destra dei giorni nostri, è molto meno grave che sentirle da studenti di scuole superiori o addirittura universitari. Vorrei invitare questi miei coetanei a cercare se esistano principi più convincenti e sopratutto più coerenti con il loro «essere razzisti». Altrimenti non vi resta veramente nient'altro da fare che rasarvi i capelli e fare gli skinheads. Marco Origlia, Torino Gentile signor Origlia, tutti i miei complimenti per la sua decisione e la sua drasticità. [o. d. b.] Consigli di una laureata Egregio sig. Del Buono, mi permetta di ribattere alla lettera del signor Scassa pubblicata nella sua rubrica del 25 giugno: Gentile sig. Scassa, vorrei farle presente che definire la vivisezione «l'unica forma accettabile di sperimentazione» costituisce un'affermazione abbastanza pesante e soprattutto gratuita, visto che non viene supportata da alcun tipo di evidenza scientifica (semmai ne vengono anticipate alcune debolezze nei definirla «limitata» e non sempre de¬ terminante). Inoltre mi permetta di farle notare che Lei non si è qualificato in alcun modo per dare autorevolezza alle sue affermazioni, cosa che viene solitamente rinfacciata proprio agli animalisti, tacciati di essere profani in materia biomedica. Bene, io sono laureata in Scienze Naturali, titolo che per legge mi autorizza ad effettuare pratiche di vivisezione, cosa dalla quale mi astengo, ma sulla quale mi sono ampiamente informata. Con questo non intendo sostenere che solo chi possiede un certo titolo di studio possa esprimere il proprio parere, soltanto vorrei invitarla a documentarsi prima di esprimere giudizi affrettati. Lasci, dunque, da parte i riferimenti letterari e si dedichi piuttosto alla lettura dei testi scientifici, se di scienza vuol parlare. Potrebbe leggere per esempio le testimonianze delle centinaia di autorità mediche che, dal passato fino ai giorni nostri, hanno denunciato la nullità scientifica del metodo vivisezionistico. Scoprirebbe, infatti, che la sperimentazione inter species, cioè la pretesa di estendere all'uomo risultati ottenuti dallo studio di altri animali, presenta un errore metodologico di base... dott. Paola Chiantaretto, Castellamonte, Torino Gentile dottoressa, è anche lei giovane? Il suo tono ha la veemenza di quello del ragazzo di cui sopra: l'assoluta convinzione che convenga mtimidire l'interlocutore, si abbia torto o ragione. E' una grande forza della gioventù. Lei, secondo me, ha ragione in questo caso, ma il saggio signor Scassa le perdonerà la perentorietà. Come sereno conversatore, infatti, è l'ideale, [o. d. b.l Suggerimenti di un professore Egr. sig. Dd Buono, la ringrazio sentitamente per la pubblicazione di una; mia lettera sulla Stampa del 15 giugno 1992. Le scrivo ancora in quanto ho rijCevuto decine di lettere e di telefonate I jda parte di molte persone (alcune vegetariane, altre tendenti a divenirlo per motivi umanitari-igienisti) che mi chiedono chiarimenti sul «diventare vegeta¬ riano». Le domande sono tutte uguali: come faccio a sostituire la carne e non avere carenze proteiche? Il mio medico dice che non è possibile, è vero? Dove trovo il ferro, non mangiando carne? E la vitamina BI2? A questo punto, non potendo rispondere direttamente, ho pensato di farlo, se lei me lo permetterà, tramite la sua rubrica. Esaminando il problema della carne sotto l'aspetto proteico occorre dire che le proteine sono un insieme di aminoacidi. Gli aminoacidi sono 20 di cui 12 possono essere sintetizzati dal nostro organismo, altri 8, i cosiddetti aminoacidi essenziali, si ottengono solo con l'assunzione di cibo. Gli aminoacidi che si trovano nella carne, li possiamo trovare in natura anche nei cereali integrali (grano, riso, miglio ecc.), nei legumi (piselli, fagioli, soia ecc.) e, combinando tra loro cereali e legumi, otteniamo un piatto nutriente, sano, digeribile e con un ottimo apporto delle cosiddette proteine nobili. Altre proteine le possiamo ricavare dai latte, dai formaggi e dalle uova. Divenendo vegetariani non si va assolutamente in carenza di proteine. Ricordo che, generalmente, le diete dei popoli occidentali sono iper- proteiche (ingeriamo più proteine del necessario). La vitamina B12, indispensabile, ma il cui fabbisogno giornaliero è infinitesimale, si può ricavare dalle uova e dai latticini. Riguardo al ferro, occorre sottolineare come a volte sia più facile trovare carenza di ferro nei soggetti a dieta prevalentemente carnea che non nei vegetariani. Questo perché la carenza di ferro è legata non alla quantità Introdotta, bensì alla quantità assorbita dal nostro organismo. Per un buon assorbimento di ferro occorre una buona presenza di due vitamine, la vitamina C e l'acido follnico che si trovano in ab- bondanza nella frutta e nella verdura. Se, dunque, noi introduciamo frutta e verdura nella nostra dieta possiamo assorbire meglio il ferro contenuto negli alimenti. Gli alimenti in cui si trova il ferro sono: fiocchi d'avena (mg 5,2/100 gr.), farina di granoturco (4 mg.), orzo (0,7/100), barbabietole (I mg.), bietole (3,2 mg.), carciofi (I mg.), cavoli (I mg.), fagiolini (7,2 mg.), piselli (2 mg.), spinaci (3 mg.), zucchine ( 1,9 mg.), datteri (5.1 mg.), fichi (4 mg.), mandorle (4,4 mg.), noci (2,1 mg.), noccioline (4,1 mg.), cioccolata amara (6,8 mg.), •atte (0.1 mg.), crescenza (0,7 mg.), emmenthal (1,2 mg.), parmigiano (1,9 mg.). In conclusione, i timori di avere carenze di proteine, ferro e BI2 da parte di chi desidera diventare vegetariano sono assolutamente infondati sotto un profilo scientifico... prof. Bruno Fedi primario anatomo-patologo, Terni Gentile professore, avendo ricevuto anch'io varie lettere sull'argomento, la ringrazio sentitamente per la collaborazione e la chiarezza dell'esposizione. [o. d.b.j

Persone citate: Bruno Fedi, Dd Buono, Del Buono, Hitler, Marco Origlia, Paola Chiantaretto, Scassa

Luoghi citati: Castellamonte, Torino