«Piena armonia con le ricette dei Grandi» di Stefano Lepri

«Piena armonia con le ricette dei Grandi»«Piena armonia con le ricette dei Grandi» Amato: il compito è terrificante ma siamo sulla via giusta MONACO r^bNOSTRO INVIATO «L'Italia esce dal G7 con un risultato positivo: perché da parte di tutti gli altri Paesi c'è consapevolezza dei gravi problemi che abbiamo, e del rischio che senza rapide ed efficaci misure noi scivoliamo su un sentiero di divergenza»: così dice Giuliano Amato, che appena rientrato a Roma varerà entro la settimana le nuove tasse e i tagli alle spese. Con i tempi che corrono, sono queste le cose di cui rallegrarsi. Forse ce la faremo a non «divergere» dagli altri grandi Paesi industriali. «Adottando l'imminente manovra economica prosegue il presidente del Consiglio - pensiamo di mantenerci a rispettosa distanza da quel sentiero. Però è sempre lì e dobbiamo saperlo». Sì, le difficoltà sono grandi: il «compito terrificante» di raddrizzare l'Italia - come lo definisce l'autorevole quotidiano inglese Financial Times - «ce l'ho tutto sullo stomaco», ammette Amato. Però i risultati dell'annuale vertice dei 7 Capi di Stato e di governo possono servire a rinfrancarsi. La ricetta economica che i sette grandi imparti- scono quest'anno al mondo, secondo Amato, è la stessa che ispira ciò che il governo italiano sta per decidere: c'è piena armonia. «Il messaggio del G7 è che non c'è contrasto tra politiche di risanamento e politiche di sviluppo. E' la stessa cosa che io ho detto nella mia replica nel dibattito sulla fiducia alla Camera». La ricetta del G7, nel comunicato economico finale emesso ieri mattina, porta un titolo che Amato presenta come suggerito dalla delegazione italiana: «Lavorare insieme per una crescita più rapida e per un mondo più sicuro». Contiene una mole di lodevoli, propositi (definiti hot air, equivalente di «aria fritta», dai giornali americani; heisse Luft, lo stesso, da quelli tedeschi); e indicazioni buone anche per il Giappone (si ha già notizia di reazioni favorevoli da parte di industriali e banchieri di Tokyo) che viene invitato S fare esattamente l'opposto dell'Italia: cioè a spendere più denaro pubblico per stimolare subito l'economia. Riguarda l'Italia ovviamente ma non solo essa - il paragrafo «ridurre i deficit pubblici eccessivi soprattutto con tagli alla spesa, perché il denaro dei contribuenti deve essere usato in modo più efficiente». Accende le speranze italiane, dopo la stretta monetaria decisa per difendere la lira, la frat:e che annuncia: «A mano a mano che il rischio di inflazione diminuisce, sarà sempre più possibile un ribasso dei tassi di interesse». Ma quando qup°to avverrà il G7 non può dirlo, perché la posizione della Germania - dalla quale soprattutto dipendono i tassi in Europa - non è cambiata. «Le preoccupazioni del G7 sono le nostre stesse preoccupazioni, crescita economica e posti di lavoro - ripete Amato - e il percorso è lo stesso. Il puntochiave è il risparmio. Le risorse finanziarie sono una cosa preziosissima che noi stiamo facendo mangiare per tre quarti dal deficit pubblico». Tagliare il deficit oggi, a ogni costo, è l'unica maniera per ottenere più crescita domani. Per l'appunto, ieri Gèergé'Bush ha citato còh favore le decisioni del governo italiano, tra quelle miranti (in senso lato) a «rafforzare la crescita»; davanti ai suoi elettori irritati per la lunga crisi, il Presidente Usa è pronto sottolineare ogni elemento che vada in questa direzione. Al termine di questi incontri l'ottimismo ufficiale è di rigore. Per l'economia mondiale arriva «un segnale di speranza», dice il cancelliere tedesco Helmut Kohl. Il presidente francese Francois Mitterrand azzarda una previsione: in autunno,, da ottobre in poi, la ripresa economica si farà più intensa. Un poco deluso, ma solo un poco, si dichiara il primo ministro britannico John Major, perché la sua mediazione sul Gatt (barriere al commercio mondiale) non ha avuto successo. Il comunicato elenca le aree di dissenso, che si sono ristrette. Parecchi economisti sono convinti che un pieno successo sul Gatt darebbe uno stimolo notevole, attorno allo 0,5%, alla crescita economica mondiale. Stefano Lepri Il ministro del Bilancio Reviglio che con Barucci e Goria compone la troika che definirà la manovra

Persone citate: Barucci, Francois Mitterrand, Gatt, Giuliano Amato, Goria, Helmut Kohl, John Major, Luft, Reviglio

Luoghi citati: Europa, Germania, Giappone, Italia, Roma, Tokyo