Nasce con la sfregio di un bisturi sul volto

Nasce con lo sfregio di un bisturi sul volto Un «errore» del chirurgo durante il parto cesareo? Il direttore sanitario: «Purtroppo, talvolta capita» Nasce con lo sfregio di un bisturi sul volto Sahel ha seigiorni, ha avuto sei punti di sutura 1genitori si rivolgono a un avvocato per la denuncia Si chiama Sahel, che in arabo significa «spiaggia». Nato il 6 luglio alla Clinica universitaria del Sant'Anna con parto cesareo. Capelli neri, occhi nerissimi, un bel sorriso. E un taglio sulla guancia sinistra, ricucito con sei punti di sutura. I genitori: «Hanno spiegato che è successo durante l'intervento. Il bisturi che incideva l'utero ha raggiunto anche il viso. Dicono che capita spesso, ma adesso nostro figlio è sfregiato». E allora si sono rivolti all'avvocato Merlone, perché denunci i fatti alla Procura. La mamma di Sahel è Paola Stillavate, 37 anni, insegnante alle medie. Il papà: Saber Rezazadeh Ardabili, 34 anni, iraniano, titolare di un negozio di tappeti antichi, «Trame di Persia», in corso Spezia 35. Lui è residente a Torino dal 1979: motivi di studio, qualche anno più tardi si è laureato in Economia e Commercio. Una coppia felice: «Ci siamo conosciuti a casa della nipote di Rita Levi Montalcini. Ci siamo piaciuti, sposati». Un bimbo in arrivo, la gioia dei genitori, quella dei nonni lontani. Tutto bene, fino alla settimana scorsa. Paola Stillavate è stata ricoverata nel reparto del professor Bocci, Ostetricia B, la mattina di venerdì 2 luglio. Nella notte le contrazioni, sempre più forti. Il parto si presenta difficile. Lunedì mattina la donna entra in sala travaglio, sfinita dalla stanchezza. I medici decidono per un «parto pilotato». Sahel nasce alle 18,15. A mezzanotte la pediatra parla con il padre: «C'è un problema: il bimbo ha un taglietto sul viso». Racconta il dottor Saber: «Ha minimizzato l'incidente, ma noi ci siamo preoccupati». La mattina seguente Sahel è tra le braccia della mamma. Sulla guancia i punti di sutura. La dottoressa Benedetto, il chirurgo che ha eseguito l'intervento, visita la paziente. Nella camera c'è il marito, e tre ricoverate. «Tutto bene, ha detto. Le ho risposto che non mi sembrava, che Sahel aveva quello sfregio. Lei si è arrabbiata». Interviene il marito: «Mi sono permesso di dirle che il suo intervento non aveva messo in luce la sua professionalità». Un silenzio pesante, la dottoressa se ne va. La coppia è disperata. Quel segno resterà per sempre? Le altre mamme consolano Paola, il personale dell'ospedale è affettuoso, partecipa come può alla sua angoscia. Ma c'è anche chi si lascia scappare mia frase crudele: «E' un maschio, da grande gli crescerà la barba, il segno sarà invisibile». Gli amici li esortano a denunciare il fatto. Qualche giorno fa il il chirurgo plastico dell'ospedale infantile Regina Margherita visita Sahel, dice ai genitori che la ferita guarirà perfettamente. Il direttore sanitario del Sant'Anna, dottor Giorgio Martiny, dichiara: «Abbiamo subito fatto una denuncia cautelativa all'assicurazione. Purtroppo è un incidente che può succedere, durante un parto cesareo. Il bisturi può andare a toccare il bambino. Ma Sahel non è grave, siamo sicuri che non rimarrà traccia del¬ la piccola ferita». Saber Rezazadeh e la moglie non sono ancora tranquilli: «Fortunatamente il bisturi non ha toccato l'occhio, o la carotide. Abbiamo deciso di denunciare questo incidente perché non abbiamo garanzie su come guarirà la ferita. E nemmeno su chi dovrebbe sostenere eventuali spese per un intervento di plastica facciale». Brunella Giovata Un vistoso cerotto sulla guancia sinistra di Sahel stretto tra le braccia della madre Paola Stillavate e del padre Sabar Rezazadeh Ardabili

Persone citate: Giorgio Martiny, Merlone, Rezazadeh, Rita Levi Montalcini, Sabar, Saber Rezazadeh, Saber Rezazadeh Ardabili

Luoghi citati: Sahel, Torino