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Il profeta del treno magnetico INVENZIONI Il profeta del treno magnetico // rivoluzionario brevetto fu depositato cent'anni fa da un tecnico romano Ma solo oggi cominciano a essere disponibili le tecnologie per realizzarlo CI sono state invenzioni così in anticipo sui tempi da non poter essere utilizzate per mancanza della tecnologia necessaria a realizzare in pratica l'idea geniale. Un caso del genere sembra essere quello del treno a motore lineare e levitazione magnetica di cui esistono oggi veri prototipi e che si presenta come una delle più attraenti soluzioni del trasporto passeggeri su medie distanze ed a velocità concorrenziali con quelle degli aerei. Un articolo pubblicato su «La strenna dei romanisti» alcuni anni fa (1980), scritto da Fabrizio Apollonj Ghetti, ha per titolo «Il treno elettromagnetico dell'avvenire fu inventato da un romano nel 1895». In esso si fa riferimento al brevetto del padre Giulio Maria (depositato appunto nel 1895) riscoperto in famiglia quando ormai era scaduto e quando invece in ambienti scientifici si cominciava a parlare seriamente della possibilità di realizzare un simile sistema. L'autore scrive che un giorno (intorno al 1923-24) il padre gli parlò dell'invenzione in questi termini: «Immagina un motore elettrico (ad induzione) che abbia un raggio infinito. In esso il rotore - la parte rotante - e lo statore - la parte fissa - sarebbero rettilinei e il primo, invece di rotare, si sposterebbe in senso lineare, sollevandosi alquanto sul secondo. Nel 1895 brevettai un nuovo tipo di ferrovia elettrica basato su questo concetto». Tutto qui, semplice e chiaro. Il brevetto esiste ed è datato 12 giugno 1895 Registro Generale voi. 30, numero 39032; Registro Attes, voi. 76 n. 328; ha per titolo «Nuovo sistema di trazione elettrica» e consta della descrizione e dei relativi disegni. Nei primi due punti della descrizione viene chiaramente indicato come il sistema abbia per scopo l'eliminazione degli attriti tra ruote e rotaia grazie all'azione elettromagnetica e che la spinta del treno lungo la direzione di marcia avvenga grazie alla stessa azione elettromagnetica che si esercita tra un sistema di bobine applicate lungo i binari ed altre bobine fissate al treno. Il disegno, tipico della sua epoca in quanto a forma dei vagoni che prescindeva da ogni velleità aerodinamica, è molto interessante perché propone ben quattro soluzioni diverse di piazzamento delle rotaie elet- tromagnetiche, di cui una con la rotaia sopra al treno stesso. A questo punto va detto che l'Apollonj non era un «bricoleur» o un inventore delia domenica, bensì un tecnico preparato che lavorava nel settore degli impianti elettrici urbani ed industriali e delle centrali idroelettriche. Ed era ben conosciuto dai suoi colleghi dal momento che nel secondo volume del «Corso di Elettrotecnica» del professor Guido Grassi del Politecnico di Torino (edizione 1923) viene citato sotto il titolo: Trazione tangenziale. «Degno di nota è il sistema che porta questo nome e che differisce da tutti gli altri fin qui accennati. La prima idea è dovuta al sig. Apollonj ed è una applicazione del campo rotante Ferraris. Se in un motore a induzione polifase si immagina di sostituire ai due anelli (statore e rotore) di dimensioni finite altri due anelli di raggio infinitamente grande, in luogo di due superfici cilindriche si avranno affacciate due superfici piane, di modo che il campo e il rotore invece di un moto rotatorio attorno a un asse, assumeranno un movimento traslatorio in una determinata direzione. L'Apollonj immaginò di applicare questo principio alla trazione: tutta la linea viene costituita come un grande statore rettilineo e la vettura, funzionante da rotore, è trascinata dal campo dello statore, campo che progredisce lungo la linea per effetto delle correnti polifasi che lo alimentano». Già in quel libro si faceva cenno ad altri ricercatori e cioè Dulait, Rosenfeld e Zelanay che, a quanto sembra di capire, avevano anche tentato alcuni esperimenti pratici. Il Grassi conosceva da tempo il brevetto avendone avuta notizia diretta ed immediata da parte dell'inventore al momento stesso del deposito, come risulta da una lettera scritta nel 1898. E' passato quasi un secolo dal primo brevetto ed oggi il treno a levitazione magnetica e motore lineare è una realtà sia pure a livello di prototipi; ma sono state necessarie altre invenzioni per rendere la cosa possibile, tra cui i superconduttori ed i semiconduttori grazie ai quali è possibile gestire le grandi intensità di corrente necessarie a creare le condizioni di funzionamento. Rimane la geniale intuizione di un italiano, che per tradizione familiare avrebbe dovuto fare l'avvocato ma preferì la tecnica. Gianni Rogliatti Giulio Maria Apollonj e, a fianco, i disegni che accempagnavanp la domanda di brevetto di treno a levitazione magnetica Sotto: il «Trasrapid» della tedesca Krauss Maffei

Persone citate: Fabrizio Apollonj Ghetti, Ferraris, Gianni Rogliatti Giulio Maria, Giulio Maria, Guido Grassi, Krauss, Maffei, Registro Attes, Rosenfeld

Luoghi citati: Torino