L'auto corre, ma solo in Italia di Renzo Villare

L'auto corre, ma solo in Italia Nei primi sei mesi le vendite cresciute del 5,54%, Fiat salda a quota 44,6% L'auto corre, ma solo in Italia Mentre in Europa c'è crescita zero TORINO. Il mercato dell'auto in Italia continua a crescere. In giugno - secondo i dati diramati ieri dall'Anfia e dall'Unrae - si è registrato il quinto risultato utile consecutivo ( + 9,61% sullo stesso mese del 1991) e il semestre si è concluso su livelli record con un aumento delle vendite del 5,54%. Fiat Auto ha confermato il trend positivo degli ultimi mesi con una quota del 44,6%, superando le 101.000 consegne. In Europa le immatricolazioni sono state in giugno 1.138.100 con una flessione del 4,1% mentre nei sei mesi sono state 7.371.900 con una perdita dello 0,5%. Le immatricolazioni effettuate nel mese scorso sono state 226.738 (206.854 quelle di un anno fa), con un guadagno in assoluto di 19.884 unità e che supera comunque di 3264 vetture ( + 1,46%) il precedente record del giugno '89 (223.474), anno che fece poi registrare il primato di vendite in Italia con 2.362.462 unità. Di conseguenza anche il bilancio del primo semestre si attesta su livelli record e, con 1.400.587 consegne, guadagna il 2,72% sul precedente massimo semestrale del 1990 con 1.363.449 unità. Questi risultati - fa notare l'Anfia riconfermano l'Italia, per il quarto anno consecutivo, il secondo mercato in Europa e il quarto nel mondo dopo Stati Uniti, Giappone e Germania. La quota di mercato delle marche nazionali nel semestre è stata del 44,42% con 622.187 unità e del 55,58% per quelle estere, che hanno consegnato complessivamente 778.400 vetture. Molto buono il risultato conseguito in giugno dalla marca Fiat che, rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, ha aumentato le vendite del 7,5% con oltre 5000 unità in più. Nel semestre le marche del Gruppo hanno venduto complessivamente 622.000 unità, con una quota del 44,4%. In Europa l'andamento è stato sostanzialmente stabile, raggiungendo una quota complessiva del 12,8%, che ha confermato la Fiat Auto saldamente al secondo posto in Europa, preceduta da Volkswagen con il 18,7%. La forza del mercato italiano - fanno notare gli esperti - è legata a diversi fattori: immissione di nuovi modelli, promozioni e incentivi adottati con sempre maggiore frequenza e aggressività, notevole richiesta di vetture in sostituzione per la forte anzianità del nostro parco circolante, anticipazione di acquisti di vetture catalizzate che hanno ormai superato il 50% della domanda globale. In giugno la richiesta di auto ecologiche ha superato, per le marche nazionali, il 75%. Nonostante l'andamento record, gli analisti raccomandano prudenza soprattutto perché sul mercato potrebbero pesare molto i freni delle misure governative che stanno per essere adottate. In Europa il fatto più rilevante è dato dalla caduta particolarmente rilevante del mercato tedesco che ha perso il 17,5% in giugno e il 9,2% nei sei mesi. Fra le Case estere in giugno il primo posto è stato conquistato dalla Volkswagen con il 10,97% del mercato, seguita a ruota dalla Ford con il 10,62%. Nei sei mesi, invece, è ancora in testa la Ford con l'I 1,39%, seconda la Volkswagen con il 9,6%. Fra le «top ten» regina assoluta è sempre la Uno, che in sei mesi ha venduto quasi 200.000 vetture, seguita dalla Panda, che è seconda con 101.134 unità, e dalla Fiesta con 100.128. Fiat Auto ha altri tre modelli fra i primi dieci venduti in Italia, la Tipo, la Y10 e la Tempra. Sul mercato Usa si è avuta nell'ultima decade di giugno una impennata delle vendite, la più elevata degli ultimi 18 mesi, con 440.960 immatricolazioni (+17% sullo stesso periodo '91 ) che portano le previsioni su base annua a 7,5 milioni di vetture contro 6,5 del mese precedente e 7,3 milioni di un anno fa. In giugno sono state vendute complessivamente 1.270.000 auto ( + 5,9% sul giugno '91). Il miglioramento delle vendite è andato tutto a favore delle Case americane, mentre i giapponesi hanno continuato a perdere terreno, passando dal 25 al 23% del mercato. Renzo Villare Paolo Cantarella

Persone citate: Paolo Cantarella