Bombe e killer, è la guerriglia di Allah di Enrico Benedetto

Bombe e killer, è la guerriglia di Allah Ucciso il direttore della prigione dove è rinchiuso il leader islamico, attentato a Orano Bombe e killer, è la guerriglia di Allah In Algeria non s'allenta l'offensiva dei terroristi ALGERI DAL NOSTRO INVIATO Un agguato per strada, ed il funzionario cade nel sangue. Dirige la prigione di Serkadji, ove giace da 12 mesi senza processo il leader fondamentalista Abdelkader Hashani. Le detonazioni strappano la capitale al torpore meridiano. Ancora violenza nel segno di Allah. L'uomo è gravissimo, i killer si dileguano. A Orano, una bomba devasta il quotidiano «Jamhouria». Altro ordigno, inesploso, negli uffici di Air Algerie. La sfida continua, ma ormai il gioco sarà durissimo. Venti giorni per smascherare la congiura e colpire, oltre gli esecutori, i mandanti: lo promette, senza mezzi termini, il nuovo leader Ali Kafi nell'insediare la commissione governativa che dovrebbe far luce sull'assassinio del suo predecessore Mohammed Boudiaf. E i grandi clan tremano, ancora increduli che davvero non basti, per chiudere l'affaire, il sicario confesso, Yacine Boumaraaf, sottufficiale islamista del controspionaggio. Il 24 luglio avremo una risposta definitiva. Tutto può ancora sfumare tra le nebbie, eppure già l'establishment algerino affila le armi. La notte dei lunghi coltelli è vicina. Il popolo chiede giustizia, Ali Kafi agita la questione morale, l'unico vessillo rimastogli per garantirsi credibilità e vegliare sull'Umma o quel che ne rimane. La resa dei conti si avvicina. E già la morsa pare stringersi intorno al vecchio Chadli, il grande monarca che per 13 anni regnò sull'Algeria post-Boumedienne. Ancora l'inverno scorso era al potere, poi la marea dell'integralismo islamico lo travolse e abdicò aprendo la via al «golpe bianco» della Presidenza Collegiale. Oggi vive in una bella tenuta fuori Algeri, Buen Retiro che somiglia pericolosamente a lussuosi arresti domiciliari. Quando seppellirono Boudiaf, mercoledì, e tutta la nazione pianse, Chadli Bendjedid non c'era. Assente pure il suo fedelissimo Lardi Belkheir, generale e tuttora ministro degli Interni. Clamoroso. Un quotidiano francofono ne invoca la testa, lui ribatte che ogni défaillance nella protezione di Boudiaf non gli è imputabile. Ieri aggiungeva, contro ogni verosimiglianza: «Il killer agì solo». E gli altri 12 arresti? Silenzio. Emerge inoltre il significativo dettaglio che la «guardia presidenziale», le cui reazioni all'omicidio - lente, aprossimative - appaiono tutto¬ ra inesplicabili, era ancora quella di Bendjedid. Forse non basta per nutrire l'atroce sospetto che il Vecchio o una sua leva ordì l'omicidio, e tuttavia Algeri oggi riflette nell'angoscia su quelle urla che risuonavano ai funerali: «Chadli assassino!». La fantapolitica già gli attribuisce un movente: proteggere greppie, bustarelle, pluridecennali collusioni affaristiche dal moralizzatore Boudiaf. E' plausibile? La vox populi dice sì. Esisterebbero alcuni indizi, ma prove nessuna. Kafi, nel frattempo, allarga le consultazioni. Ha visto Ben Bella, il laico e socialista Hocine Alt Ahmed, medita nomine e rimpasti. Sul nodo Fis, tuttavia, resta prudente. Enrico Benedetto L'ex presidente algerino Chadli: si moltiplicano le voci di un suo arresto

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Orano