Ciriaco e Arnaldo, fatevi da parte di Augusto Minzolini

Ciriaco e Arnaldo, fatevi da parte Ciriaco e Arnaldo, fatevi da parte Mastella: De Mita e Forlani imbalsamano la de INTERVISTA SEGRETERIA, GLI UOMINI IN LOTTA LROMA A verità è che la regola dell'incompatibilità tra incarico di governo e mandato parlamentare è stata un'operazione per far fuori Andreotti. L'hai .o condotta Forlani e De Mita e non so se Antonio Gava vi abbia partecipato o meno». Clemente Mastella, ex delfino di De Mita e ora suo avversario giurato, parla della lotta per la segreteria de, dei progetti della vecchia nomenklatura e dei piani di chi vuol farla fuori. «Clemente calmati che è meglio» gli sibila in un orecchio Riccardo Misasi, braccio destro di De Mita. Nello stesso tempo i generali de stanno mettendo a punto i loro piani di guerra. De Mita tenta di recuperare uno dei suoi vecchi colonnelli, Adriano Biasutti, finito tra i sostenitori di Mino Martinazzoli. Gli dice che si aspetta «qualche movimento di disturbo da Andreotti» e che «Forlani deve restare alla guida della de fino al congresso per cambiare le regole interne». Su una diversa sponda, uno dei ribelli, Franco Marini, esamina le prospettive dei «triumviri» che governano la de: «Forlani - dice - è stufo, per me al consiglio nazionale se ne andrà davvero. Gava va avanti come può: è arrivato a dare il ministero dell'Interno a Nicola Mancino per fare il capogruppo al Senato. Tra loro l'unico che ha un progetto è De Mita: vuole tornare alla guida della de». Anche lei, on. Mastella, vede i vecchi capi in movimento? Forlani e De Mita stanno ripetendo una manovra non nuova: vogliono far fuori la generazione che dovrebbe succedergli. I loro bersagli sono i vari Bodrato, Martinazzoli, Segni, Mannino, Goria, Gargani, Marini e, al limite, lo stesso Scotti. E per far questo si alleano con i nipotini come Tabacci, contando sul fatto che questi possono anche aspettare, non hanno fretta di crescere. Ecco perché lancio un appeso a tutti quelli che nella de sono stufi di questi giochi. Ma intanto lei non è più sottosegretario? 10 mi sono autoescluso: sapevo benissimo che una battaglia politica comportava qualche rischio. Conosco le regole. Adesso a Benevento gli amici di De Mita, le tv locali che gli sono vicine già dicono: «Visto, De Mita gliel'ha fatta pagare a Clemente». Beh, a me basta rispondere che anche Gargani, che è rimasto vicino a De Mita, ha fatto la mia stessa fine. L'incompatibilità ha comunque rivoluzionato la delegazione de al governo... Su questo argomento sono d'accordo con Pietro Scoppola; la verità è che la nuova regola è nata dalla mancanza di coraggio, il «vertice» de non se l'è sentita di dire «no» ai cosiddetti ministri chiacchierati. In più, in questo modo, i vecchi hanno tentato di disfarsi della generazione che li incalza. Ci avevano provato ad Assago proponendo 11 tetto delle tre legislature per i parlamentari, ci hanno riprovato oggi con «l'incompatibilità». Loro, invece, pensano di essere i «motori ^mmobili», quelli che non si toccano ma io, che sono studioso di filosofia, riconosco «motori immobili» solo Aristotele o San Tommaso. Allora non si è trattato di una rivoluzione, di un tentativo di rinnovare... Secondo me no. Per me non è rinnovamento quello che è accaduto per i sottosegretari. Nella de fino all'altro ieri vigeva la regola che non si può fare il sottosegretario per più di cinque anni: bene, questa volta li hanno cambiati tutti, ma al nostro posto sono andate persone che hanno ricoperto quest'incarico già molto tempo in passato. Eppoi hanno parlato tanto dell'art. 92 che lascia al presidente del Consiglio la scelta dei ministri: beh, incompatibilità o meno, anche questa volta il manuale Cencelli nella ripartizione dei ministri tra le correnti de è stato rispettato alla lettera. In più nel governo non sono entrati tutti i de che hanno riportato dei grossi successi elettorali: di gente come il napoletano Vito, come Formigoni, o Marini, o Segni non c'è traccia nel governo. Cioè sono stati esclusi tutti i potenziali concorrenti, quelli che hanno dimostrato di avere i numeri per crescere. Rimane il fatto che la de si è data una regola nuova... Ma allora perche non viene introdotta anche l'incompatibilità tra cariche di partito e mandato parlamentare? Fissiamo la regola che solo il segretario de può essere un parlamentare, mentre tutti gli altri esponenti del vertice «no». La verità è che i vecchi non possono continuare a fare questo gioco: Forlani e De Mita dovrebbero accettare di diventare dei grandi saggi, dei suggeritori, perché loro sono il frutto delle vecchie regole, e lasciare il passo a personaggi come Martinazzoli. Ecco, 1 azzeramento del verace de potrebbe essere un vero t>jgnale di rinnovamento. E invece... Io non so cosa farà Forlani, dipende tutto da lui. Ma certo che se al prossimo consiglio nazionale, dopo essersi dimesso per ben due volte, ci ripenserà, vorrà dire che ha messo in scena davvero l'opera buffa. Arnaldo e Ciriaco dovrebbero rileggersi la Bibbia: Mose indicò la terra promessa, ma non fu lui ad arrivarci. In politica è lecito resistere... Io dico solo che ormai in politica c'è un'aria irrespirabile. Non c'è più scontro di idee, ma solo gestione del potere. Non posso non meravigliarmi, ad esempio, se scopro che il direttore del Mattino firma un'editoriale sulle pagine delle cronache di Benevento solo per ringraziare De Mita per gli stabilimenti della Piaggio che sono stati impiantati in quella zona. E' tutto così diverso. Proprio per questo sto pensando di dimettermi da sindaco di CeppaIoni: non vorrei ritrovarmi con un avviso di garanzia per aver aperto chissà quale rubinetto sollecitato magari da una denuncia anonima, con il risultato di veder bruciata la mia carriera. C'è il rischio che la politica diventi vendetta. Con De Mita ha proprio rotto? La pensiamo diversamente. E' già successo in passato a Forlani con Fanfani, a De Mita con lo stesso Sullo. Ma bisogna mantenere rapporti civili. A me dispiace, ad esempio, salutare Ciriaco e non ricevere nemmeno un cenno di risposta. O altrimenti venire a sapere che lui dice di me che «non sono intelligente», che sono «un mostro senza testa». Eppure quando andavo d'accordo con lui ero l'«allievo prediletto». Se ero intelligente allora, lo sono anche adesso. Augusto Minzolini L'ex amico del leader di Nusco «Il loro piano è contro gli uomini nuovi: Bodrato Martinazzoli, Segni e Scotti» Qui di fianco Ciriaco De Mita A sinistra Clemente Mastella In basso Giulio Andreottl

Luoghi citati: Assago, Benevento, Nusco