Famiglia Bush ai raggi X
Famiglia Bush ai raggi X Il Presidente parte per il G7, prima incontrerà Walesa Famiglia Bush ai raggi X Tutte le magagne di figli e fratelli WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gran parte degli investigatori ingaggiati dal partito democratico per preparare un'efficace campagna elettorale lavorano, più che su George Bush, sui suoi numerosi familiari. O meglio, lavorano su alcune discusse imprese dei figli e dei fratelli del Presidente per tentare di scoprire se si siano giovati di appoggi o coperture da parte del loro illustre parente. Il terreno di ricerca è piuttosto vasto e il lavoro degli investigatori al servizio dei democratici merita ampiamente i robusti assegni che, per la prima volta nella storia politica americana, gli stessi dirigenti del partito hanno pubblicamente ammesso di aver garantito agli «occhi privati». Bersaglio della ricerca sono i due fratelli del Presidente Jonathan e Prescott Jr., assieme ai suoi tre figli maschi George Jr., Neil e Jeb. Bush, partito ieri per il G7 di Monaco (ma prima visiterà il presidente Walesa nella Varsavia in eterna crisi), seguirà con ansia da lontano la stampa americana, che ieri si è occupata delia questione con un ampio servizio del Washington Post. Sul fratello giovane del Presidente, Jonathan, 61 anni, non sembra si possa scoprire molto più di quello che è già noto: che lo Stato del Massachusetts, dove vive e lavora come agente di borsa, gli ha comminato una multa di 30 mila dollari, un po' meno di 40 milioni di lire, e ha aperto un'inchiesta su di lui per violazione delle leggi sulla sicurezza delle transazioni finanziarie, perché ripetutamente ha venduto azioni senza pubblica registrazione. Ma non si vede ancora in che modo il potente fratello possa essere coinvolto. Prescott Jr., 69 anni, il maggiore dei fratelli Bush, consulente d'affari internazionali con sede operativa in Connecticut, ricevette un trattamento particolarmente gentile dal governo della Cina, dove si recò quando George aveva già vinto le elezioni. Ma poi l'affare, la costruzio¬ ne di una rete di satelliti per comunicazioni tra di due Paesi, saltò in seguito all'embargo che il Presidente impose verso la Cina dopo la Tienanmen. Prescott Jr. lavorò anche, ottimamente pagato, come consulente per la società giapponese West Tsusho, che risultò poi essere un'emanazione della «yakuza», la mafia nipponica. Ma poi la Tsusho lo ha citato in tribunale sostenendo che Prescott non ne aveva protetto gli affari e lui l'ha controcitata, chiedendo 10 miliardi di risarcimento perché «non è un'impresa legittima, essendo risultata una copertura della malavita». Però, George non sembra entrarci. George Jr., figlio maggiore, attivo in Texas come dirigente della Harken Energy Corporation, fece un grosso affare petrolifero col Bahrain e poi vendette le sue azioni proprio alla vigilia del loro crollo. E' sospettato di favoritismo nel primo caso e di aver goduto di informazioni riservate nel secondo. Sospetti da provare, cjuindi si scava ancora. Neil, attivo in Colorado, dove venne coinvolto nel fallimento della Silverado Bank, potrebbe essere il tallone d'Achille, anzi di George, poiché, accusato di «multipli conflitti di interesse», può aver ricevuto un trattamento di favore. E inoltre, su questo sospetto materializzatosi in una denuncia, l'Fbi si è «dimenticata» di indagare. Jeb, attivo in Florida nel ramo immobiliare, è accusato di aver raccomandato al Dipartimento della Salute un certo Miguel Recarey, poi incriminato per aver frodato le leggi sull'assistenza sanitaria. Essendoci un mandato contro di lui, Recarey si è messo al riparo in Venezuela. Ma, pur esistendo un mandato di estradizione, l'Fbi non lo prende. «Non ci interessano le azioni dei Bush, ma se loro hanno ricevuto trattamenti speciali», dice Dan Carol del Comitato nazionale democratico. Il lavoro dei detective continua. C'è tempo fino a novembre. Paolo Passarmi
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