Che cuore, quella ragazza di Masolino D'amico

Che cuore, quella ragazza L'atto unico «Sunshine» di Mastrosimone in scena a Spoleto Che cuore, quella ragazza Fascinosa Mariangela D'Abbraccio nel ruolo della prostituta buona SPOLETO DAL NOSTRO INVIATO Dopo averci riproposto l'altro giorno una coppia in crisi, il 35° Festival dei Due Mondi ci invita a rinnovare un'altra vecchissima frequentazione rispolverando nientemeno che l'immarcescibile personaggio della Puttana di Buon Cuore. Veramente Sunshine, protagonista dell'omonimo atto unico dell'oriundo William Mastrosimone, non si vende fino in fondo, nel senso che non si lascia toccare dai clienti. Ma in armonia con i tempi attuali, nei quali il rapporto fisico spaventa (in questo senso l'Aids costituisce un alibi addirittura benvenuto), e l'autoerotismo dilaga (è appena uscito il bestseller «Vox» di Nicholson Baker, sulle telefonate spinte a pagamento), questa giovane donna, che in altri tempi lavorerebbe in un bordello, si esibisce in un «peep show»: ossia dietro il riparo di un vetro invalicabile titilla a tassametro clienti che possono dirle e farle fare qualunque cosa, purché continuino a infilare dollari nell'apposita fessura. Nel primo dei tre quadri di cui consiste il lavoro, Sunshine estorce abilmente denaro a un giovane sprovveduto, che guardandola si masturba. Nel secondo e molto più lungo, piomba inopinatamente nel quartierino di un infermiere di ospedale, in¬ seguita dal violento marito che l'ha percossa. L'infermiere sia pure a malincuore le fornisce un momentaneo rifugio, le cura il ginocchio sbucciato, ascolta le sue confidenze e finisce per confessarlesi: è separato dàlia moglie, ma spera di raggiungerla nel Nuovo Messico per una breve vacanza che potrebbe rilanciare il rapporto. Non vincete nulla se a questo punto avete già indovinato che l'umanità della svampita ma sincera Sunshine finirà per conquistare il burbero paramedico. Questi, è vero, commette la gaffe di allungare prematuramente le mani, mettendo in fuga la donna. Ma nel terzo e ultimo quadro va a Canossa, ossia si presenta al «peep show» intimandole al di là del vetro di piantare tutto e seguirlo. £ Sunshine obbedisce. L'astuto, ma non troppo, Mastrosimone (che anni fa suscitò curiosità con «Extremities», filmato con Sarah Fawcett - titolo italiano, «Oltre ogni limite» storia di una ragazza che sfuggita a un tentativo di stupro, immobilizzava il violento e si accaniva su di lui) ravviva la frusta situazione descrivendo qualche piccola eccentricità; per esempio Sunshine tiene a casa come animale domestico un'aragosta, e rompe definitivamente col marito quando costui dopo una lite la mette in pentola. Grazie a trucchetti del genere, e a un dia- logo non privo di vivacità, gli 80' del lavoro scorrono senza fatica. Direi comunque che l'interesse di quanto rimane visibile al Teatro delle Sei fino all'I 1 luglio risiede quasi tutto nella confezione. Molto buona la regia di Marco Mattolini, autore anche di una traduzione nello stile dei doppiaggi («abbi cura di te», «dacci un taglio», ecc.), e veramente eccellente la soluzione scenica di Alessandro Chiti, grande specialista dei piccoli spazi, sia per la vetrina con la ragazza in mostra, mostrata prima da un lato poi dall' altro, sia per l'interno iperrealista con la monocamera del single. Apprezzabile, soprattutto, la recitazione dei tre attori: Mario Mazzarotto che è lo studente imbranato; Massimo De Rossi, che suggerisce con garbo l'ispida solitudine di un uomo che professionalmente ha familiarità col dolore altrui; e l'attesa Mariangela D'Abbraccio, fascinosa porno vamp quando è dietro il vetro di separazione, ma poi spiritosa e plausibile quando fa la ragazzotta stravagante ma piena di buonsenso e tenacemente, perfino commoventemente attaccata alla vita. Con valido mestiere insomma si è portato al successo, almeno la sera della prima, un testo che forse non meritava tanta fortuna. Masolino d'Amico 35* SPOLETO FESTIVAL Mariangela D'Abbraccio è la ragazza «peep show» nell'atto unico di William Mastrosimone in scena fino all'I I luglio a Spoleto

Luoghi citati: Canossa, Messico, Spoleto