Fiori, campi e giardini per chiudere la stagione fitta di artisti illustri di Angelo Dragone

Fiori, campi e giardini per chiudere la stagione fitta di artisti illustri Tradizionale incontro da Davico Fiori, campi e giardini per chiudere la stagione fitta di artisti illustri Con una cinquantina di dipinti, di quasi altrettanti autori (se un paio di loro son presenti con più opere), «Fiori, campi e giardini» è tema ormai ricorrente di fine stagione per la «Davico» (Galleria Subalpina, fino al 15 luglio), per la sua contiguità, forse, col bagno di «natura» che, tra ferie e vacanze, questi mesi promettono. L'esposizione ha anche un sottotitolo, «La natura vista dai pittori», che fa subito pensare a quale fraseggiato mondo si riferisca, facendo riflettere su quanto ogni artista metta abitualmente del suo nel diversificare non soltanto il proprio punto di vista, ma il linguaggio che basta a segnare epoche diverse, come nel trittico «La grande vigne» di Jean M. Bacquet: muta anzi l'intero registro cromatico: di stagione in stagione, come nelle diverse ore del giorno, in un «mattino d'autunno», o in un «mattino d'estate», o alla «sera d'estate». Di Italo Cremona, un vecchio quadro con un interno raffigura un nudino steso su un divano, ma s'affaccia poi con una finestra «su un giardino». Gatti ha ritratto una «pianta grassa» in un interno: sicché è estremamente varia, la stessa realtà ispiratrice, si pensi all'intonazione agreste del «Prato verde» di Tofanelli, e il tono accostato con cui Soffìantino s'è soffermato su un «Ireos maculato», lo stesso tema trattato a matita da Mario Calandri e da Eandi con colori acrilici. C'è chi a volte rinterza un petalo come una vela e altri, da Fico a Vallorz, per i quali ogni fiore è un pretesto per puntare sui colori prediletti, nel momento stesso in cui si tratterà di dar loro anche il senso individuale d'una forma. Il verde-grigio dell'antico «Ulivo di Puglia» di Renato Balsamo si staccherà sempre dai materici verdi/bruni di Morlotti che altri ulivi ritrae in Liguria sotto cieli d'un'intensa, straordinaria nota azzurro-violacea. Si fa posto, insomma, tanto all'invenzione vagamente astratta di Luraschi quanto alla concretezza di Tabusso cui giovano, in «Vecchio giardino a Lindau», le smaltate note basse d'una sapiente orchestrazione. Angelo Dragone Cremona: «Interno con finestra»

Luoghi citati: Liguria, Prato, Puglia