Raccomandati, sì della Cassazione
Raccomandati, sì della Cassazione La spintarella «è radicata nella società e ormai serve a difendere un diritto» Raccomandati, sì della Cassazione Fa discutere una nuova sentenza di Carnevale ROMA. Raccomandati di tutta Italia è arrivato il vostro momento. La Corte di Cassazione ha riconosciuto la «legittimità della spintarella». «La ricerca della raccomandazione - si legge nella sentenza - è ormai tanto profondamente radicata nel costume da apparire agli occhi dei più come uno strumento indispensabile per ottenere, non soltanto ciò a cui si ha diritto, ma anche per restituire accettabile funzionalità a strutture pubbliche inefficienti e, paradossalmente, anche per realizzare una condizione di effettiva eguaglianza tra più aspiranti ad un medesimo servizio». La sentenza che riabilita la raccomandazione, attribuendogli addirittura una positiva funzione sociale, è del giudice Carnevale. Questa volta il suo intervento è destinato a creare ancora più clamore e polemiche perché riguarda un argomento, la raccomandazione, che tocca da vicino tutti gli ambienti sociali. Da sempre è oggetto di ricerche sociologiche, di riflessioni morali e di barzellette. Ma in questo caso c'è ben poco da ridere. Il «teorema della spintarella» è una parte importante della sentenza con cui la prima sezione della Cassazione ha annullato senza rinvio gli ordini di custodia cautelare in carcere contro due amministratori calabresi, Mario Battaglini e Francesco La Ruffa. I nomi dei due politici socialisti erano venuti fuori nell'ambito di un'inchiesta del procuratore di Palmi Agostino Cordova. Erano stati arrestati con l'accusa di associazione di stampo mafioso al fine di procacciare voti per candidati del proprio partito e concorso in azioni tendenti ad impedire il libero esercizio del voto. C'era uno scambio tra gli imputati che avrebbero fornito le raccomandazioni e esponenti di cosche mafiose calabresi che avrebbero assicurato voti e favori elettorali. Le raccomandazioni si traducevano in esenzioni dalla leva militare, trasferimenti e assunzioni. Dall'altra parte le cosche si mobilitavano per assicurare un bel pacchetto di voti di preferenza. L'antica e dibattuta questione della raccomandazione è stata ora risolta dal giudice Carnevale in modo supergarantista. Egli ha infatti sostenuto che le condizioni perché una raccomandazione venga richiesta e accolta «possono jssere le più varie, sicché individuarne con certezza tra esse la comune appartenenza ad associazione mafiosa, come unica possibile spiegazione del rapporto tra il postulante ed il destinatario o l'intermediario della raccomandazione appare del tutto arbitrario». Maria Cerbi
Persone citate: Agostino Cordova, Francesco La Ruffa, Mario Battaglini
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