Caserta, nella guerra tra boss muoiono due anziani innocenti

Caserta, nella guerra tra boss muoiono due anziani innocenti Inseguimento nelle strade e la strage all'uscita da messa, poi i killer finiscono il capoclan Caserta, nella guerra tra boss muoiono due anziani innocenti CASERTA NOSTRO SERVIZIO Sono usciti sottobraccio dalla chiesa, col passo lento di chi fa i conti con la vecchiaia. La màcchina è sbucata all'improvviso, nella strada affollata di fedeli, mentre si alzava il rumore secco degli spari. I killer davano la caccia al boss nemico, ma sull'asfalto, colpiti dai proiettili, travolti dall'auto del pregiudicato in fuga, sono rimasti anche quei due pensionati che con la camorra non avevano nulla a che fare. Una sanguinosa vendetta e due vittime innocenti, nell'agguato avvenuto ieri a Villa di Briano, un paesino di tremila anime nell'entroterra casertano. Obiettivo dei sicari, Nicola Cecoro, 43 armi, assassinato dopo un lungo inseguimento nelle vie della cittadina. E la sparatoria, fra decine di passanti terrorizzati, è costata la vita a due vecchi amici: Luigi Sapio, 88 anni, ed Egidio Campaniello, di 65. Il primo è stato colpito ad un occhio dal proiettile che gli ha trapassato la testa; il secondo, raggiunto a un ginocchio, è finito schiacciato dalla «Regata» del boss in fuga. Hanno pagato il prezzo di una guerra fra le truppe armate di due bande rivali: gente dal grilletto facile, che non guarda in faccia nessuno. Lui, il camorrista ucciso, era da tempo nel mirino. Per 15 giorni se n'è rimasto rintanato in casa e quando ha sfidato per la prima volta quella condanna a morte già decretata, gli assassini hanno deciso di eseguire il verdetto! La sequenza comincia poco dopo mezzogiorno. Nella parrocchia di Sant'Agata, nel centro antico di Villa di Briano, la Messa sta per finire. Seduti agli ultimi banchi, i due pensionati si avviano verso l'uscita per non restare bloccati dalla calca. Sono vicini di casa, si conoscono da tempo e le loro esistenze parlano di duro lavoro nei campi: due contadini rimasti vedovi, con i figli grandi e lontani, e tanti buoni motivi per farsi compagnia. Sul sagrato, il più anziano si appoggia all'amico: l'età e le malattie quasi gli impediscono di camminare, tanto che i due hanno percorso soltanto pochi metri, quando già i fedeli cominciano a sciamare in strada. Ma dall'altro capo del paese, il destino prepara il loro incontro con la morte. Nicola Cecoro è alla guida della sua «Regata» che viene affiancata dal commando dei sicari. Sono almeno in sei, su un'auto e una moto, e non esitano un minuto a sparare. Ai primi colpi, il boss capisce che è venuta la sua ora e tenta il tutto per tutto, premendo al massimo l'acceleratore. E' il via per un inseguimento a folle velocità, tra le strade di Villa di Briano, coi proiettili che schizzano impazziti. Vittima e carnefici sbucano in via Sant'Agata, proprio nel momento in cui la chiesa si sta svuotando. La macchina del boss urta Luigi Sapio, che non riesce a trovare un riparo. Il vecchio barcolla, un proiettile lo centra ad un occhio, mentre Egidio Campaniello, già ferito alla gamba, viene travolto dalla vettura che lo schiaccia contro un palo. Ma i killer non mollano: in due si avvicinano al pregiudicato, intrappolato sul sedile di guida, e fanno fuoco fino a quando non sono sicuri di avere portato a termine la missione. Un pezzo di Far West nelle vie di quello che fu un piccolo borgo di agricoltori. I sicari sono già lontani quando qualcuno soccorre i due pensionati. Per Campaniello non c'è più nulla da fare, mentre l'altro respira ancora. Una corsa al vicino ospedale di Aversa, poi il trasferimento al Cardarelli di Napoli, dove l'uomo muore poco dopo il ricovero: il proiettile ha leso il cervello. E' questo l'ultimo capitolo di una lunga faida, una lotta costata soltanto nei primi mesi del '92 una quindicina di morti. Nell'Agro Avertano, a Casal di Principe e San Cipriano, i due comuni dov'è stato decretato lo scioglimento dei consigli per collusioni tra amministratori e camorristi, non c'è pace. Lo scontro parte dall'uscita di scena del boss Antonio Bardellino, scomparso tre anni fa in Brasile, e daU'eliminazione del suo erede, Mario Iovi- ne, ucciso poco dopo in Portogallo. A contendersi le loro spoglie droga, appalti, estorsioni - sono ora due clan contrapposti: quello capeggiato da Francesco Schiavone, «Sandokan», e quello guidato dalle famiglie Caterino-De Falco. Al secondo, considerato ormai perdente e oggetto un anno fa di una raffica di arresti, era affiliato Nicola Cecoro. Per gli inquirenti non era una figura di primo piano nella banda, ma lui sapeva di avere le ore contate. Soltanto un mese fa gli avevano ammazzato un parente, fulminato dai killer all'uscita di un ristorante. Mariella Cirillo Nel 1992 sono già quindici le vittime della faida Due famiglie in lotta per l'eredità del «padrino» Un'immagine dell'agguato di Villa di Briano Sopra i due pensionati uccisi Luigi Sapio, 88 anni (a sinistra) e Egidio Campaniello, 65 anni