Londra, non s'arrende il fortino maschilista di Paolo Patruno
Londra, non s'arrende il fortino maschilista Al club Garrick ancora escluse le donne Londra, non s'arrende il fortino maschilista Referendum tra i soci: 363 no, 94 sì E' l'ultimo a difendere la tradizione LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Inneggiano alla vittoria brindando a champagne i gentlemen del «Garrick», perché l'altra sera hanno respinto con un voto a larga maggioranza l'assalto femminista. Ma una delle più vecchie, forse anacronistiche tradizioni della buona società inglese, i club per soli uomini dove continua a vigere l'apartheid sessuale, sembra avere ormai i giorni contati. Perché di fronte al «Garrick» che regge fiero e ostinato sulla barricata maschilista, un altro ex capisaldo come il «Reform Club», dove l'intraprendente Fogg creato dalla fantasia di Jules Verne concepì l'ardimentosa scommessa del suo «Viaggio intorno al mondo in 80 giorni», ha da tempo spalancato le porte al gentil sesso e oggi è addirittura presieduto da una donna. Un altro prestigioso club di Pali Mail, quello del RAC, conta già quasi un terzo di socie femminili e lunedì si voterà per l'ammissione delle donne anche nel «tempio intellettuale» dell'United Oxford and Cambridge University Club. Perfino lo storico, aristocratico «Atheneum» prediletto dai poli-1 tici fin dal secolo scorso e che in passato aveva già bocciato le donne, adesso forse ci ripenserà. Insomma, con una manovra subdola, avvolgente come in una sagace tattica militare, queste «suffragette» del Duemila stanno muovendo all'attacco dell'ultimo capisaldo esclusivo della «condizione maschile» in Gran Bretagna. Lo straniero osserva divertito e cerca di spiegarsi, di capire le ragioni di tanto pervicace attaccamento a questa tradizione maschilista. Fra i padroni di casa, c'è chi lo spiega come una forma di nostalgia per le «Public School», per i collegi privati dove la gioventù maschile inglese cresce in clima di segregazione sessuale votandosi, con spirito elitario, allo studio e alla vita in comune per enni. Altri sondano addirittura la sfera sessuale della psicologia della «Upper Class» britannica, attribuendo questa ostinata resistenza all'ingresso delle donne nei club a una forma di nevrotico timore instillato fin dalla più tenera infanzia nei ragazzi da madri severe e lontane o da nanny, da bambinaie altrettanto pugnaci. In realtà, i club, sempre con lunghissime liste di candidati in attesa, si sono già svecchiati: non sono più frequentati soltanto da vecchi gentiluomini d'un'altra epoca, ma anche da giovanotti rampanti vogliosi di fare conoscenze utili e che si sfogano sudando come forsennati giocando a squash o nuotando nelle piscine coperte. E le donne già fanno capolino, anche dove formalmente non sono ammesse come socie. Perché come ospiti in certe ore possono essere invitate da un socio al ristorante: ma ben difficilmente in biblioteca o al bar. La barriera resta comunque ermeticamente chiusa al «Garrick», il club prediletto dai giornalisti più quotati, da gente di teatro, da avvocati e giudici, da politici di primo piano come il ministro degli Esteri Douglas Hurd. I guardiani della tradizione maschilista hanno infatti prevalso nettamente l'altra sera per 363 voti contro 94. Soltanto la metà dei soci ha votato nel referendum, ma comunque per i prossimi cinque anni le donne resteranno escluse. Paolo Patruno
Persone citate: Douglas Hurd, Jules Verne, Public
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra
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