Iciap, ora è guerra tra evasori e Comune

Iciap, ora è guerra tra evasori e Comune Quaranta «007» per recuperare 17 miliardi Iciap, ora è guerra tra evasori e Comune Il Comune dichiara guerra agli evasori dell'Iciap, un esercito di almeno 25 mila teorici contribuenti. E' un affare da 17 miliardi, oggi rintracciabili alla voce «mancate entrate». Intanto, all'orizzonte si profilano nuovi guai: alcuni servizi (assistenza e istruzione in particolare) denunciano vuoti d'organico insostenibili. Così un'altra giunta si è consumata nel tira e molla per un pugno di lire o un manipolo di dipendenti in più. A proposito dei dipendenti: i primi 40, bimestrali, se li aggiudica l'assessore al Bilancio Sebastiano Provvisiero. Il loro compito: controllare quanti non hanno pagato l'Iciap '91 (i termini per il versamento 1992 scadranno a fine luglio). Da alcune settimane sono giunti in assessorato gli elenchi di tutti i torinesi iscritti al registro Iva, come tali tenuti a pagare l'imposta sulle libere professioni. Sarebbero 125 mila: «Ma i versamenti del 1991 sono stati soltanto 82 mila» precisa Provvisiero. Quarantatremila evasori? «Non è detto, le liste del ministero potrebbero comprende anche ditte individuali che hanno già cessato l'attività». E allora? Stime ufficiose parlano di almeno 25 mila omesse dichiarazioni. Non è tutto: controlli «a campione» hanno dimostrato che molti artigiani, commercianti e professionisti hanno sì denunciato la propria attività, il reddito e l'ampiezza di negozi o uffici. Al momento di pagare, però, si sono limitati a un versamento «simbolico» di mille e duemila lire: «Una forma di protesta annunciata da alcune associazioni, che aveva il vantaggio di non porre ero il denunciarne nella categoria degli evasori totali» spiega l'assessore. Di fatto, le entrate previste ammontavano a 60 miliardi, quelle reali sono state di 43 miliardi. Una differenza che dovrebbe essere in parte colmata con il lavoro dei 40 «controllori» bimestrali e le successive contestazioni. Nel frattempo la difficile estate della giunta si arricchisce di nuovi problemi. Nei giorni scorsi il responsabile del settore Istruzione, Piero Bellato, ha richiesto l'invio entro settembre di 420 supplenti (insegnanti ed educatori) per scuole materne e asili nido. In particolare, 245 dovrebbero coprire le carenze della pianta organica, gli altri sostituire dipendenti in maternità. Risposta del Personale: «I fondi di bilancio sono esauriti». Una situazione imprevista, perché analogo problema si era posto l'anno scorso: «E lo avevamo calcolato anche per il 1992, inserendo alcuni miliardi nel conto preventivo» precisa Provvisiero. Cosa è accaduto? Lo si saprà nei prossimi giorni, quando il responsabile del Bilancio e l'assessore al Personale Ricciotti Lerro presenteranno una relazione ai colleghi di giunta. Il problema resta: «Se il rifiuto fosse confermato, in settembre ci troveremmo in serie difficoltà ad aprire tutte le scuole» precisa il dottor Bellato. Particolarmente grave la situazione per le materne: i 330 posti da coprire rappresentano oltre il 25 per cento della pianta organica. Il costo dell'operazione-supplenti sarebbe vicino ai 10 miliardi. L'assessore all'Istruzione, Giuseppe Bracco, non nasconde la sua preoccupazione: «Dobbiamo deciderci a fare delle scelte, non possiamo andare avanti alla giornata». Cita un altro esempio: i 240 posti mancanti nel settore assistenza, che hanno già provocato agitazioni sindacali in alcune circoscrizioni e colpiscono particolarmente le fasce deboli della città. Ruoli che potrebbero essere coperti con concorsi (lo consente la legge finanziaria): alcuni, già banditi, sono fermi da tempo. Giampiero Pavidi© il denundegli evl'assessoDi fatammontquelle rmiliardidovrebbmata controllori»sive conNel festate dsce di Gli assessori Bracco (sopra) e Provvisiero

Persone citate: Bellato, Giampiero Pavidi, Giuseppe Bracco, Piero Bellato, Provvisiero, Ricciotti Lerro, Sebastiano Provvisiero