Siviglia disposta a tutto per la Scala di Muti di Liliana Cavani

Siviglia disposta a tutto per la Scala di Muti Grande attesa all'Expo per la «Traviata» di questa sera con la Fabbricini e la regia di Liliana Cavani Siviglia disposta a tutto per la Scala di Muti Una città in coda e bagarini scatenati: biglietti a un milione e mezzo SIVIGLIA DAL NOSTRO INVIATO Questa sera la Scala porterà all'Expo di Siviglia la «Traviata» diretta da Riccardo Muti con la regia di Liliana Cavani. Ma il complesso scaligero ha già conquistato la capitale dell'Andalusia. Anche 48 ore di coda al Teatro de la Maestranza per accaparrarsi un posto; e affari d'oro per i bagarini: alcuni giapponesi hanno sborsato 130 mila pesetas (circa un milione e mezzo di lire) per il «Ballo in maschera» e per «Traviata». Attesa febbrile quindi per questo spettacolo interpretato da Tiziana Fabbricini, Roberto Alagna e Paolo Cono. Anzi, per dirla con i responsabili dell'Expo, «un fenomeno che non si riesce a contenere, né a reprimere». Il Teatro de la Maestranza, costruito nel '91 e costato 48 miliardi di lire, è il cuore musicale dell'Expo, ma, avverte il direttore artistico Luis Andreu, «come teatro d'opera non avrà un futuro. Forse diventerà sede dell'Orchestra sinfonica di Siviglia». Spiega: «Non ci sono i fondi per stagioni liriche stabili. E per ogni opera il pubblico non chiede più di due-tre recite». Un vero peccato. Siviglia non ha mai avuto una sala come questa, un bell'anfiteatro in legno chiaro ideato e realizzato dagli architetti Aurelio Del Pozo e Luis Marin. «D'altra parte - chiarisce Andreu - all'Expo arrivano le orchestre più grandi e gli artisti più celebri. Per noi è un avvenimento ospitare la Scala e un direttore come Riccardo Muti». Muti è di buon umore. L'atmosfera rilassata favorisce il dialogo. Confessa: «Il mio grande sogno è portare la Scala al Colon di Buenos Aires, un teatro con la migliore acustica del mondo». Annuncia che il 16 luglio sarà a Salisburgo per iniziare le prove della «Clemenza di Tito». «La Scala - assicura il soprintendente Carlo Fontana - per la tournée in Spagna non spende una lira. Due miliardi li paga l'Expo e 700 milioni per le trasferte di Madrid e Barcellona i ministeri degli Esteri e dello Spettacolo». Dopo.la Spagna, in ottobre, tour a Washington, New York e Mexico City, ancora con il «Requiem» di Verdi. «A spese degli Stati Uniti», ribadisce Fontana. Maestro Muti, perché la Scala non ospita grandi direttori? Non credo sia vero. Non sempre i loro impegni corrispondono alle esigenze dei teatri. Per anni su Muti-Abbado sono state scritte molte inesattezze. Lui non vuole me, io preferisco che lui non ci sia. Figuriamoci se non siamo stati sempre in contatto. Tanto è vero che Abbado tornerà alla Scala in concerto con i Berliner nel '92-'93 e per dirigere «Il barbiere di Siviglia» nella stagione '94-'95. Abbiamo soltanto percorso strade diverse, ma sempre con l'intento di rendere un servizio alla musica. Che è poi la cosa che ci interessa di più. Quali altri direttori arriveranno? Sinopoli nel '93-'94 per l'«Elektra» di Strauss, Chailly ('93'94), Sawallisch. E poi: ogni direttore ha il diritto sacrosanto di scegliersi il teatro che vuole, quello a lui più congeniale. Quante volte James Levine mi ha invitato al Metropolitan e quante altre io gli ho chiesto di dirigere alla Scala. Finora i nostri intenti sono andati delusi. E quante volte ho pregato Kleiber di tornare a Milano. Trova sempre scuse, dice che è vecchio, che deve studiare. Magari poi dirige il Concerto di Capodanno. Dovrei offendermi? Sarei felice se domani dicesse eccomi sono tutto per voi. In che cosa lei è diverso da Kleiber? Lui dice di essere un direttorepilota. Io sono invece un pilota meccanico, amo il motore-orchestra. Quale opera non ha ancora diretto e le piacerebbe dirigere? Il «Falstaff», che farò il prossimo anno con la regia di Strehler. Ma il mio sogno resta «Medea» in edizione filologica. Un altro sogno irrealizzato è «Norma», ma mancano le voci. Carlo Fontana osserva che alla Scala si dovrà costruire un palcoscenico all'avanguardia. «L'attuale è troppo vecchio, funzione grazie all'abilità dei tecnici. Ormai siamo ad una scadenza improrogabile che il Comune di Milano deve e vuole affrontare». La Scala è sempre più ambasciatrice della lirica nel mondo? Certamente. E' un teatro che non ha bisogno di autopromuoversi, è ambito da tutti. Ogni artista deve comprendere che arrivare alla Scala è un fatto prodigioso perché significa grandissima qualità artistica. E quindi anche un cachet ridotto. Non ci interessa il teatro di routine come avviene in Germania. Armando Caruso E il maestro sogna di portare la sua orchestra a Buenos Aires Qui accanto Tiziana Fabbricini protagonista di «Traviata» A sinistra il maestro Riccardo Muti