«Ho lasciato a Scotti una ricca eredità»

«Ho lasciato a Scotti una ricca eredità» Parla De Michelis: il mio bilancio agli Esteri «Ho lasciato a Scotti una ricca eredità» ROMA. Nei trentacinque mesi vissuti intensamente da ministro degli Esteri aveva trottato in giro per il mondo al ritmo forsennato di 800 chilometri al giorno. Se gli dispiace non essere più alla guida della Farnesina, De Michelis non lo fa vedere, addirittura ci scherza sopra. Onorevole De Michelis, le brucia essere uscito dal governo? No, assolutamente no. E' stata una grossa esperienza umana, culturale oltreché politica. Sapevo da tempo che nel caso di un governo a conduzione socialista non ci sarebbe stato posto per me agli Esteri. Non nutro rimpianti né atteggiamenti negativi. Ciò detto, confido di poter continuare ad offrire il mio apporto alle relazioni internazionali dell'Italia. Ci sono giudizi piuttosto contrastanti all'estero sulla sua conduzione alla Farnesina. Lodi al superattivismo, critiche alla pochezza delle realizzazioni. Un esempio: il settimanale inglese «The Economist» definì il semestre italiano di presidenza della Cee un carrozzone guidato dai fratelli Marx, i comici americani. Che voto si dà? Contesto che questa sia l'opinione diffusa all'estero nei nostri confronti. Il verdetto sull'operato della politica estera di un Paese viene redatto dai partners e complessivamente esso è positivo in Europa, in Occidente, in altre zone calde. Non credo sarà difficile confermarlo. La battuta dell'Economist precedette di qualche giorno il vertice europeo di Roma in cui si vide che il trio Marx sapeva condurre bene l'autobus. Allora ad andare fuori strada fu la signora Thatcher, non noi. Quali iniziative se la sente di infilare nella casella delle promozioni? Non dobbiamo dimenticare il peso dell'Italia che è e resta una media potenza. Fra i suggerimenti che abbiamo lanciato citerei la Quadrangolare nata a ridosso della caduta del Muro di Berlino, diventata in seguito Pentagonale ed Esagonale nel quadro del Centro Europa. Negli ultimi tre mesi di un governo ormai deligittimato abbiamo chiuso dopo trent'anni la vertenza sull'Alto Adige. Si tratta di una controtendenza significativa mentre la Cecoslovacchia si spacca e la Jugoslavia va alla deriva. Abbiamo mutuato il modello di Helsinki a livello europeo, ospiteremo fra breve il secondo round dei negoziati bilaterali sul Medio Oriente, c'è inoltre il nostro fattivo contributo a Maastricht. Ritengo abbastanza ingeneroso gettarci la croce addosso. I risultati dimostrano che abbiamo fatto quello che potevamo e dovevamo fare. Ed i progetti invece rimasti incompiuti? Purtroppo uno dei terreni sui quali ci siamo misurati e dove, ahimè, siamo stati al di sotto della necessità per ragioni oggettive e non per responsabilità collettive, è stata la crisi jugoslava. Il divario tra sforzo ed esito è obbiettivamente negativo. Che consigli si sentirebbe di impartire al suo successore Vincenzo Scotti? Direi la continuità. La linea ispiratrice del mio operato si era inserita in quella del predecessore. Andreotti che si sa ha un carattere assai diverso dal mio, così come io sono diverso da Scotti. Per lui l'importante sarà di lavorare in tandem con il presidente del Consiglio. Chi dei colleghi stranieri le è stato particolarmente vicino in questi ultimi anni? In primo luogo gli europei, con i quali si è creata una sorta di famiglia. Farei fatica ad individuare qualcuno fuori dal mazzo, forse il tedesco Genscher. Mi pare di capire che lei avrà d'ora in poi maggior margine di spazio da dedicare al suo hobby preferito, la frequentazione delle discoteche. Troverà anche modo di scrivere la promessa Guida dei locali notturni del mondo? Beh, avrò indubbiamente più tempo per me. Non ho mai fatto mistero della quota personale di vita, mi piace ballare e non ci trovo nulla di strano. Il libro sulle discoteche mondiali? Chissà, dipenderà da svariate circostanze, non trovo comunque nulla di disdicevole nel mettere a frutto le conoscenze acquisite attraverso i continenti dopo il calar del sole. Piero de GarzaroiSi L'ex ministro degli Esteri De Michelis

Persone citate: Andreotti, De Michelis, Marx, Thatcher, Vincenzo Scotti