Liberi di andare in pensione dopo i 60 anni di Gian Carlo Fossi

Liberi di andare in pensione dopo i 60 anni Il progetto di riforma del ministro Cristofori ribalta quello elaborato dal precedessore Marini Liberi di andare in pensione dopo i 60 anni Previsti incentivi per chi continua a lavorare oltre il limite minimo ROMA. L'età pensionabile verrebbe elevata a 65 anni in modo volontario, favorita da incentivi. Cioè, ciascun lavoratore potrebbe scegliere liberamente la data del pensionamento in base alle proprie esigenze a partire dagli attuali limiti di 60 anni per gli uomini e di 55 anni per le donne; e, per ogni anno in più, il «rendimento» aumenterebbe dal 2 al 2,5 per cento. Questo significa che un operaio o un impiegato, deciso a lasciare il servizio a 65 anni invece che a 60 anni, otterrà una pensione pari all'82,5% della retribuzione pensionabile, calcolata sugli ultimi dieci anni, rispetto all'80% risultante dalla somma dei rendimenti al 2 per cento. E' questo uno dei punti-cardine del provvedimento di delega per la riforma del sistema previdenziale, che il ministro del Lavoro Cristofori ha predisposto a tempo di record sulla base del progetto-Marini. Da ieri sera il nuovo progetto è sul tavolo del presidente del Consiglio Amato e subito ha suscitato violenti contrasti nel governo, soprattutto fra il ministro del Lavoro e i ministri finanziari Barucci,.Goria e Reviglio. Ancora una volta sul banco degli accusati c'è l'innalzamento dell'età pensionabile, che - previsto dal precedente ministro del Lavoro in forma obbligatoria - ha affossato la riforma alla vigilia delle elezioni politiche. «Bisogna finire - ha detto Cristofori - di parlare di riforma pensionistica. Occorre farla». Oltre all'aumento volontario dell'età pensionabile, tra i punti forti della delega figurano il calcolo della retribuzione pensionabile su 10 anni invece che su 5, la modifica del rendimento annuo, l'omogeneizzazione delle regole per i 54 enti previdenziali, un taglio graduale alle pensioni-baby nel pubblico impiego, il rilancio dei trattamenti integrativi. Le contestazioni si accentrano contro l'ipotesi di elevazione facoltativa dell'età pensionabile. Con queste misure, osservano gh' esperti, non si affronta minimamente il problema di fondo della riforma, che è quello di avviare il risanamento, seppure graduale, dei conti della previdenza che marciano con uno sbilancio di 60 mila miliardi annui a carico dello Stato soltanto per il settore privato, senza contare il peso enorme delle pensioni dei lavoratori pubblici. Al contrario, si insiste, l'innalzamento obbligatorio dell'età pensionabile è lo strumento-base per conseguire un risultato certo sulla strada del riequilibrio tra entrate e uscite, in mancanza di drastiche riduzioni di prestazioni o di un sostanzioso incremento dei contributi previdenziali. La manovra sull'età pensionabile sostenuta da incentivi è giudicata da molti un «non senso». Quanti, in realtà, troverebbero vantaggioso lavorare 4 o 5 anni di più per avere un miglioramento della pensione assolutamente esiguo, tanto più se si considera che per 4 o 5 anni do¬ vrebbero rinunciare ai ratei di pensione? E il baratro potrebbe divenire ancora più profondo. Nel caso più favorevole che tutti aderissero all'invito di restare al lavoro dietro incentivi si avrebbero gli stessi effetti del progetto Marini ma con un ulteriore aggravio. Lo scontro è così duro che ieri sera a Palazzo Chigi per alcune ore un gruppo di esperti dei ministeri interessati e della Ragioneria generale dello Stato ha tentato invano di arrivare ad un compromesso. Ma - avverte 0 presidente dell'Inps Colombo se non si interviene subito non saranno più possibili «colpi di fioretto», ma «colpi massicci di machete con sacrifici dolorosi». Nel '93 il deficit può volare alle stelle: la valanga dei prepensionamenti, il ricorso sempre più diffuso ai pensionamenti anticipati per vecchiaia (35 anni di contribuzione), la perdurante flessione del flusso dei contributi nel triangolo industriale. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Barucci, Cristofori, Goria, Reviglio

Luoghi citati: Roma