Marco Fiora in tv si rivolge a Farouk
Marco Fiora in tv si rivolge a Farouk Una lettera aperta del piccolo torinese apre oggi la rubrica «Ambiente Italia» Marco Fiora in tv si rivolge a Farouk Non ha dimenticato le angosce del suo sequestro in Aspromonte , Un messaggio ai rapitori: «Ancora adesso ho paura del bosco» Marco Fiora l'ha presa con angoscia la vicenda di Farouk. Soffre per la sorte del piccolo ostaggio di cui indovina le paure, le ansie, la dolorosa impotenza e l'agonia dei giorni, lontano dai genitori, dalla casa, dagli amici, dai giochi. Marco Fiora sa come si contano le ore che non passano, conosce il sapore dei cibi improvvisati e precotti, ricorda cosa sono le notti dentro una grotta o in una catapecchia senza attorno una presenza amica. Ecco perché il suo pensiero corre sempre più spesso all'amico che non conosce ma che sente vicino. La settimana scorsa ha voluto che il padre inviasse alla famiglia Kassam i risparmi: «Facciamo qualcosa, dobbiamo stare vicino ai genitori di Farouk». Il padre Gianfranco l'ha accontentato: «Non è con i risparmi di Marco che si risolve un problema così delicato ed enorme. Importa però che i genitori dell'ostaggio sappiano che la gente vera, la gente buona è con loro». Marco Fiora non si arrende. Ha preso carta e penna e ha in¬ viato alla Rai di Torino una sua riflessione sulla natura. Oggi la lettera aprirà la rubrica «Ambiente Italia» in onda dopo il telegiornale regionale. E' una lettera che prende il cuore. Si sentirà la voce di Marco che legge. Il bambino immagina un mondo fatto di boschi verdi e puliti, di montagne innevate, di uomini che lottano contro l'inquinamento per restituire alla natura la sua originaria bellezza. Scrive: «Questo mondo che la mia fantasia ha sempre immaginato essere così bellissimo in realtà mi ha fatto paura, quando un giorno, tempo fa, uomini cattivi mi hanno trasferito brutalmente in uno di questi luoghi facendone la mia prigione per tanti e tanti giorni». Era il 2 marzo 1987 quando Marco venne rapito e tenuto sull'Aspromonte per 520 giorni. Giorni di paura per tutti, specialmente per il piccolo ostaggio che aveva l'età di Farouk. Ecco la riflessione di Marco: «Uomini cattivi hanno trasformato un dono della natura in una prigione, privandomi della libertà, na- scondendomi nella folta vegetazione, facendosi scudo con Cambiente per raggiungere i loro scopi criminali». A Marco la natura appare davvero matrigna: «Il contatto con la natura dell'Aspromonte, che sui banchi di scuola ho sempre arnmirato è stata per me molto triste; il cinguettio degli uccelli, il belato delle pecore, il ronzio delle zanzare erano rumori lugubri che mi facevano rabbrividire. E oggi il pensiero che un altro bambino viva le mie stesse paure di allora mi fa star male». Chissà se i rapitori di Farouk ascolteranno questa voce, e sapranno meditare sulla lunga paura di un bambino che dopo quattro anni non riesce a dimenticare. Pier Paolo Benedetto «Uomini cattivi hanno fatto della natura la mia prigione per tanti e tanti giorni» r A sinistra il piccolo Farouk che ha oggi la stessa età (8 anni) che aveva Marco Fiora (foto in alto) quando è stato sequestrato e portato in Aspromonte
Persone citate: Kassam, Marco Fiora, Pier Paolo Benedetto
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