Hume, che dolore non sposarmi di P. Pat.

Hume, che dolore non sposarmi «Quando unisco una coppia in matrimonio vorrei essere al loro posto» Hume, che dolore non sposarmi // Primate cattolico: cambiare la legge sul celibato LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «In fondo all'animo anche noi restiamo molto umani, desiderosi come tutti di amare e di essere amati. E ogni volta che unisco in matrimonio una coppia o incontro persone sposate, penso sempre: ecco, potevo essere io al posto loro». Con candida sincerità e con una nota di rimpianto nella voce, il cardinale Basii Hume, capo della Chiesa cattolica in Inghilterra, ha fatto sobbalzare mezzo Paese quando la Bbc ha mandato in onda la sua confessione radiofonica. A 69 anni, questo ex monaco benedettino nominato nel '76 a sorpresa primate della Chiesa «papista» in un Paese fieramente protestante, non finisce di stupire per le sue prese di posizione non convenzionali, che gli hanno guadagnato simpatia e rispetto. Certo, questa sua dichiarazione di rammarico per non essersi sposato è destinata a suscitare ampie ripercussioni. Perché dopo lo «scandalo-Casey», l'arcivescovo cattolico irlandese che per 18 anni ha nascosto al mondo una paternità, si è infiammato il dibattito sul celibato dei preti cattolici. E' un tasto scottante, specie qui in Inghilterra. Perché i preti anglicani si sposano, hanno figli, a partire dal loro Primate, mentre i loro «colleghi» cattolici restano ancorati al voto del celibato. Al di là dello sfogo alla Bbc, Basii Hume recentemente ha espresso con meditazione il suo pensiero sul celibato: «La regola che ci impone un celibato stretto prima o poi dovrà essere attenuata se non vogliamo che scenda pericolosamente il numero dei preti». E con una nota di umano rimpianto, ha confidato: «Credo che anche un celibe soddisfatto debba comunque rimpiangere per non essersi sposato». Parola di vescovo, [p. pat.] Hume, che dolore non sposarmi «Quando unisco una coppia in matrimonio vorrei essere al loro posto» Hume, che dolore non sposarmi // Primate cattolico: cambiare la legge sul celibato LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «In fondo all'animo anche noi restiamo molto umani, desiderosi come tutti di amare e di essere amati. E ogni volta che unisco in matrimonio una coppia o incontro persone sposate, penso sempre: ecco, potevo essere io al posto loro». Con candida sincerità e con una nota di rimpianto nella voce, il cardinale Basii Hume, capo della Chiesa cattolica in Inghilterra, ha fatto sobbalzare mezzo Paese quando la Bbc ha mandato in onda la sua confessione radiofonica. A 69 anni, questo ex monaco benedettino nominato nel '76 a sorpresa primate della Chiesa «papista» in un Paese fieramente protestante, non finisce di stupire per le sue prese di posizione non convenzionali, che gli hanno guadagnato simpatia e rispetto. Certo, questa sua dichiarazione di rammarico per non essersi sposato è destinata a suscitare ampie ripercussioni. Perché dopo lo «scandalo-Casey», l'arcivescovo cattolico irlandese che per 18 anni ha nascosto al mondo una paternità, si è infiammato il dibattito sul celibato dei preti cattolici. E' un tasto scottante, specie qui in Inghilterra. Perché i preti anglicani si sposano, hanno figli, a partire dal loro Primate, mentre i loro «colleghi» cattolici restano ancorati al voto del celibato. Al di là dello sfogo alla Bbc, Basii Hume recentemente ha espresso con meditazione il suo pensiero sul celibato: «La regola che ci impone un celibato stretto prima o poi dovrà essere attenuata se non vogliamo che scenda pericolosamente il numero dei preti». E con una nota di umano rimpianto, ha confidato: «Credo che anche un celibe soddisfatto debba comunque rimpiangere per non essersi sposato». Parola di vescovo, [p. pat.]

Persone citate: Basii Hume

Luoghi citati: Inghilterra, Londra