Tangentopoli, Di Pietro rilancia

Tangentopoli, Di Pietro rilancia Riserbo sui nomi, nel mirino anche il manager di una grande azienda pubblica Tangentopoli, Di Pietro rilancia Decisi altri mandati di cattura, oggi le manette MILANO DALLA REDAZIONE ' No, l'inchiesta non si ferma. Anche nel weekend hanno lavorato le forze dell'«operazione mani pulite». Stavolta tocca ai carabinieri. Ieri il colonnello Pancrazi e il capitano Zuliarti, i principali collaboratori del pool dei magistrati, erano al lavoro in caserma. Il motivo? Di sicuro, per ora si sa soltanto che la magistratura, ovvero il giudice per le indagini preliminari Italo Ghitti, ha firmato nuovi ordini di custodia cautelare. E i provvedimenti sono stati decisi già nella giornata di sabato. A chi tocca, questa volta? Dopo le polemiche sul segreto istruttorio e sugli arresti in diretta tv le indiscrezioni sono merce rara sul fronte di Tangentopoli. Nel mirino dei magistrati potrebbe esserci, comunque, il manager di una grossa società per azioni dell'area pubblica, legato al psi, più altri amministratori (e probabilmente anche imprenditori) coinvolti in uno dei filoni del¬ l'inchièsta. Pare che l'area su cui si stanno dirigendo le indagini riguardi la gestione della Sea, la società aeroportuale che gestisce gli scali milanesi, e l'intreccio di rapporti legati ai grandi lavori attorno alla Malpensa. Già oggi, insomma, la lista delle persone inquisite potrebbe allungarsi. Anzi, secondo alcuni i fermi sarebbero già stati effettuati. Finora, comunque, sono 61, tra politici, imprenditori, manager e funzionari pubblici, le persone colpite da provvedimenti restrittivi o informazioni di garanzia dal 17 febbraio scorso ad oggi. Ad una settimana esatta dall'udienza preliminare che darà il via al processo a Mario Chiesa (appuntamento in tribunale per il 20 luglio), il segnale dunque è che l'inchiesta non si ferma e che si profilano nuovi interrogatori, riscontri, arresti. La macchina di «mani pulite» non conosce soste, non ci sarà neppure una pausa per le vacanze. Il pool dei magistrati ha deciso che, per quest'anno, le ferie si faranno a turno, senza compromettere i ritmi delle indagini. Almeno due su tre dei sostituti procuratori (Colombo, Davigo e Di Pietro) saranno sempre all'opera. Il primo a partire per (brevi) vacanze? Probabilmente Antonio Di Pietro, il veterano dell'indagine. Ma, prima di pensare ai turni di ferie, ci sono da affrontare settimane decisive per la sorte dell'inchiesta. Sul fronte giudiziario, le novità non mancheranno anche perchè s'avvicina la data del confronto con i cin¬ que parlamentari per i quali è già stata concessa l'autorizzazione a procedere. Ma è sul fronte politico che la battaglia si annuncia rovente. Finora, da parte dei partiti inquisiti (e dal versante socialista in particolare) ci sono stati quelli che Giovanni Galloni, vicepresidente del Csm, ha definito «malumori umanamente comprensibili». In futuro, nuove scintille non mancheranno, come lascia intendere, tra l'altro, Ottaviano Del Turco. Il leader socialista della Cgil, in un'intervista, polemizza con Di Pietro per la pubblicazione della lettera inviata al giudice da Renato Amorese, il segretario del psi di Lodi suicida. «No, non ho trovato affatto rispettosa la scelta di rendere pubblica la lettera» dice Del Turco. E nuove polemiche si annunciano per la pubblicazione da parte di un settimanale dei verbali relativi allo stesso Amorese in cui si tira direttamente in ballo l'architetto Silvano Larini, socialista, ormai latitante da settimane. Il giudice Antonio Di Pietro che conduce le indagini sulle tangenti

Luoghi citati: Lodi, Milano