Sotto il vestito da tigre c'è una zanzara
Sotto il vestito da tigre c'è una zanzara Arriva dall'America, punge di giorno e i sintomi del morbo sono simili a quelli dell'influenza Sotto il vestito da tigre c'è una zanzara Allarme anche in Italia, può trasmettere una malattia virale NON si è ancora spenta l'eco dei casi di leishmaniosi verificatisi a Ischia - imputato un minuscolo cugino della zanzara comune, il flebotomo pappataci (Phlebotomus pappatasi^ che può ospitare e trasmettere all'uomo virus e protozoi patogeni - che già si profila all'orizzonte un nuovo motivo di preoccupazione. Questa volta si tratta di una zanzara, la Aedes albopictus che, per l'aspetto maculato della sua livrea, viene chiamata comunemente «zanzara tigre». Un nome che la dice lunga sul temperamento aggressivo di questa specie che, originaria dell'Asia, fu introdotta in America nel 1985 in maniera davvero insolita. Con l'importazione a Houston di una partita di pneumatici usati, proveniente dall'Asia, in cui si annidavano milioni di uova di Aedes albopictus, incubate egregiamente durante il viaggio dall'acqua piovana e dal calore solare. A differenza della zanzara comune la zanzara tigre punge anche di giorno e, quel che è peggio, può trasmettere una malattia virale affine alla febbre gialla, nota come «dengue» o «febbre rompiossa». Questa malattia, nella sua forma più blanda, provoca dolori alle articolazioni, cefalea e altri sintomi simili a quelli dell'influenza. Nella sua forma più grave, la meno comune, può provocare emorragie, stato di prostrazione, schock e morte. Il fatto che la presenza della zanzara tigre venga segnalata anche nel nostro Paese desta giustamente una certa apprensione. Ma la cosa non stupisce eccessivamente gli studiosi, preoccupati da tempo delle condizioni favorevoli che si sono venute a creare per la diffusione di virus un tempo circoscritti a limitati habitat. Oggi si viaggia da un Paese all'altro. I turisti inva- dono i tropici. I virus si diffondono più facilmente da un capo all'altro del pianeta. Anche quelli che già infettano animali o uomini in zone remote della Terra hanno modo di trasferirsi su nuovi soggetti che non hanno sviluppato difese immunitarie adeguate. Nelle megalopoli attuali l'altissima densità demografica e le precarie condizioni igieniche accelerano le mutazioni nella struttura biochimica dei virus, con effetti imprevedibili. Isabella Lattes Coif manti Un esemplare di «zanzara-tigre»: è un insetto molto aggressivo Sotto il vestito da tigre c'è una zanzara Arriva dall'America, punge di giorno e i sintomi del morbo sono simili a quelli dell'influenza Sotto il vestito da tigre c'è una zanzara Allarme anche in Italia, può trasmettere una malattia virale NON si è ancora spenta l'eco dei casi di leishmaniosi verificatisi a Ischia - imputato un minuscolo cugino della zanzara comune, il flebotomo pappataci (Phlebotomus pappatasi^ che può ospitare e trasmettere all'uomo virus e protozoi patogeni - che già si profila all'orizzonte un nuovo motivo di preoccupazione. Questa volta si tratta di una zanzara, la Aedes albopictus che, per l'aspetto maculato della sua livrea, viene chiamata comunemente «zanzara tigre». Un nome che la dice lunga sul temperamento aggressivo di questa specie che, originaria dell'Asia, fu introdotta in America nel 1985 in maniera davvero insolita. Con l'importazione a Houston di una partita di pneumatici usati, proveniente dall'Asia, in cui si annidavano milioni di uova di Aedes albopictus, incubate egregiamente durante il viaggio dall'acqua piovana e dal calore solare. A differenza della zanzara comune la zanzara tigre punge anche di giorno e, quel che è peggio, può trasmettere una malattia virale affine alla febbre gialla, nota come «dengue» o «febbre rompiossa». Questa malattia, nella sua forma più blanda, provoca dolori alle articolazioni, cefalea e altri sintomi simili a quelli dell'influenza. Nella sua forma più grave, la meno comune, può provocare emorragie, stato di prostrazione, schock e morte. Il fatto che la presenza della zanzara tigre venga segnalata anche nel nostro Paese desta giustamente una certa apprensione. Ma la cosa non stupisce eccessivamente gli studiosi, preoccupati da tempo delle condizioni favorevoli che si sono venute a creare per la diffusione di virus un tempo circoscritti a limitati habitat. Oggi si viaggia da un Paese all'altro. I turisti inva- dono i tropici. I virus si diffondono più facilmente da un capo all'altro del pianeta. Anche quelli che già infettano animali o uomini in zone remote della Terra hanno modo di trasferirsi su nuovi soggetti che non hanno sviluppato difese immunitarie adeguate. Nelle megalopoli attuali l'altissima densità demografica e le precarie condizioni igieniche accelerano le mutazioni nella struttura biochimica dei virus, con effetti imprevedibili. Isabella Lattes Coif manti Un esemplare di «zanzara-tigre»: è un insetto molto aggressivo
Persone citate: Isabella Lattes
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