Frutta, la sconfitta del «pulito»

Frutta, la sconfitta del «pulito» E gli ecologisti lanciano un allarme: in Italia fragole e verdura al pesticida Frutta, la sconfitta del «pulito» / costi frenano i consumi di prodotti biologici CESENA DAL NOSTRO INVIATO L'allarme è «targato» Lega Ambiente: «Nella frutta venduta dai supermercati ci sono troppi pesticidi, nelle fragole e nelle ciliegie è nascosto un killer avvelenato». Con l'allarme le cifre: nei supermercati di città come Milano e Torino, Roma e Napoli due campioni su tre di frutta e verdura contengono pesticidi, alcuni dei quali sono considerati cancerogeni dall'Epa, l'agenzia americana per la protezione dell'ambiente. Da Cesena, una delle capitali dell'ortofrutta italiana (ogni anno la città romagnola ospita una delle più grosse rassegne internazionali del settore) arriva una replica a questo allarme che fa alcuni distinguo. Parla Romeo Lombardi, amministratore delegato dell'Apo, un colosso da quasi centocinquanta miliardi di fatturato, quattromila -cinquecento soci in tutta Italia. Dice Lombardi: «Anche in questo caso non bisogna generalizzare. Certo i pesticidi nella frutta e negli ortaggi esistono, ma non si può intentare un processo a priori. Teniamo poi conto che molta frutta vénduta nei supermercati e consumata in Italia arriva dall'estero. Prendiamo le fragole: l'uso dei pesticidi in quella nazione è molto alto, anche per la speciale conformazione delle serre, con canali molto piccoli e ridotta aerazione. Per cui prima di accusare la produzione italiana occorre vedere da dove arrivano i prodotti avvelenati». Ma dal particolare passiamo al generale. Dice ancora Lombardi: «Effettivamente l'uso dei pesticidi esiste, è un fenomeno che interessa tutto il nostro Paese. Quali le cause? Innanzitutto una legislazione insufficiente, che non tutela di certo i consumatori. Ma nemmeno i produttori, che sono, in fin dei conti, le prime vittime dell'uso dei pesticidi. Vittime perché sono i primi ad essère esposti all'uso indi- scriminato di veleni. D'altronde è un fatto di mentalità, di cultura. Nella domanda di frutta e verdura al primo posto, tra le caratteristiche richieste dai consumatori, c'è quella di avere sempre prodotti belli, coloratissimi, perfetti. Questi prodotti è facile ottenerli utilizzando anche i veleni». La cultura, sia del consumatore sia del cliente. E' questo il principale imputato in un Paese che sembra penalizzare frutta e ortaggi «puliti», ottenuti attraverso una lotta integrata o con i metodi biologici. Penalizzare è in fondo la parola giusta, confer¬ mata dalle cifre: la frutta pulita, lo scorso anno, è stata di undici milioni e mezzo di quintali, contro i quasi centoventi milioni di prodotto ottenuto con i metodi tradizionali, quindi anche con i pesticidi. L'esperienza del gruppo Apo può essere illuminante: lo spazio riservato all'ortofrutta pulita è aumentato anno dopo anno ed adesso supera il venti per cento dell'intera produzione. «E' una sfida - dice Lombardi che noi riteniamo vincente ed i risultati ci danno ragione. Ma occorre un cambiamento di mentalità e cultura da parte di tutti: da chi produce, che deve attrezzarsi, avere maggiori consulenze tecniche. E da chi compra, che deve badare di più al contenuto che all'aspetto esteriore, molto spesso ingannevole». Un ostacolo può essere rappresentato dai costi: una mela «pulita» costa almeno un venti per cento in più di quella prodotta tradizionalmente, anche perché le tecniche di lotta integrata sono più onerose. Il pianeta dell'ortofrutta pulita è agitato però da troppi problemi: l'Italia è all'ultimo posto nella graduatoria (guidata dalla Germania). Manca una legislzione chiara, i laboratori di ricerca si stanno organizzando. Il rovescio della medaglia è rappresentato da cinque regioni (Emilia-Romagna, Trentino, Alto Adige, Piemonte e Veneto) dove la bandiera dell'ecologia sventola sempre più forte e che da sole raggiungono l'ottanta per cento deua frutticoltura pulita. Il Piemonte può essere un esempio (e il Cuneese, con l'Asprofrut, un sottoesempio): in Regione esiste da alcuni anni un programma di lotta integrata e guidata delle colture agricole, che si avvale della collaborazione di un comitato tecnico-scientifico composto da docenti universitari. In Piemonte le aziende che adottano sistemi di difesa integrata sono oltre seimilacinquecento, per 42.707 ettari. Luigi Stigliano CONFRONTO FRA FRUTTA "PULITA" E COLTIVATA CON METODI TRADIZIONALI (VALORI INQ.LI) A LOTTA INTEGRATA, GUIDATA ECC. Q.L111.621.720 LE PRODUZIONI "PULITE" IN ITALIA (ANN01991 • VALORI IN ETTARI) SUPERFICIE TOTALE 161.228 ETTARI OLIV019.581 VITE 50.635 FONTE: ITALAGR1 ADIZIONAU Q.U 114.8101600 ORTICOLI 3.271 AGRUMI 805 FRUTTA 53.716

Persone citate: Lombardi, Romeo Lombardi, Valori Inq