Un fiume di veleni a Tangentopoli di Pierluigi Battista

Un fiume di veleni a Tangentopoli Il psi all'attacco: i servizi segreti dietro le rivelazioni dei verbali Chiesa Un fiume di veleni a Tangentopoli «Cera il piano di una talpa per mettere Craxi in difficoltà» Chiesto l'intervento urgente del presidente del Consiglio ROMA. Fino a ieri erano soltanto malumori, mugugni, rabbie inespresse e a malapena soffocate. Adesso però i socialisti hanno deciso di partire al contrattacco contro l'inchiesta milanese sulle tangenti. Quattro deputati del partito di Craxi hanno presentato un'interrogazione al presidente del Consiglio Giuliano Amato per accertare se nel corso delle indagini sono stati utilizzati i servizi segreti. E i socialisti membri della giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere hanno presentato un esposto-denuncia contro la misteriosa «talpa» che il 4 giugno scorso divulgò stralci dei verbali sugli interrogatori di Mario Chiesa. Nell'esposto di Andrea Buffoni, Umberto Del Basso e Raffaele Mastrantuono «si rileva come la stampa, attraverso vari quotidiani e trovando larga eco nelle emittenti televisive, ha pubblicato ampi stralci di una relazione e di verbali allegati - atti tutti coperti da segreto - relativi al procedimento penale ed altri pendente presso ia Procura della Repubblica di Milano». Si tratta di quei passi del verbale in cui Chiesa, pur definito «mariuolo» dal segretario del psi all'inizio dell'inchiesta su Tangentopoli, rivelava legami con Bettino Craxi e con suo figlio Bobo. Passi coperti dal segreto istruttorio, ma che invece furono divulgati quando parte degli atti dell'inchiesta fu trasferita alla Giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere. Era il 4 giugno, giorno in cui i quotidiani ipotizzavano la possibilità che il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro fosse sul punto di conferire l'incarico di formare il governo a Bettino Craxi. Lo stesso giudice Di Pietro si affrettò a definire «penalmente irrilevanti» i fatti rivelati dai verbali che coinvolgevano la famiglia Craxi. Ma subito i socialisti, giudicando «millanterie» le dichiarazioni di Chiesa, denunciarono la presenza di una «talpa» mobilitata per screditare il leader del psi. Il presidente della Camera Napolitano dispose subito un'indagine per verificare se la fuga di notizie fosse partita da Montecitorio. Eppure, dicono i tre autori della denuncia, «l'indagine si è conclusa in modo infruttuoso». E allora, dove ha agito la «talpa»? Chi si è reso colpevole di tre reati come la rivelazione di segreto d'ufficio, la divulgazione di notizie «tese a ledere il decoro e la dignità di persone del tutto estranee al procedimento penale» nonché il turbamento dell'«esercizio delle attribuzioni del Presidente della Repubblica»? Ma il salto di qualità della controffensiva socialista è l'interrogazione rivolta ad Amato, al ministro della Dife¬ sa Andò e al ministro dell'Interno Mancino dai deputati psi Giulio Di Donato, Andrea Buffoni, Silvano Labriola e Raffaele Mastrantuono. I quattro parlamentari socialisti vogliono sapere «se nelle indagini preliminari e nel complesso delle attività investigative in corso a Milano siano stati e siano tuttora utilizzati dipendenti, collaboratori o altri soggetti comunque facenti capo alle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza». E in caso affermativo «quali provvedimenti il governo intenda assumere al riguardo». Il conflitto che da tempo covava sotto le ceneri tra il psi e i titolari dell'inchiesta milanese è dunque esploso. E proprio al¬ l'indomani della nota socialista in cui si rivelavano le misteriose «penetrazioni» notturne prima nello studio di Bettino Craxi e poi in quello del figlio Bobo, segretario del partito milanese. Un crescendo di sospetti, che ha preso avvio con la denuncia da parte di Ugo Intini, neocommissario della federazione milanese del psi (ha sostituito Amato), di un presunto «golpe strisciante», che è continuato con le dichiarazioni di Gennaro Acquaviva ed è culminato nella denuncia di Craxi, secondo cui le indagini milanesi nasconderebbero «aspetti tutt'altro che convincenti». Pierluigi Battista A fianco Bobo Craxi, a sinistra Mario Chiesa. A destra Claudio Bonfanti, finito sotto inchiesta 