Forse aveva ragione Enrico VIII

Forse aveva ragione Enrico VIIILa regina morta sul patibolo accusata dal poema di un contemporaneo francese Forse aveva ragione Enrico V Uno storico: Anna Bolena lo tradì cinque volte LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE • Ma che alla fine Enrico Vili non abbia avuto ragione a far giustiziare la moglie Anna Bolena? E' un colpo di scena che squassa le radicate credenze della storia britannica. Ne è autore uno studioso che afferma di aver scovato la prova dei tradimenti di Anna in un vecchio poema francese, rimasto finora sconosciuto e sepolto per secoli alla Biblioteca nazionale di Parigi. Il dibattito dalle seriose pagine della «Bivista storica inglese» è straripato ormai sui giornali, alla tv. E mezza Inghilterra si sta appassionando a questa remota storia d'amore e di morte che costituisce uno dei capitolichiave della dinastia Tudor e riapre di colpo la controversia sulla legittimità della figlia di Anna Bolena e del focoso re, la futura Elisabetta I. Sempre che si dimostri ancora che era davvero la figlia di Enrico VILI. Il dottor George Bernard, dunque, storico all'Università di Southampton, ha avuto il coraggio di sfidare la storia: sottraendo ad Anna Bolena quella aureola di martire della furia omicida del marito colpevole, secondo la tesi finora universalmente accettata dagli storici, di averla fatta condannare a morte nel 1536 sotto l'ingiusta accusa di molteplici tradimenti soltanto per potersi risposare ed avere un figlio ed erede maschio. Andando infatti a spulciare nella biblioteca parigina, lo studioso ha trovato un poema scritto da un aiutante dell'ambasciatore francese alla Corte del collerico Enri¬ co VILI. Il poema, secondo lo storico, descriverebbe nei dettagli gli adulteri commessi da Anna Bolena e risaputi negli ambienti della corte. L'iracondo sovrano aveva accusato la moglie di averlo tradito con almeno cinque uomini: e secondo il poema finora semiclandestino almeno due di questi adulteri sarebbero definitivamente provati. Quindi Anna Bolena, già amante di Enrico Vili quando era ancora sposato con l'infelice Caterina d'Aragona, non sarebbe solo responsabile dello sconquasso che seguì il divorzio del re dalla prima moglie e la rottura della Chiesa inglese dal Papato. Oggi la accusano di aver tradito il marito che già cominciava a dar segni di un gran brutto carattere come dimostra la festa regale e la messa di ringraziamento che ordinò quando la povera Caterina morì di crepacuore dopo essere stata ripudiata dal marito. Anna ha però trovato un difensore in un altro storico, il professor Eric Ives, secondo il quale le accuse non sarebbero affatto provate. E difendendo la tesi ufficiale della storiografia britannica, lo studioso afferma che il poema francese riecheggia soltanto ida propaganda di Thomas Cromwell» quando era il favorito di Enrico VTII. Ma anche lui nel 1540 finì sul patibolo, accusato di ((tradimento». In realtà, il re lo aveva considerato «colpevole» di avergli fatto sposare Anna di Cleves, che venne ripudiata subito dopo il primo incontro con l'incontentabile sovrano, [p. pat.] Ma altri studiosi la difendono «Il re se ne sbarazzò per poter avere un erede maschio» A sinistra gli amori di Enrico Vili e Anna Bolena una delle sei mogli del re (a destra nel ritratto)

Luoghi citati: Inghilterra, Londra