Eltsin si autoinvita al banchetto

Eltsin si autoinvita al banchetto Eltsin si autoinvita al banchetto Il leader russo sorprende tutti arrivando in anticipo MONACO DAL NOSTRO INVIATO Sparviero, più che corvo (bianco), Boris Eltsin è arrivato a Monaco, corrucciato e con gli artigli sfoderati. A uso interno non meno che estero. Ai suoi critici «patriottici», che faticano a capire, oltre che a sbarcare il lunario, deve mostrare che non è venuto a stendere la mano, a «vendere» la Russia. Salendo sull'Iliushin «Rossija» ha messo subito i puntini sulle «i» dicendo che lo scopo della sua missione «non è di informare gli interlocutori sull'andamento delle riforme in Russia». Si presume che lo sappiano. Si parlerà di economia, ma «se tutti sono d'accordo sul fatto che la guerra fredda è finita - ha aggiunto - allora è il caso di instaurare rapporti economici su base paritaria». Discorso che, evidentemente, serve a scopi interni e non potrà servire oggi per le sette facce che si troverà di fronte nella residenza dei re di Bavaria, visto che lo zar Boris ammette di «non avere i mezzi per pagare il debito dell'ex Unione Sovietica» e insiste per una dilazione. Ma ai Re Magi del G7, che lo aspettano con molto incenso e poca mirra, spiegherà oggi che è venuto per ottenere ciò che ritiene di avere abbondantemente meritato. E per metterli in guardia: il Presidente di Russia non intende seguire le orme di Gorbaciov a Londra. Né quelle dell'arrivo, né tantomeno quelle dell'agosto 1991 che seguì il suo ritorno a Mosca. Al più ostico dei moderni principi, quello dell'Estremo Oriente, ha riservato la battuta più dura: le isole Kurili «non sono di competenza del G7». Con Miyazawa se la vedrà a quattr'occhi in settembre. Certo è che a Monaco non spenderà una parola per soddisfare le esigenze giapponesi, anche scontando che ne riceverà in cambio solo freddezza. Del resto su questo punto nessuno dei «Sei» rimanenti appare entusiasta di appoggiare Tokyo nella rivendicazione «immediata» delle quattro isolette. Amato ha riassunto ieri per tutti, esortando i giapponesi a «non porre adesso degli aut-aut sulla questione delle Kurili». Aggiungendo, a mo' di riequilibrio, che «non è il caso di insistere per allargare il G-7, visto che noi dobbiamo coordinare economie di mercato, mentre quella russa ancora non lo è». . A Eltsin bisogna dare «appoggio politico e psicologico» perché se cadesse «la situazione in Russia si aggraverebbe, e per noi sarebbe molto peggio». Questo è il contesto che ha accolto Eltsin in Baviera. Con il prologo, ieri sera, di una cena dal premier della regione Streibl dove, in compagnia di Gaidar, Aven, Kozyrev e Terekhov, ha potuto conversare con i «Sette» al completo, tutti rigorosamente in smoking. Per gli ospiti della delegazione russa - che, per quanto «paritari», si presume non abbiano ancora lo smoking - il programma indica esplicitamente che «è ammesso il vestito scuro». E la cena di ieri sera, cui Eltsin si è quasi autoinvitato, arrivando in anticipo, è stata da parte sua silenziosa. Streibl gli ha rivolto un brindisi di benvenuto, ma il Presidente russo aveva fatto sapere che non prevedeva una risposta. Il che lascia tutta la «suspense» per oggi, ma non porta punti al «rating» di simpatia di Eltsin in terra tedesca. Oggi dunque si reciterà il primo e ultimo atto, con un incontro di tre ore dei «Sette più uno». Ma ieri le cose si sono legger¬ mente chiarite, nel bene e nel male. Un autorevole «officiai» della delegazione americana ha fatto il punto su quello che Eltsin «porterà a casa». Oltre all'anticipo di un miliardo di dollari, già concordato dal Fondo monetario con Mosca, dovrebbe arrivare un altro miliardo, in tempi rapidi, da altre istituzioni finanziarie internazionali, tra cui, in testa, la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Berd). E la richiesta di Elstin per una dilazione di due anni del pagamento dei debito esterno russo verrà soddisfatta. La decisione formale spetterà al «Club di Parigi», ma la benedizione dei «Sette» c'è. Il che significa che Mosca non dovrà sborsare all'incirca due miliardi e mezzo di dollari (tra capitale e interessi) entro la fine di quest'anno. Un bel «respiro» di sollievo per le finanze russe; un sospiro di rammarico per quelle tedesche (Bonn è il creditore più cospicuo, per quasi 19 miliardi di dollari). In ogni caso non c'era niente da fare: la Russia non avrebbe pagato, semplicemente perché non ha i soldi. Ma - come ha precisato la fonte americana - non si tratta di un regalo. Capitale e interessi dovranno essere restituiti più avanti. Giuliette Chiesa Il leader russo Eltsin e il premier giapponese Miyazawa: al vertice il contrasto sulle isole Kurili è venuto in primo piano