Gòbbels, gli ultimi diari

Göbbels, gli ultimi diari Li pubblicherà sul «Sunday Times» Irving, responsabile del falso scoop su Hitler Göbbels, gli ultimi diari Dal '41 in poi: scoperti a Mosca LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La prima completa versione dei diari di Joseph Gòbbels, il ministro della Propaganda hitleriana, è stata scoperta negli archivi di Mosca dove era rimasta sepolta per mezzo secolo. L'eccezionale ritrovamento si deve a un team di storici tedeschi dell'Università di Monaco. Ma sui diari è riuscito a mettere le mani anche David Irving, lo storico inglese di notorie simpatie naziste che ne curerà prossimamente la pubblicazione in esclusiva sul Sunday Times. Proprio questo settimanale fu vittima di un colossale bidone quando nel 1983, su suggerimento di Irving, pubblicò i «diari segreti» di Hitler, che si rivelarono un clamoroso falso. Ma questa volta il materiale è stato studiato e autenticato dai ricercatori tedeschi. E Irving, sorpreso a Mosca da un intraprendente cronista dell'Jndependent, ha dichiarato giubilante: «Torno a Londra portando con me la soluzione dei maggiori misteri del Terzo Reich e della seconda guerra mondiale». In realtà qualche volume delle memorie di Gòbbels è già stato pubblicato negli anni passati dall'Istituto di storia contemporanea di Monaco di Baviera. Ma il diario già noto si arrestava al luglio del '41, poco dopo lo scoppio della guerra. Salvo qualche isolato «spezzone» ritrovato dagli storici, tutti i retroscena vissuti in prima persona e in presa diretta dal più fido collaboratore di Hitler dalla annessione tedesca all'invasione della Cecoslovacchia all'inizio della guerra - erano rimasti finora sconosciuti. Questo materiale potrebbe colmare le ultime lacune nella storia della Germania hitleriana e del tempo di guerra: infatti Gòbbels aveva condiviso la sorte del Fuhrer dagli Anni Venti fino al tragico epilogo nel bunker berlinese dove si uccise insieme con la moglie e i cinque figli il 29 aprile del '45, ed era a conoscenza di tutti i segreti e gli orrori del nazismo. Il ministro della Propaganda aveva cominciato a- scrivere il suo diario ogni giorno a partire dall'estate del '24 fino a due giorni prima della morte, nel clima di sfacelo del Terzo Reich. E aveva ordinato che fosse diligentemente riprodotto in «microfiches». I ricercatori tedeschi guidati dal professor Elke Fròhlic, seguiti a ruota da Irving, hanno messo le mani su 92 piccole scatole gialle allineate in uno scaffale dell'archivio di via Viborskaya dedicato a Gòbbels. E quando le hanno aperte trattenendo il fiato hanno trovato tutte le «microfiches», sepolte per mezzo secolo e vanamente ricercate dagli storici di tutto il mondo. Gli archivisti russi non si erano curati di scoprire, in tanti anni, il contenuto delle scatole gialle. I tedeschi hanno cercato di comprarle, ma il direttore dell'archivio moscovita si è opposto perché quei documenti sono «a disposizione gratuita di tutti gli storici». Ai ricercatori di Monaco è a David Irving non è rimasto che rinchiudersi per giorni negli uffici di via Viborskaya per decifrare la minuta grafia di Gòbbels e fotocopiare tutte le pagine. Che cosa contengano questi diari del gerarca non è dato sapere. Sia ì tedeschi sia lo storico inglese tacciono. Specialmente Irving, che si è assicurato un contratto miliardario per cederli al Sunday Times. Ma la partecipazione del discusso studioso alla decifrazione dei diari di Gòbbels ha innescato violente polemiche a Londra, dove si sospetta fortemente della sua obiettività. Lo storico «revisionista» è il beniamino della destra europea, e nei giorni scorsi le autorità italiane lo hanno respinto a Fiumicino, impedendogli di partecipare a un raduno di neonazisti romani. Che cosa proclama, Irving? In sintesi, ha negato tenacemente per anni che Hitler fosse a conoscenza dei campi di sterminio nazisti e che fosse responsabile dell'olocausto nelle camere a gas di sei milioni di ebrei. Sosteneva che Himmler organizzò lo sterminio di massa senza metterne al corrente il Fuhrer. Ma negli ultimi tempi Irving è stato costretto a «ammorbidire» un po' le sue stupefacenti tesi. Non tanto, comunque, da guadagnarsi il rispetto degli altri storici e della Comunità ebraica internazionale che lo considera un nemico insidioso. Ieri a Londra un portavoce della Comunità ebraica inglese ha affermato: «E' incredibile che a un razzista falsificatore come Irving siano stati messi a disposizione dei documenti che lui utilizzerà per distorcere la verità storica, per negare uno dei più orribili eventi che abbiano mai macchiato la storia dell'umanità». E subito una folla di dimostranti ha sfilato dinanzi alla casa dello storico neonazista inalberando cartelli di protesta. Ma l'emozione non si limita alla Comunità ebraica. Protestano anche gli storici inglesi: lord Trevor Roper ha descritto David Irving come «una persona sinistra. E' certo un abile ricercatore, ma non per questo è rispettabile. Non lo avrei scelto di sicuro per questo lavoro». Più sfumato, Peter Pulzer, storico del Terzo Reich all'Università di Oxford: «Irving ha certamente un punto di vista partigiano, favorevole al nazismo. Ma ha anche una profonda esperienza e i diari di Gòbbels, pur viziati dal suo peccato originale, potrebbero darci notizie preziose». Forse invidioso del prevedibile e miliardario successo di Irving, Connie Kujau ha detto: «Questo materiale ha un valore storico secondario. Ma con questo colpo, Irving vuol diventare 1 erede di Oswald Mosley, il leader dei fascisti inglesi». Paolo Patrono Protestano a Londra gli esponenti ebrei: quei documenti eccezionali in mano a un filonazista Lo storico David Irving, che avvalorò i falsi diari di Hitler, ora pubblicherà quelli di Gòbbels