Il Mondo al capezzale del Toro

Il Mondo al capezzale del Toro Summit tra presidente, Moggi e tecnico per vedere se si può migliorare la squadra Il Mondo al capezzale del Toro 77 n. 1: «Quando Lentini mi disse che andava al Milan lo portai alla Juve» L'allenatore: «Ipiccoli club non possono tenere i campioni o presunti tali» TORINO. «Quando infuria la tempesta curvati su te stesso, fatti piccolo piccolo e sta' zitto sino a quando non torna il sereno. Solo così ti salverai». L'antica saggezza orientale, praticata con profitto da Andreotti, è proprio ignota al parlamentare Borsano. Il presidente del Toro continua a raccontare e raccontarsi. L'ultima «perla» è di ieri, l'ha consegnata ai tifosi del Filadelfia affrontati sul mezzogiorno: «Quando Lentini venne con il suo procuratore, l'avvocato Pasqualin, ad annunciarmi le cifre offerte dal Milan presi lui e il manager e li portai difilato alla Juventus per tentare di cederlo ai bianconeri: là, il giocatore spiegò di nuovo per filo e per segno cosa gli dava Berlusconi, la Juve disse che era d'accordo su quell'ingaggio, però dettò condizioni particolareggiate per onorarlo. Al che Pasqualin tagliò corto, affermò che c'erano troppe difficoltà e subito partì con Lentini per Milano». Un premio a chi capisce Borsano. Perché ha fatto una simile rivelazione ai tifosi già furenti? Chissà con quanto piacere il popolo torinista apprenderà che, in extremis, il suo capo tentò di favorire i bianconeri. Davvero incomprensibile. Nel momento del massimo bisogno di amicizie il patron granata pare sforzarsi di fare il deserto attorno a sé. Avaro di saggezza il presidente: ricco, invece, Mondonico. Ha interrotto le vacanze in Sardegna, per incontrare Borsano e Moggi. Tre ore e mezzo di discussione, tema: chi, e come, comprare su un mercato che, d'improvviso, ha scoperto il Torino. Le ricchezze accumulate con Lentini hanno fatto della società granata la «terra promessa», procuratori, sensali e direttori sportivi di ogni parte d'Italia sgomitano per offrire brocchi, mediocri, avanzi della A, presunti emergenti della B e quei pochi elementi di valore discreto rimasti in giro. Naturalmente, l'offerta è subito publicizzata: «Il Toro è in¬ teressato a...», mal che vada il soggetto in questione godrà di una insperata notorietà buona per attirare altri acquirenti. Così, si spiega la gran copia di calciatori, anche i più stupefacenti, ai quali Moggi farebbe la corte. In realtà, il «Mondo» e il direttore generale hanno idee ben precise, i desiderati sono pochi e costano cari, più cari ogni giorno che passa. Sulla loro identità il tecnico, ovviamente, ha taciuto: neppure ha detto quanti saranno i nuovi arrivi, se l'è cavata con un lapidario: «Il numero giusto». Più parco ancora di parole Moggi. E' scontato, comunque, che se giungerà Pin non giun¬ gerà Agostini: perché il Parma, proprietario della punta, la cede solo se il Toro cessa di corteggiare il centrocampista laziale sognato da mesi dal club emiliano. Quindi, l'acquisto dell'uno esclude l'altro: l'alternativa più probabile alla punta appare l'evanescente napoletano Silenzi (in subordine, dal cimitero degli elefanti potrebbe essere esumato Carnevale). Invece di Pin potrebbe venire Bonacina, il piccolo mediano della Roma che Mondonico ebbe al suo servizio quando guidava l'Atalanta. Tramontata l'ipotesi Crippa: il grande amico dì Maradona piace eccome, ma sull'attrazione vince il dubbio sul suo privato. Abbiamo detto prima che Mondonico ha dimostrato molta saggezza nel commentare il turbolento oggi torinista. Più che da semplice allenatore ha parlato da uomo affezionato al granata e difeso Borsano: «Dobbiamo fare bene per ridare credibilità al presidente... c'è l'obbligo di aiutare chi ci ha sempre aiutati». Dalla difesa all'annuncio: «L'ingegnere è anche disposto a lasciare, non vuol rimanere a dispetto dei santi». Al riguardo, ieri, a Torino è stato visto Calieri. La contestazione non sembra aver impresssionato il tecnico: «Potrebbe anche essere interpretata, logicamente escludendo le violenze, come un ennesimo atto d'amore». Già, però la gente vede un fosco futuro. La risposta: «Piano con le visioni catastrofiche: certo, il momento attuale è figlio di una situazione assurda che purtroppo fa parte del calcio odierno. Mi auguro, ma dubito fortemente, che il Toro, semmai avrà un altro talento come Lentini, o presunto tale, potrà trattenerlo. Senza magnati alle spalle, quale club può permettersi di legare a sé determinati giocatori? Le storie parallele di Lentini e Fonseca insegnano». Oggi, intanto, presentazione di Aguilera: sarà un attimo di pausa alla protesta? Claudio Giacchino Mondo (da sin) Agostini e Bonacina

Luoghi citati: Filadelfia, Italia, Lentini, Milano, Sardegna, Torino