Nei guai l'accusatore di Goria di Fulvio Lavina
Nei guai l'accusatore di Goria Milano, il finanziere Rapisarda rinviato a giudizio per bancarotta Nei guai l'accusatore di Goria Dal crack di una sua società è nato lo scandalo cf?e ha coinvolgo il politico Óra potrebbe trovarsi imputato assieme agli amministratori della Cassa di Asti ASTI. Alberto Filippo Rapisarda, il «grande accusatore» della Cassa di risparmio di Asti e del ministro Giovanni Goria, è stato rinviato a giudizio dalla quinta sezione penale della Corte d'appello di Milano per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. I fatti si riferiscono al fallimento (decretato nel 1979) della Pmi (Partecipazioni Immobiliari e Mobiliari), una società collegata alla «Bresciano» di Mondovì dal cui crack è partita la vicenda «Cassa-Rapisarda» che ha coinvolto anche il ministro astigiano. Contro Goria, infatti, la procura della Repubblica di Milano ha firmato una richiesta di autorizzazione a procedere con l'accusa di falso in bilancio. Goria è chiamato in causa in quanto, fino al marzo del 1977, era componente del collegio sindacale dell'istituto di credito astigiano. La complicata vicenda che ha portato al rinvio a giudizio dell'uomo d'affari siciliano (con precedenti penali) è uno dei fi- Ioni, stralciati in fase istruttoria dal giudice Giorgio Della Lucia, del fallimento Bresciano, la società di costruzioni rilevata dal Rapisarda stesso con l'impegno di assumersi i debiti che la ditta aveva con la Cassa di risparmio. La Pmi, era una società del gruppo Bresciano. Una volta acquisita, Rapisarda era riuscito a farsi concedere un mutuo di 800 milioni da parte dell'Istituto San Paolo di Torino. Ma la somma era stata poi destinata parte alla Venchi Unica (fabbrica torinese, rilevata dal finanziere siciliano e poi fallita) e il resto su un conto intestato allo stesso Rapisarda. Questa ricostruzione è stata accolta del tribunale civile di Milano che 4 anni fa ha condannato Rapisarda e altri amministratori della Pmi per il fallimento della società. In sede penale, invece, il giudice istruttore Della Lucia aveva prosciolto Rapisarda e contro questo provvedimento aveva ricorso il pm. Il fascicolo è giunto sino alla Cassazione che lo ha rimandato alla Corte d'ap- pello per verificare l'ammissibilità o meno del ricorso del pubblico ministero. La sentenza della quinta sezione penale è stata depositata mercoledì: i giudici, riformando la decisione di Della Lucia, dispongono il rinvio a giudizio di Rapisarda con le accuse di bancarotta fraudolenta. Non è escluso adesso che per quest'ultimo venga chiesta la riunificazione con il processo avviato a Milano (è stato sospeso e riprenderà il 30 settembre) contro i vertici della Cassa di risparmio (amministratori e funzionari accusati di falso in bilancio e altri reati). Rapisarda, da accusatore, potrebbe trovarsi a sedere sul banco degli imputati. La posta in gioco è un vasto appezzamento di oltre un milione di metri quadri, a Peschiera Borromeo, (ora sotto sequetro giudiziale) che Rapisarda aveva ceduto alla Cassa di risparmio e che ora vuole riottenere. Fulvio Lavina
Luoghi citati: Asti, Milano, Mondovì, Peschiera Borromeo, Torino
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