4S& Un fiume di veleni a Tangentopoli Il psi all'attacco: i servizi segreti dietro le rivelazioni dei verbali Chiesa Un fiume di veleni a Tangentopoli «Cera il piano di una talpa per mettere Craxi in difficoltà» Chiesto l'intervento urgente del presidente del Consiglio ROMA. Fino a ieri erano soltanto malumori, mugugni, rabbie inespresse e a malapena soffocate. Adesso però i socialisti hanno deciso di partire al contrattacco contro l'inchiesta milanese sulle tangenti. Quattro deputati del partito di Craxi hanno presentato un'interrogazione al presidente del Consiglio Giuliano Amato per accertare se nel corso delle indagini sono stati utilizzati i servizi segreti. E i socialisti membri della giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere hanno presentato un esposto-denuncia contro la misteriosa «talpa» che il 4 giugno scorso divulgò stralci dei verbali sugli interrogatori di Mario Chiesa. Nell'esposto di Andrea Buffoni, Umberto Del Basso e Raffaele Mastrantuono «si rileva come la stampa, attraverso vari quotidiani e trovando larga eco nelle emittenti televisive, ha pubblicato ampi stralci di una relazione e di verbali allegati - atti tutti coperti da segreto - relativi al procedimento penale ed altri pendente presso ia Procura della Repubblica di Milano». Si tratta di quei passi del verbale in cui Chiesa, pur definito «mariuolo» dal segretario del psi all'inizio dell'inchiesta su Tangentopoli, rivelava legami con Bettino Craxi e con suo figlio Bobo. Passi coperti dal segreto istruttorio, ma che invece furono divulgati quando parte degli atti dell'inchiesta fu trasferita alla Giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere. Era il 4 giugno, giorno in cui i quotidiani ipotizzavano la possibilità che il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro fosse sul punto di conferire l'incarico di formare il governo a Bettino Craxi. Lo stesso giudice Di Pietro si affrettò a definire «penalmente irrilevanti» i fatti rivelati dai verbali che coinvolgevano la famiglia Craxi. Ma subito i socialisti, giudicando «millanterie» le dichiarazioni di Chiesa, denunciarono la presenza di una «talpa» mobilitata per screditare il leader del psi. Il presidente della Camera Napolitano dispose subito un'indagine per verificare se la fuga di notizie fosse partita da Montecitorio. Eppure, dicono i tre autori della denuncia, «l'indagine si è conclusa in modo infruttuoso». E allora, dove ha agito la «talpa»? Chi si è reso colpevole di tre reati come la rivelazione di segreto d'ufficio, la divulgazione di notizie «tese a ledere il decoro e la dignità di persone del tutto estranee al procedimento penale» nonché il turbamento dell'«esercizio delle attribuzioni del Presidente della Repubblica»? Ma il salto di qualità della controffensiva socialista è l'interrogazione rivolta ad Amato, al ministro della Dife¬ sa Andò e al ministro dell'Interno Mancino dai deputati psi Giulio Di Donato, Andrea Buffoni, Silvano Labriola e Raffaele Mastrantuono. I quattro parlamentari socialisti vogliono sapere «se nelle indagini preliminari e nel complesso delle attività investigative in corso a Milano siano stati e siano tuttora utilizzati dipendenti, collaboratori o altri soggetti comunque facenti capo alle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza». E in caso affermativo «quali provvedimenti il governo intenda assumere al riguardo». Il conflitto che da tempo covava sotto le ceneri tra il psi e i titolari dell'inchiesta milanese è dunque esploso. E proprio al¬ l'indomani della nota socialista in cui si rivelavano le misteriose «penetrazioni» notturne prima nello studio di Bettino Craxi e poi in quello del figlio Bobo, segretario del partito milanese. Un crescendo di sospetti, che ha preso avvio con la denuncia da parte di Ugo Intini, neocommissario della federazione milanese del psi (ha sostituito Amato), di un presunto «golpe strisciante», che è continuato con le dichiarazioni di Gennaro Acquaviva ed è culminato nella denuncia di Craxi, secondo cui le indagini milanesi nasconderebbero «aspetti tutt'altro che convincenti». Pierluigi Battista A fianco Bobo Craxi, a sinistra Mario Chiesa. A destra Claudio Bonfanti, finito sotto inchiesta 4S&

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