Genova, la rivolta degli operai di Paolo Lingua
Genova, la rivolta degli operai Occupata la sala del Consiglio, scontri con la polizia, ferito un sindacalista Genova, la rivolta degli operai Esplode la rabbia di cinquecento lavoratori delle acciaierie Città paralizzata anche a causa dello sciopero nei trasporti GENOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'ottimismo sull'avvenire economico di Genova non abita qui, per il momento. Sciopero dei treni, degli autobus e dei controllori di volo, e numerose manifestazioni di lavoratori dell'industria, hanno bloccato ieri il traffico nel capoluogo ligure. Gli inconvenienti sono stati superati con grande fatica, mentre i cortei dei lavoratori hanno avuto come punti di riferimento Palazzo Tursi, la prefettura e la sede della Regione. Non tutti i cortei sono filati lisci, perché i manifestanti, in più occasioni, hanno cercato di superare i blocchi delle forze dell'ordine. Gravi tafferugli tra polizia e dimostranti si sono avuti davanti a palazzo Tursi, sede del Comune, e sono stati causati dal divieto di accedere alla sala consiliare fatto rispettare da un cordone di agenti e vigili urbani. A manifestare erano circa cinquecento lavoratori dell'Uva, delle acciaierie di Cornigliano e della nuova Italsider in attesa di incontrarsi con il sindaco Romano Merlo. Al divieto di ingresso nella sala consiliare, la rabbia operaia è esplosa: poliziotti e vigili urbani sono stati aggrediti. Nello scontro un sindacalista è stato scaraventato giù dalle scale e tre agenti sono rimasti lievemente contusi. Sono scesi in piazza anche i dipendenti della Piaggio. Il loro corteo era partito ieri mattina da Sestri Ponente e dopo aver attraversato la città aveva raggiunto la sede della prefettura. Una loro delegazione è stata ricevuta dal prefetto Mario Zirilli. Il corteo si è quindi diretto in Comune dove i lavoratori hanno incontrato alcuni rappresentanti dell'amministrazione cittadina. La città è rimasta paralizzata tutta la mattina anche a causa dello sciopero (dalle 11 alle 14) dei dipendenti dell' Amt che hanno protestato contro l'azienda municipalizzata trasporti per le «posizioni oltranziste e di rifiuto di fronte alle richieste delle organizzazioni sindacali». Dopo la manifestazione, alcune centinaia di lavoratori delle acciaierie di Cornigliano e della nuova Italsider hanno occupato, nella tarda mattinata, l'aula del consiglio regionale. L'assemblea si è mostrata tesa e polemica. Ha ottenuto, con la mediazione dell'Assoindustria, un appuntamento per giovedì prossimo con l'industriale Emilio Riva, proprietario del pacchetto di maggioranza delle acciaierie, mentre il neosottosegretario al Bilancio, il de Luigi Grillo (in predicato di ricevere la delega sul progetto di delocalizzazione delle industrie siderurgiche), unico componente ligure del governo, ha strappato la promessa di una trattativa da svolgersi per la fine di questa settimana o per l'inizio della prossima. La disponibilità dell'industriale Riva ad un incontro con le parti non prima di giovedì prossimo e la promessa dell'apertura di un tavolo di trattative sul progetto «Utopia» non sono state, però, ritenute sufficienti dai lavoratori delle acciaierie di Cornigliano che in serata hanno deciso di continuare l'occupazione dell'aula del consiglio regionale. Il punto chiave della crisi dell'industria «storica» siderurgica, il cosiddetto piano «Utopia», riguarda la dismissione degli altoforni e una diversa destinazione produttiva dell'area ex Italsider di Cornigliano. Il progetto, mai chiarito e definito «contraddittorio» dai lavoratori, è rimasto congelato nella lunga stasi politica, nel gioco dei contrasti emersi all'interno dei manager de delle Partecipazioni statali e degli ex ministri dello scudocrociato. Paolo Lingua Una immagine degli scontri di ieri a Genova, rimasta paralizzata per ore. A sinistra il sindaco delia città ligure Romano Merlo
Persone citate: Emilio Riva, Luigi Grillo, Mario Zirilli, Riva, Romano Merlo
Luoghi citati: Genova
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