Al Comunale cinquanta voci e la big band dei Giants di Gabriele Ferraris

LA FEBBRE DEL GOSPEL AZZ LA FEBBRE DEL GOSPEL Al Comunale cinquanta voci e la big band dei Giants CARLO Pagnotta, il direttore artistico di Umbria Jazz, ha contratto da qualche tempo la «febbre del gospel»: malattia benigna, che induce a far conoscere al pubblico italiano una parte importante, e poco frequentata, della musicalità afroamericana. E Pagnotta ha contagiato l'amico Sergio Ramella, responsabile del cartellone jazz di Sere d'estate: così, grazie alla collaborazione con il mega-festival umbro, anche Torino potrà finalmente apprezzare il fascino dei cori gospel, da qualche anno «fiore all'occhiello» della massima rassegna jazzistica italiana. A Perugia, ormai, i grandi ensemble di canto religioso nero hanno conquistato pubblico e critica: e davvero, è un'esperienza unica ascoltare queste straordinarie formazioni dove musica e fede si uniscono dando vita a uno spettacolo affascinante e commovente. Martedì 14 luglio, quindi, lo Stadio Comunale (curva Maratona, ore 21,30) ospiterà lo stesso coro che andrà a Umbria Jazz: è il Cosmopolitan Church Choir di Chicago, diretto dal reverendo Charles G. Hayes. Cinquanta cantanti saranno i travolgenti protagonisti di quello che possiamo, fin da ora e senza esitazione, definire il miglior show dell'estate torinese. Il canto gospel è festa di popolo, richiede un ambiente caldo e partecipe: e per indurre tutti gli appassionati di buona musica ad affollare il Comunale, l'Aics - che cura il concerto in collaborazione con Arci Nova - ha deciso di tenere bassissimo il prezzo del biglietto: appena 5 mila lire per una serata che vale dieci volte di più. Che dire? Non approfittarne è pura follia. E la sera dopo, mercoledì 15 luglio, sempre allo Stadio Comunale (ore 21,30, ingresso 12 mila lire), c'è un altro bel concerto jazz: un settetto di stelle americane riunite sotto la meritata etichetta New York Giants. Trattasi effettivamente di musicisti che operano abitualmente nell'area newyorkese, ma il cui nome è rinomato in tutto il mondo: a cominciare dai due trombettisti, Jon Faddis e Tom Harrell. Faddis, nero, è stato «seconda voce» di Gille- spie, ed è oggi fra i massimi virtuosi del rinascimento boppistico. Di Harrell, diremo soltanto che, morto Chet Baker, è lui l'imperatore dei trombettisti bianchi. Anche ai sassofoni ritroviamo due fuoriclasse: Bobby Watson, bopper di razza finalmente apprezzato dal grande pubblico dopo anni di valorosa militanza, e Lew Tabakin, più vicino alle avanguardie. E la sezione ritmica, con Mulgrew Miller al piano, Ray Drummond al basso e Cari Alien alla batteria, è quel che si dice «un mucchio selvaggio» di esperti e geniali jazzisti. Un settetto come i New York Giants basterebbe, da solo, a esaltare un festival. E invece, a completare il cartellone jazz di Sere d'estate, arriveranno ancora Gary Burton e Eddie Daniels il 20 luglio, e il 22 Gerry Mulligan e il suo «ali stars» ReBirth of the Cool con Lee Konitz e Art Farmer. Grande musica, al Comunale. Era ora. Gabriele Ferraris Il formidabile gruppo Usa dei cinquanta cantanti di gospel provenienti da Chicago In basso il gruppo sardo dei Tazenda

Luoghi citati: Chicago, New York, Perugia, Torino, Umbria