Waldheim: non ho rimorsi di E. St.

Waldheim: non ho rimorsi AUSTRIA Cambio della guardia a Vienna, Klestil nuovo presidente Waldheim: non ho rimorsi Nel discorso di addio ha voluto giustificare le sue mancate dimissioni «Ho dovuto difendere la generazione costretta a convivere col nazismo» VD2NNA. Con il commiato di Kurt Waldheim e il giuramento del nuovo presidente, Thomas Klestil, l'Austria ha messo ieri la parola fine a uno dei più difficili capitoli della sua storia, il lungo dopoguerra, e ne ha aperto uno nuovo, quello dell'ingresso nell'ordine post-bellico del dopo Helsinki e della fine del confronto Est-Ovest. Il passaggio delle consegne è stato celebrato durante una riunione solenne dei due rami del Parlamento, nella «vecchia sala del Consiglio dell'Impero», gremita da personalità del mondo politico, religioso e rappresentanti del corpo diplomatico. La cerimonia è stata inaugurata dal presidente del Consiglio nazionale, Heinz Fischer, che ha tenuto un discorso di commiato, seguito poi dal presidente del Consiglio federale, Herbert Schambeck. Per ultimo ha preso la parola il presidente uscente. Waldheim ha dedicato lunghi passaggi del suo discorso ai momenti critici del suo mandato, alle accuse, cioè, piovutegli ad¬ dosso da tutto il mondo per i presunti crimini di guerra perpetrati durante il periodo nazista. «Le polemiche scoppiate all'inizio del mio mandato - ha detto - non dovranno più ripetersi nel nostro Paese. Mi sono sforzato di far capire che per un popolo non esistono colpe collettive, esiste però una comune, pesante eredità». Waldheim ha detto di avere compreso durante i trascorsi sei anni quanto sia difficile spiegare alla gente, soprattutto alle nuove generazioni, la contraddizione vissuta da un esponente della generazione della guerra che «ha respinto dalla prima ora il nazismo e al contempo ha vissuto sotto quel regime e ha dovuto indossare anche le sue uniformi. Un terzo della popolazione austriaca - ha detto - appartiene oggi alla generazione della guerra, ma la stragrande maggioranza di queste persone è stata mandata in guerra contro la propria volontà». Retrospettivamente, Waldheim ha detto di rimpiangere di non aver saputo trovare, quando scoppiò la campagna di accuse nei suoi confronti, le parole adatte «a spiegare la mia vita, i miei sentimenti, il destino della mia generazione, ma anche la portata dei crimini di allora». Waldheim ha poi difeso la sua decisione di non dimettersi sull'onda delle polemiche per evitare di polarizzare la vita politica e di esporre all'accusa generale la vecchia generazione. «Decidendo di non ricandidarmi - ha aggiunto - ho inteso dare il mio contributo a un ricambio di generazione e sono felice che ciò sia avvenuto in modo così armonico». E, in realtà, il 59enne Thomas Klestil, diplomatico di carriera, finora segretario generale del ministero degli Esteri, 18 anni in missione negli Stati Uniti, ardente propugnatore dell'Europa, sembra l'uomo giusto per guidare il Paese nella nuova era. Klestil è il primo capo di Stato austriaco che non appartiene alla generazione della guerra. [e. st.]

Luoghi citati: Austria, Europa, Helsinki, Stati Uniti, Vienna