Toro-Milan, pax miliardaria

Toro-Milan, pax miliardaria Il presidente dopo aver minacciato di invalidare l'affare si rassegna ad accettare un arrotondamento Toro-Milan, pax miliardaria Caso Lentini chiuso: 4500 milioni in più TORINO. Sorpresa: la guerra del pallone tra Toro e Milan è finita. I rossoneri aggiungeranno ai 14 miliardi pagati per Lentini altri 4500 milioni e Borsano smette di minacciare imbarazzanti rivelazioni su presunte, gravi irregolarità commesse da ambo le parti nello stipulare il contratto dell'affare calcistico degli anni Novanta. L'annuncio è dato dal presidente granata alle 21,40. Un presidente stanco nella voce, avvilito. Al telefono ha raccontato: «Dal Milan, per chiudere una volta per tutte questa vicenda volevamo una contropartita tecnica: cioè, Simone o Donadoni. Però, è stato impossibile averla, quei due giocatori sono stati dichiarati incedibili e sono vincolati da lunghi contratti al club di Berlusconi. Così,, siamo giunti all'accordo finanziario, avremo 4 miliardi e mezzo in più». Borsano ha continuato: «L'intera somma ricavata dalla vendita di Lentini, cioè i 18 miliardi e mezzo, sarà investita sul mercato nel tentativo di sostituire in modo degno Lentini. Certo, non sarà facile trovare validi sostituti e il tempo è poco. Crippa? Beh, sì, il centrocampista napoletano ci starebbe bene. Vedremo». Prima che riattaccasse c'è stato il tempo per provare ad indagare superficialmente su quanto ha reso alle casse granata la partenza di Lentini: 18 miliardi e mezzo non paiono una grande cifra. Borsano non ha voluto parlare del presunto anticipo di 7 miliardi che il Milan gli avrebbe versato a marzo. Ha, invece, garantito: «Il Toro è mio» al cronista che gli riportava i sussurri del mondo del calcio: «Il presidente torinista ha ceduto la maggior parte delle azioni». Lei s'è denunciata sostenendo di aver firmato in epoca proibita dai regolamenti, cioè a marzo, il preliminare d'accordo per la cessione di Lentini. Adesso, che cosa accadrà? «Sarò sospeso, forse multato». Sta trattando la vendita del Torino? «Per ora no, ma sono deluso, potrei anche andarmene». Nessuno s'è fatto avanti? «Tempo fa ci fu un'offerta di Calieri. Offerta lasciata cadere subito». Borsano ha ancora aggiunto, forse senza rendersi conto che alla luce dei fatti la frase è quanto meno ricca di ironia: «Nessuno dei giocatori verrà venduto». Alla telefonata Borsano ha fatto seguire un comun ciato Ansa in cui sono ribaditi i concetti principali e si legge un passo stupefacente: «Tenuto conto delle difficoltà di un reinserimento di Lentini nella nostra squadra i legali rappresentanti di Torino e Milan sono addivenuti all'accordo...» Accordo trovato dopo una giornata di discussioni nello studio di Angelo Moriondo, commercialista del padrone torinista. Da un lato il luogotenenete di Berlusconi, Galli ani, ad offrire soldi o due giocatori, Serena e Carbone (non è chiaro se a titolo definitivo, in comproprietà o in prestito). Dall'altra, il fiduciario granata a chiedere la punta Simone o Donadoni, l'unico giocatore in grado di colmare il buco scavato dalla partenza di Lentini. Carbone non interessa, il Toro abbonda di centrocampisti. Men che meno interessa il vetusto Aldo Serena che già nel 198485 vestì il granata (era in prestito) per una stagione: al termine di quel campionato in cui il Toro giunse secondo, l'attaccante passò alla Juve, il trasferimento fu il tormentone del mercato e mandò i tifosi torinisti a prote- stare sotto la sede, seppur in maniera meno violenta di adesso. Poi, a sera si è addivenuti all'intesa puramente finanziaria. Che, di sicuro, non appare soddisfacente ma, almeno, prova che Borsano qualche ragione per fare la voce grossa l'aveva. Che il club rossonero, forte dell'acquisto di Lentini sancito da un contratto con tutte le firme necessarie al posto giusto, abbia accettato di scendere a patti significa che non si sentiva poi così sicuro di essere nella ragione: significa, soprattutto, che dalle rivelazioni minacciate dal presidente tori¬ nista aveva qualcosa, o molto, da perdere. Questa storia in cui tutti hanno guadagnato in soldi e perso in immagine sembra finire qua. Intanto, è circolata la voce che Gian Mario Rossignolo, 60 anni, presidente della Zanussi, proprietario della Seleco e fresco padrone della Brionvega, amico di Berlusconi, produttore dei decodificatori della pay-tv e tifosissimo granata, vorrebbe comprare il Torino. Voce non confermata da Rossignolo, all'estero e da nulla comprovata. Claudio Giacchino La richiesta granata era di avere Simone oppure Donadoni; con i soldi ricevuti ora si cercherà un'alternativa Nella foto a destra Borsano presidente del Torino dal 1989; le vicende di questi giorni lo indurranno ad andarsene? Lentini (a sin.) a questo punto è davvero del Milan; Galliani (sotto) ha concluso ieri l'operazione

Luoghi citati: Lentini, Torino