Dimissionari dc, c'è chi non ha fretta

Dimissionari dc, c'è chi non ha fretta La questione dell'incompatibilità non è interpretata da tutti allo stesso modo Dimissionari dc, c'è chi non ha fretta Merloni ha lasciato, invece la Jervolino si prende altro tempo Nella giostra di sostituzioni la Anselmi rientra in Parlamento ROMA. E tra i ministri democristiani ognuno fa di testa sua: c'è chi si dimette da parlamentare, c'è chi le dimissioni le promette ma non le offre e c'è chi resta al suo posto. E così, ieri, mentre il ministro dei Lavori pubblici, il forlaniano Francesco Merloni, annunciava con una lettera a Spadolini le proprie dimissioni da senatore, Rosa Russo Jervolino (anche lei di simpatie forlaniane) faceva sapere che lascerà il mandato parlamentare, ma «nei prossimi giorni» e comunque con «modalità che saranno definite d'intesa con gli altri parlamentari della de presenti nel governo». Ma a quale intesa si riferisca il ministro per la Pubblica istruzione è difficile dire, visto che fino ad oggi, dei nove ministri de, quattro hanno seguito l'indicazione della direzione sull'incompatibilità (Nicola Mancino, Gianni Fontana, Francesco Merloni e Sandro Fontana), uno (la Jervolino) si è impegnata a farlo con un comunicato stampa, mentre altri quattro (Enzo Scotti, Giovanni Goria, Nino Cristofori, Claudio Vitalone) hanno fatto sapere che si adegueranno, ma per ora restano al proprio posto. Uno dei primi effetti della rotazione tra i parlamentari de sarà quasi certamente il ritorno in Parlamento di Tina Anselmi: se l'assemblea del Senato accoglierà le dimissioni di Gianni Fontana, gli subentrerà proprio l'ex presidente della commissione P 2. E sempre la de, nei prossimi giorni, si prepara a riempire le caselle rimaste vuote negli organigrammi interni: domani Antonio Gava, il leader del Grande centro restato senza incarichi, sarà «incoronato» presidente dei senatori, mentre il Consiglio nazionale (se verrà convocato prima della pausa estiva) dovrebbe procedere alla sostituzione di nove componenti. E in attesa di un nuovo direttore c'è «Il Popolo». In corsa ben 7 aspiranti: il forzanovista Luciano Faraguti, l'ex portavoce di Gava Marco Conti, quello di Forlani Enzo Carra, Calogero Mannino, Flaminio Piccoli, Luciano Radi (che corre anche per la presidenza della commissione di vigilanza Rai), il «colombeo» Giampaolo D'Andrea. Un valzer di poltrone si preannuncia anche nel psi: Craxi potrebbe convocare l'assemblea nazionale entro la fine di luglio e varare un riassetto della direzione (vi entrerebbero a far parte ex ministri come De Michelis, Formica, Capria, Ruffolo), mentre i vice-segretari (con Di Donato presidente dei deputati) potrebbero restare due: Gianni De Michelis e Giusi La Ganga. [f. mar.] Qui a fianco Tina Anselmi che dovrebbe essere «ripescata». A sinistra il ministro Merloni

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