Tosca canta e soffre per 18 ore di Simonetta Robiony
Tosca canta e soffre per 18 ore L'opera di Puccini oggi in diretta mondiale per un miliardo e mezzo di persone Tosca canta e soffre per 18 ore Su Raiuno, con la regia di Patroni Griffi ROMA. Oggi è la giornata di «La Tosca nei luoghi e nelle ore di Tosca», il colosso pensato e ideato da Andrea Andermann per oltre cento paesi di tutto il mondo e un pubblico di un miliardo e mezzo di persone. Suddiviso in tre parti, come i tre atti che Puccini ricavò dal testo di Victorien Sardou, collocato esattamente nei posti previsti dal melodramma, questa Tosca va in onda su Raiuno attraverso diciotto ore, il tempo reale dell'azione: alle 12 dalla chiesa di Sant'Andrea della Valle, alle 20,15 da Palazzo Farnese, alle 6 dell'alba di domani da Castel sant'Angelo e poi, domani sera, verrà nuovamente trasmessa accorpata in un'unica soluzione. Andermann è un signore che ama pensare in grande: sua, per esempio, fu l'idea della Notte della musica per il solstizio d'estate. L'ipotesi di questa Tosca gli venne quando da studente lavorava ad un allestimento dell'opera fatto da Zeffirelli. Del funzionamento tecnico del mezzo televisivo non sa niente ma confida molto sulle sue immense potenzialità. Ecco perché, sfruttando la televisione che permette una diretta mondiale, Andermann ha voluto questa Tosca, opera simbolo del Ventesimo Secolo non foss'altro perché il suo debutto avvenne proprio nel 1900. Sei miliardi sono il costo dell'operazione, coperto dalle tv che vi hanno contribuito e dalla vendita in cassetta del film che verrà realizzato. Per farla Andermann è ricorso a Raiuno, a ventisette telecamere utilizzate nelle riprese e soprattutto a un cast eccezionale: Giuseppe Patroni Griffi è il regista, Vittorio Storaro il suo braccio destro, Zubin Mehta il direttore d'orchestra, Aldo Terlizzi lo scenografo. E poi Floria Tosca è la giovane soprano Catherine Malfitano; Ruggero Raimondi è, per la prima volta nella sua carriera, il barone Scarpia, Placido Domingo è, per l'ennesima volta, Mario Cavaradossi. A poche ore dall'inizio Patroni Griffi che, come s'era riproposto ha perso cinque chili di peso in quest'avventura, ripete più convinto di prima di aver accettato solo perché c'era Vittorio Storaro. «Senza di lui e la sua abilità di scrivere con la luce scena per scena non me la sarei mai sentita di portare alla vita vera i personaggi di quest'opera. E' con il suo apporto che ho potuto imporre alle telecamere di star addosso ai cantanti, frugare nei loro occhi, inseguire i loro gesti, vagare negli ambienti che gli stanno intorno. La mia intenzione sarebbe quella di dar al pubblico l'impressione di stare dentro i personaggi, essere loro, provare le loro passioni. Non so se ci riuscirò. Fino ad oggi è come se avessimo girato un film senza mettere la pellicola in macchina. Oggi, in televisione, vedremo cosa è successo». Simonetta Robiony Tosca canta e soffre per 18 ore L'opera di Puccini oggi in diretta mondiale per un miliardo e mezzo di persone Tosca canta e soffre per 18 ore Su Raiuno, con la regia di Patroni Griffi ROMA. Oggi è la giornata di «La Tosca nei luoghi e nelle ore di Tosca», il colosso pensato e ideato da Andrea Andermann per oltre cento paesi di tutto il mondo e un pubblico di un miliardo e mezzo di persone. Suddiviso in tre parti, come i tre atti che Puccini ricavò dal testo di Victorien Sardou, collocato esattamente nei posti previsti dal melodramma, questa Tosca va in onda su Raiuno attraverso diciotto ore, il tempo reale dell'azione: alle 12 dalla chiesa di Sant'Andrea della Valle, alle 20,15 da Palazzo Farnese, alle 6 dell'alba di domani da Castel sant'Angelo e poi, domani sera, verrà nuovamente trasmessa accorpata in un'unica soluzione. Andermann è un signore che ama pensare in grande: sua, per esempio, fu l'idea della Notte della musica per il solstizio d'estate. L'ipotesi di questa Tosca gli venne quando da studente lavorava ad un allestimento dell'opera fatto da Zeffirelli. Del funzionamento tecnico del mezzo televisivo non sa niente ma confida molto sulle sue immense potenzialità. Ecco perché, sfruttando la televisione che permette una diretta mondiale, Andermann ha voluto questa Tosca, opera simbolo del Ventesimo Secolo non foss'altro perché il suo debutto avvenne proprio nel 1900. Sei miliardi sono il costo dell'operazione, coperto dalle tv che vi hanno contribuito e dalla vendita in cassetta del film che verrà realizzato. Per farla Andermann è ricorso a Raiuno, a ventisette telecamere utilizzate nelle riprese e soprattutto a un cast eccezionale: Giuseppe Patroni Griffi è il regista, Vittorio Storaro il suo braccio destro, Zubin Mehta il direttore d'orchestra, Aldo Terlizzi lo scenografo. E poi Floria Tosca è la giovane soprano Catherine Malfitano; Ruggero Raimondi è, per la prima volta nella sua carriera, il barone Scarpia, Placido Domingo è, per l'ennesima volta, Mario Cavaradossi. A poche ore dall'inizio Patroni Griffi che, come s'era riproposto ha perso cinque chili di peso in quest'avventura, ripete più convinto di prima di aver accettato solo perché c'era Vittorio Storaro. «Senza di lui e la sua abilità di scrivere con la luce scena per scena non me la sarei mai sentita di portare alla vita vera i personaggi di quest'opera. E' con il suo apporto che ho potuto imporre alle telecamere di star addosso ai cantanti, frugare nei loro occhi, inseguire i loro gesti, vagare negli ambienti che gli stanno intorno. La mia intenzione sarebbe quella di dar al pubblico l'impressione di stare dentro i personaggi, essere loro, provare le loro passioni. Non so se ci riuscirò. Fino ad oggi è come se avessimo girato un film senza mettere la pellicola in macchina. Oggi, in televisione, vedremo cosa è successo». Simonetta Robiony
Luoghi citati: Castel Sant'angelo, Roma
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