«Eretico il Credo francese» di M. Tos.

«Eretico il Credo francese» Colpa dell'inesatta traduzione di una parola del testo latino «Eretico il Credo francese» La questione sollevata dall'arcivescovo di Lione, sì del cardinale Oddi A scoprire l'errore fu ilfilosofo Maritain in un documento inedito CITTA' DEL VATICANO. Il «Credo» francese è eretico, e bisogna cambiarlo, ma non solo quello: è l'opinione del cardinale Albert Decourtray, arcivescovo di Lione, e di altri eminenti porporati di curia. Lo afferma nel prossimo numero il mensile cattolico «Trenta Giorni», citando una lettera, rimasta inedita fino a qualche settimana fa, del filosofo Jacques Maritain, uno dei padri del pensiero cattolico contemporaneo. La versione in lingua del testo uscito dalla riforma liturgica del dopo-Concilio traduce il «consubstantialem Patri», riferito a Cristo, con «della stessa natura». Sembra una modifica da niente, specialmente alla sensibilità di oggi, ma non è così. Lo stesso Maritain spiegava: dietro quella formula si nascondeva l'eresia di Ario, che nel IV secolo fu vicina a diventare legge di tutta la Chiesa, e «per rifiutare la quale un tempo si è sofferta la persecuzione e la morte». Gli ariani sostenevano che Gesù Cristo non era della stessa sostanza di Dio, ma ammetteva¬ no che fosse di sostanza «simile» al Padre, un dio un po' minore, inferiore, della «stessa natura» del Creatore. Un Concilio, quello di Nicea, fu necessario per contrastare l'eresia ariana. «Ha ragione Maritain - sostiene il cardinale Jacques Martin, per molti anni Prefetto della Casa Pontificia - una formula eretica è stata introdotta nel Credo cattolico francese. Questo è un fatto e non lo si può negare. E lasciare che un'eresia resti nel Credo è una cosa che ha dell'incredibile». Decourtray ha una visione più radicale. «Credo sia venuto il momento di iniziare un lavoro di revisione globale - sostiene -. La traduzione in francese dell'Ordo Missae di Paolo VI non è sempre soddisfacente. Potrebbe progredire in meglio. Perché non decidere che dopo venticinque anni la si possa migliorare? Sono convinto che oggi potremmo riuscirci. Dovremmo metterci a lavorare tutti insieme, tutte le tendenze ecclesiali riunite, senza polemiche, e lavorare con uno spirito costruttivo». Anche il «Credo», ovviamente, sarebbe da modificare; «ma cambiare una sola parola mi sembra poco, rischierebbe di sembrare la vittoria di un "partito", di una tendenza ecclesiale». Ma comunque qualcosa sarà da fare. Il cardinale Alfons Maria Stickler, già Prefetto della Biblioteca Vaticana, afferiuu che «quella formula causa dubbi gravissimi. Ed io trovo molto strano che nessuno si sia ancora mosso per dissiparli o, se non si tratta solo di dubbi, per correggere quella formula falsa». Un'opinione condivisa dal cardinale Silvio Oddi. «E' gravissimo che la Chiesa tolleri che un'intera serie di nazioni, tutte quelle di lingua francofona, dal Canada all'Africa, reciti un Credo che praticamente contiene un'eresia. Non si può scherzare sui dogmi, altrimenti crolla tutto». E ricorda che la divisione della Chiesa cattolica da quella ortodossa nacque da una semplice parola, il famoso «filioque». «E adesso dovremmo dire che non ha importanza se nel Credo si usa una formula piuttosto che un'altra»? [m. tos.]

Luoghi citati: Africa, Canada, Citta' Del Vaticano