«Alt alle logiche feudali

«Alt alle logiche feudali» «Alt alle logiche feudali» Gerardo Bianco: i pubblici devono stare sul libero mercato ROMA. «Io ho un'abitudine, una regola di vita: se m'impe-, gno in qualcosa, cerco tutti gli spazi per vincere. Se non riesco, me ne sto buono. Ma se mi va bene, ho ottenuto l'obiettivo». Era il 10 gennaio scorso, e così il parlamentare democristiano Gerardo Bianco spiegava la sua determinazione nella guerra ingaggiata contro l'Efim, un carrozzone pubblico che la lottizzazione aveva assegnato al psi (con Gaetano Mancini alla presidenza) e alla de (Mauro Leone alla vicepresidenza). L'obiettivo era esplicito: bisognava sbaraccare. Onorevole Bianco, siamo arrivati alla resa dei conti. Niente di inatteso. Per un ente come l'Efim con il carico di ot¬ tomila miliardi di debiti sulle spalle, non poteva che giungere questo «redde rationem». Quali scenari si aprono? Resta da vedere quali saranno le modalità che il governo sceglierà per chiudere la vicenda. Ora si tratta di recuperare ciò che resta delle attività produttive, di ripartirle tra Iri ed Eni, dopo aver studiato, dove possibile, una strategia di rilancio. E di ripianamento del debito... Sì, ma a questo dovranno pensare i liquidatori, tenendo presente che l'indebitamento con le banche estere, che supera i 3 mila miliardi, è questione che coinvolge anche la credibilità generale dell'impresa pubblica italiana. Crede che la decisione sull'Efim sia destinata a fare scuola anche per Iri ed Eni? La cosa importante è che le aziende pubbliche siano sul mercato e si comportino di conseguenza. Ciò che funziona o può funzionare ha motivo di essere, il resto si dismette o si vende, secondo un criterio di sana economia. I privilegi e le logiche feudali nella gestione delle imprese pubbliche hanno fatto il loro tempo, e i loro danni. E questo, si capisce, vale per tutti. Quindi devono stare attente anche quelle aziende pubbliche che non si reggono in piedi? Io mi guardo bene dal generalizzare, anzi, credo che bisogna agire senza furie vendicative e giudicare caso per caso. Ogni volta che si parla di liquidare un ente si parla anche di carriere, di posti di lavoro, e di famiglie. Quando si andrà a liquidare l'ente si cercheranno delle soluzioni per le singole aziende e quindi anche per il personale. Quanto alle carriere personali, chi ha veramente i numeri... [r. mas.] Ma lo Stato dovrà ripianare 8500 miliardi di debiti A sinistra il presidente dell'Efim Gaetano Mancini In alto il deputato democristiano Gerardo Bianco «Alt alle logiche feudali» «Alt alle logiche feudali» Gerardo Bianco: i pubblici devono stare sul libero mercato ROMA. «Io ho un'abitudine, una regola di vita: se m'impe-, gno in qualcosa, cerco tutti gli spazi per vincere. Se non riesco, me ne sto buono. Ma se mi va bene, ho ottenuto l'obiettivo». Era il 10 gennaio scorso, e così il parlamentare democristiano Gerardo Bianco spiegava la sua determinazione nella guerra ingaggiata contro l'Efim, un carrozzone pubblico che la lottizzazione aveva assegnato al psi (con Gaetano Mancini alla presidenza) e alla de (Mauro Leone alla vicepresidenza). L'obiettivo era esplicito: bisognava sbaraccare. Onorevole Bianco, siamo arrivati alla resa dei conti. Niente di inatteso. Per un ente come l'Efim con il carico di ot¬ tomila miliardi di debiti sulle spalle, non poteva che giungere questo «redde rationem». Quali scenari si aprono? Resta da vedere quali saranno le modalità che il governo sceglierà per chiudere la vicenda. Ora si tratta di recuperare ciò che resta delle attività produttive, di ripartirle tra Iri ed Eni, dopo aver studiato, dove possibile, una strategia di rilancio. E di ripianamento del debito... Sì, ma a questo dovranno pensare i liquidatori, tenendo presente che l'indebitamento con le banche estere, che supera i 3 mila miliardi, è questione che coinvolge anche la credibilità generale dell'impresa pubblica italiana. Crede che la decisione sull'Efim sia destinata a fare scuola anche per Iri ed Eni? La cosa importante è che le aziende pubbliche siano sul mercato e si comportino di conseguenza. Ciò che funziona o può funzionare ha motivo di essere, il resto si dismette o si vende, secondo un criterio di sana economia. I privilegi e le logiche feudali nella gestione delle imprese pubbliche hanno fatto il loro tempo, e i loro danni. E questo, si capisce, vale per tutti. Quindi devono stare attente anche quelle aziende pubbliche che non si reggono in piedi? Io mi guardo bene dal generalizzare, anzi, credo che bisogna agire senza furie vendicative e giudicare caso per caso. Ogni volta che si parla di liquidare un ente si parla anche di carriere, di posti di lavoro, e di famiglie. Quando si andrà a liquidare l'ente si cercheranno delle soluzioni per le singole aziende e quindi anche per il personale. Quanto alle carriere personali, chi ha veramente i numeri... [r. mas.] Ma lo Stato dovrà ripianare 8500 miliardi di debiti A sinistra il presidente dell'Efim Gaetano Mancini In alto il deputato democristiano Gerardo Bianco

Persone citate: Gaetano Mancini, Gerardo Bianco, Mauro Leone

Luoghi citati: Roma