Dal cinema italiano l'addio a Cristaldi
Dal cinema italiano l'addio a Cristaldi Ieri a Roma i funerali del produttore. C'erano tutti i compagni di lavoro: Fellini e Scola, Rosi e Tornatore, Tessari e Maselli Dal cinema italiano l'addio a Cristaldi Monica Vitti sostiene la moglie Zeudi Araya, piegata dal dolore ROMA. Per rispettare fino all'ultimo il suo carattere schivo ma non certo chiuso, dalla chiesa di Santa Maria del Popolo durante il funerale di Franco Cristaldi i fotografi sono stati lasciati fuori. Cristaldi, uno degli uomini che in trent'anni di attività più ha fatto per il cinema italiano e che in questi ultimi mesi tanto si è battuto per la nuova legge lavorando a fianco dei politici, non era però un divo. Era solo un produttore: una garanzia per gli addetti ai lavori, non un nome per la gente comune. Poca folla, quindi, ieri mattina nella piazza finalmente assolata dopo giornate di pioggia, e molte moltissime corone di fiori, la maggior parte firmate con il solo nome, in segno di amicizia. Funerale di gente di cinema, perciò. Francesco Rosi, Maselli, Scola che sosta in piazza fin dopo la partenza del feretro, Fellini che passa un attimo soltanto, Sordi, Peppuccio Tornatore, Lizzani, Lattuada, Cicutto, Bonivento, Duccio Tessari, Orfini, Benvenuti e De Bernardi, Suso Cecchi D'Amico, Franco Nero, Minervini, De Laurentiis, Age, Committeri, Clementelli, Cianfarani dell'Anica, Carmelo Rocca del ministero dello Spettacolo, Feletti della Bnl, Cresci dell'Opera di Roma, Pio De Berti Gambini della Sacis, Grippo dell'Ente cinema, Giacci di Cinecittà. C'erano pure Pietro Nelli, il primo dei suoi registi, quello di «La pattuglia sperduta», il film con cui Cristaldi cominciò il mestiere, e l'ultimo, Carlo Carlei, che ha appena girato «La corsa dell'innocente». In prima fila, piegata dal dolore, sua moglie Zeudi Araya, in nero, sostenuta da Monica Vitti, anche lei in nero, che combatteva per mandar via le lacrime. Al loro fianco l'unico figlio di Franco Cristaldi, Massimo, da anni anche lui alla Vides, vi¬ cino a sua madre Carla Simonetti, prima moglie del produttore. Scontata la presenza di quei politici che si occupano di spettacolo e che lo hanno conosciuto bene: Silvia Costa, Pier Ferdinando Casini, il sindaco Carrara, Walter Veltroni. Meno scontata quella di Bettino Craxi legato a Cristaldi da una curiosa consuetudine: anni fa, su parere del medico a Craxi era stato consigliato di fare una passeggiata quotidiana, e il segretario del psi, non volendo scomodare la scorta per quell'incombenza, aveva chiesto a Cristaldi il favore di poter passeggiare nel giardino della sua villa a Prima Porta. Un'abitudine poi cessata ma che li aveva resi familiari. La messa la celebra il sacerdote Marco Frisina II regista Gigi Magni e sua moglie, la costumista Lucia Mirisola passano a raccogliere le offerte. Non c'è orazione funebre: qualcuno dice poche parole prima delle sacre letture. Nella predica però il sacerdote parla del lavoro che può rendere grandi in vita se fatto con intelligenza e indipendenza, se si guarda prima ai valori culturali che a quelli del denaro, se si resiste alla tentazione della scorciatoia per inseguire il mito dell'arte. «E' scomparso uno dei grandi protagonisti del cinema italiano, uno che sapeva scegliere la qualità e scoprire i talenti», conclude il celebrante. Il feretro viene trasportato al Verano nella tomba di famiglia. Zeudi Araya non trova più neanche la voce per ringraziare: il dolore per questa morte improvvisa, arrivata proprio quando i rischi dell'operazione al cuore parevano essere superati, l'ha resa improvvisamente fragile. Ma tutta la gente di cinema appare più smarrita, più sola in questa prima mattina d'estate, ora che Cristaldi non c'è più. [si. ro.] Monica Vitti con Zeudi Araya, in lacrime
Luoghi citati: Roma
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