Il «Bot-people» ha vinto il primo round di Zeni
Il «Bot-people» ha vinto il primo round Il «Bot-people» ha vinto il primo round Ma resta l'incertezza sulla lira e sul risparmio I banchieri: ora il conto corrente sarà più mobile MILANO. Niente revisione del capital gain su cui la Borsa ha tifato alla grande proprio alla vigilia. Passi in avanti invece sulle privatizzazioni, sulla riforma delle pensioni, sul contenimento della spesa sanitaria: tutti provvedimenti sui quali puntavano sia piazza Affari che i grandi investitori internazionali. Un weekend di valutazione per la manovra del governo. Poche ore di studio, determinanti da domani mattina - per una lira da settimane sotto il tiro della speculazione. Da Londra, per ora, filtrano considerazioni contraddittorie: piace il tono severo di Amato, non piacciono i mancati tagli «pesanti» alle spese correnti. Idem per la Borsa. Sulla carta, le delusioni sono tante, dal capital gain all'assenza di qualsiasi accenno al mercato azionario. In più, si teme qualche effetto patrimoniale (su casa e conti correnti) per le società immobiliari e sulle banche. Ma, va anche detto, qualche operatore non nasconde i lati buoni della manovra, a cominciare dalla decisione del governo nell'affrontare i problemi che potrebbe far recuperare punti alla credibilità del Sistema Italia. Via dalla banca? Certo, seimila lire di imposta per ogni milione depositato su un conto corrente, su un libretto di risparmio o investito in certificati di deposito, non dovrebbero essere granché per l'anonimo signor Rossi, professione risparmiatore. Ma si sa, in certi casi, più dell'importo conta l'impatto psicologico, la paura che l'una tantum di oggi possa trasformarsi in un'abitudine domani. Insomma, il precedente di un fisco, che tra una tantum e un'abolizione del segreto bancario è ormai di casa tra i conti correnti e i depositi bancari, può scatenare qualsiasi paura. Chissà, potrebbe consigliare esportazioni vecchio stile nei forzieri, non più anonimi come un tempo ma certo sempre discreti, delle vicine banche svizzere. 0 potrebbe, come sostengono molti banchieri, essere assorbita senza traumi: «La ritenuta annuale sui conti correnti esiste da tempo», spiegano alla Comit. Eppoi l'imposta straordinaria non sarà nominale, non individuerà il depositante, proprio come la ritenuta d'acconto di fine anno. Così, ecco spiegato il sostanziale ottimismo di Carlo Zini, provveditore del Monte dei Paschi di Siena. Spiega: «Il colpo è duro, ma è senz'altro preferibi¬ le a un aumento della ritenuta sui conti correnti. Si tratta di un'imposta straordinaria dettata dall'emergenza, non creerà grosse difficoltà». Del resto, a parte le grandi aziende che potrebbero studiare modi diversi per mantenere la base di liquidità necessaria per operare nel giorno per giorno, che altro potrebbe fare il povero signor Rossi? Portare i soldi in Svizzera? Difficile. Mettere i quattrini sotto il materasso? Pericoloso. «Potrebbe - spiegano all'Imi - diminuire la somma lasciata sul conto corrente, investendone diversamente almeno una parte». Cifre alla mano, in Italia l'ammontare medio di un conto corrente è superiore a quello di altri paesi europei. L'italiano, insomma, usa il conto corrente non come conto di servizio ma come vero e proprio deposito a medio e lungo termine. E attenzione, spiegano le banche, questo uso distorto del conto corrente è diffuso soprattutto tra chi ha una minor cultura del risparmio e nessuna dimistichezza con altri strumenti d'investimento. Vista da questa prospettiva, la temuta fuga dal conto corrente potrebbe quindi avere risvolti meno negativi. Per il risparmiatore che potrebbe strappare (investendo meglio una parte della propria liquidità) rendimenti più elevati. E per gli istituti di credito che potrebbero attuare in Italia un sistema in uso da anni in altri paesi: remunerare poco o nulla i conti correnti a breve (ma azzerando le spese) e remunerare di più i depositi a medio e lungo termine. Sempre più Bot people? Tirato un bel sospirane di sollievo dopo la grande paura di giovedì, quando qualcuno dava per certo una tassa anche sui titoli di Stato, il popolo dei Bot, unico (per ora) intoccabile, rischia di allargarsi. Le tensioni sui mercati internazionali, sui futures, sui Btp, molto probabilmente continueranno. Il rialzo del tasso di sconto ma non delle cedole (rispettivamente, adesso, al 13% e al 12%) di fatto hanno prodotto e produrranno tensioni sui prezzi di emissione. In più, a giudicare dalle perplessità della vigilia quando molti operatori internazionali leggevano nelle anticipazioni sulla manovra segnali di debolezza, non è improbabile che l'estero sottolinei come negativa l'assenza, nei provvedimenti di Amato, di una strategia di tagli di spesa e quindi dubiti sulla possibilità per l'Italia di uscire in fretta dalla crisi. Con l'ovvia conseguenza di un taglio ai titoli italiani. Contro questo scenario estero più pessimista, all'interno Bot, Cct e Btp, si sono confermati, dopo la manovra, un'isola sempre più felice: intoccata e intoccabile. Almeno sulla carta. Ma proprio questa intoccabilità, secondo gli analisti della Prudential Bache, potrebbe far chieder al signor Rossi: e se questo privilegio venisse intaccato nella prossima manovra? Un dilemma di non facile soluzione: da una parte i rendimenti più elevati, l'esenzione fiscale totale, l'anonimato assoluto; dall'altra il timore che prima o poi la pacchia finisca. Cosa prevarrà? Armando Zeni Tancredi Bianchi, presidente Abi (nella foto). In Italia l'ammontare medio dei conti correnti è superiore a quello degli altri Paesi europei. Secondo i banchieri «è un uso distorto»
Persone citate: Carlo Zini, Tancredi Bianchi
Luoghi citati: Italia, Londra, Milano, Siena, Sistema Italia, Svizzera
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