Centro handicappati, 12 anni dopo

Centro handicappati, 12 anni dopo Unico in Piemonte per ospitare i disabili gravi: storia di un cantiere infinito Centro handicappati, 12 anni dopo Progettato nell'80, è ancora chiuso Varianti, fallimenti, stop ai lavori Annuncio dell'assessore ai Lavori pubblici Sergio Deorsola: «Tra pochi giorni sarà consegnato al Comune il Centro per handicappati gravi di corso Svizzera 164. Ha una lunga storia alle spalle». Lunga e poco edificante: da 12 anni la città attende questa struttura, unica in Piemonte: un piano fuori terra, 1350 metri quadrati di superficie dove dovrebbero trovare posto tre comunità di otto ospiti ciascuna. Dodici anni di progetti e varianti, fallimenti e lavori interrotti. L'emblema di una città che, anche quando decide, non sa costruire? «Non esageriamo, è il caso più clamoroso» dice l'assessore. Ce ne sono altri: la Galleria d'arte moderna; o le semplici ristrutturazione di scuole, spesso interrotte per mancanza di soldi ed inaffidabilità delle imprese. «Forse non è colpa di nessuno aggiunge Deorsola -. E' il sistema che non va». Sul suo tavolo, al secondo piano del palazzo di piazza San Giovanni, un pro-memoria racconta questi anni di inutile attesa. Il 22 aprile 1980 il Consiglio comunale affida il progetto agli architetti Maria Teresa Ponzio e Silvana Parena. Se ne discute in giunta, in commissione, e intanto la città attraversa la grande crisi dello scandalo tangenti. Passa il tempo: si giunge finalmente al disegno finale, approvato in Sala rossa il 16 gennaio 1984. Altri 16 mesi e il 23 maggio 1985 l'impresa «Salvatore Migliore» si aggiudica i lavori, per un importo di 867 milioni. L'ha spuntata con un forte ribasso rispetto al prezzo base dell'asta: addirittura il 27,7 per cento. Il cantiere si apre il 1° ottobre. E si chiude il 17 gennaio 1986: la «Migliore», una azienda che per il Comune ha già lavorato a più riprese, è fallita. Ha portato a termine il 6 per cento delle opere previste. Tutto da rifare, dunque. Nuova gara, e l'assessore dell'epoca, Giovanni Porcellana, pretende un meccanismo per evitare ribassi troppo elevati. Vince l'«Associazione temporanea di imprese Pirro-Ecis»: ha fatto uno sconto del 19,6 percento. Importo finale: 904 milioni. Si procede a tappe forzate. L'8 giugno 1987 riprendono i lavori, un anno dopo la giunta approva una piccola variante (41 milioni). Il 31 ottobre 1989 l'associazione di imprese chiude bottega. Ha fatto la stessa fine della «Migliore». Ma questa volta il centro per handicappati è quasi finito. Mancano «piccole opere di finitura», è vero. Però i tecnici assicurano che «si farà in fretta». Passano altri 18 mesi, e non accade nulla. Meglio, accade che dell'edificio si impadroniscano tossicodipendenti e vagabondi. Ci passano la notte, e se fa freddo accendono un falò. Qualcuno si è portato via le corde delle sa- racinesche, i rubinetti. Altri hanno riempito i muri di scritte, mentre i locali sotterranei sono allagati perché manca la stazione di pompaggio. Il 28 maggio dell'anno scorso il Comune affida alla Imset le opere di completamento: 294 milioni. I lavori partono il 9 settembre, e s'interrompono nuovamente il 9 gennaio. Perché? L'amministrazione deve ancora collegare l'edificio alla fognatura comunale. Lunedì la Imset riaprirà il cantiere: ha venti giorni di tempo per sistemare una pen¬ silina esterna e coprire il «buco» dove corrono i tubi della fognatura. Non ci saranno più intoppi, e per le ferie tutto sarà finito, lasciando alla Galleria d'Arte Moderna il ruolo di «maglia nera» nella classifica degli appalti pubblici. «Corso Svizzera è l'incubo della mia vita» ammette l'architetto Parena. Ma, visto che piove sempre sul bagnato, è bene ricordare che la gestione dell'edificio passerà all'Usi 4, competente per territorio. E l'Unità sanitaria del Maria Vittoria, travolta dallo scandalo tangenti, non sta vivendo i suoi giorni migliori. Assessore Deorsola, cosa le ha insegnato questa vicenda? «Che vanno modificate le procedure. Una strada è quella dei progetti chiavi in mano, che impegni le imprese a studiare il lavoro ed a presentare fin dall'inizio le ipotesi di migliorìe. Il tempo delle aste al massimo ribasso deve finire. Il primo esperimento lo faremo con il sottopasso di corso Bramante». Giampiero Pavioio L'assessore Deorsola «Questa vicenda ci insegna che il meccanismo degli appalti deve essere rivisto Inizieremo subito» Non ancora ultimati i lavori del centro per handicappati gravi in corso Svizzera. A fianco l'assessore ai Lavori pubblici, Sergio Deorsola

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