Genova invoca un «castiga-camalli» di Franco Giliberto

Genova invoca un «castigo-camalli» Oggi arriverà il neoministro Tesini, la Cee ribadisce il ruolo strategico del porto ligure Genova invoca un «castigo-camalli» Nasce un comitato anti-monopolio «Ripristiniamo il liberò mercato» OENOVA DAL NOSTRO INVIATO Arriverà stamane in città Giancarlo Tesini, ministro de della Marina mercantile, e tutti si chiedono se sarà un ministro castiga-camalli, se davvero il presidente del Consiglio Giuliano Amato lo ha invitato a considerare la funzionalità del porto di Genova come una «priorità» per il nuovo governo. Ma Tesini è fresco di nomina e prima di pronunciarsi vorrà sapere, ascoltare, capire. L'appuntamento è in Prefettura con i rappresentanti degli enti locali e del mondo imprenditoriale che gU illustreranno la situazione, in poche parole così riassumibile: nessuno tollera più l'inefficienza e il declino del porto (che ancora ieri la Ceé ha definito strategico) attribuiti al monopolio che esercita la Compagnia degli scaricatori. U ministro giunge in città mentre s'infiamma d'acchito, per l'ennesima volta, anche il dibattito suU'ormai avanzata costruzione del porto di Voltri. Si tratta di un'area di un milione di metri quadrati, più della metà destinati a terminal. Otto sono le aziende titolari dei lavori, e oggi le rinnovate polemiche riguardano i materiali di riporto, sospetti d'essere in parte tossici, usati per ricavare l'enorme terrapieno; oltre alle canalizzazioni in varia misura mancate di alcuni scarichi fognari e di quattro fiumiciattoli a cielo aperto. Balenano i soliti pasticci all'italiana, se ne capirà di più nei prossimi giorni. Da Roma, Tesini ha chiesto ieri che gli si prepari un rapporto di massima anche su questa vicenda. ' Ma all'ordine del giorno in Prefettura rimane la questione dei camalli: sindacati di categoria in rappresentanza dei lavoratóri portuali, armatori è operatori marittimi hanno, un tavolo 'di trattative àncora, aperto nella sedè dell'Associazione industriali. Al ministro saranno presentate le varie posizioni, che sono di principio e irrinunciabili secondo la gran parte degli armatori, dei «terminal opera¬ tore», degli spedizionieri e degli agenti marittimi, tutti in assoluto contrasto con la Compagnia unica degli scaricatori. Una affollata riunione costitutiva del Comitato «Genova porta d'Europa», tenutasi ieri, ha dato la misura di quanto vasto sia il fronte degli oppositori dei camalli. I rappresentanti di oltre quaranta diverse associazioni genovesi - da quelle strettamente collegate alle attività marittime, fino ai commercianti, agli artigiani, agli avvocati, agli autotrasportatori, ai farmacisti, alle donne imprenditrici, ai giovani industriali, ai commercialisti - hanno siglato un durissima dichiarazione d'intenti. Nel documento, che ha anche ottenuto l'adesione di categorie economiche di Milano, Torino e Bologna, è annunciata la volontà di sbloccare la situazione del porto e l'azione pesantemente ostruzionistica della Compagnia unica degli scaricatori. Vi si legge: «Lo scontro scatenato a Genova non può essere contrabbandato come un conflitto per la difesa del posto di lavoro. Si tratta invece di una pervicace volontà della Compagnia unica, che pretende di imporre ad altre imprese il proprio dominio incontrastato sul porto e rivendica per sé la stessa libertà di auto-organizzarsi che nega agli altri. I vari imprenditori non hanno l'obiettivo di scacciare o schiacciare nessun soggetto portuale. Vogliono soltanto ciò che è regola m tutta Italia: un sistema di libero mercato e di concorrenza, l'unico in grado di garantire la piena trasparenza dei comportamenti. Si tratta di un diritto, che tuttavia è calpestato con reati penali continuati». Il quadro giuridico a cui gli imprenditori fanno riferimento riguarda soprattutto la sentenza dell'Alta corte della Cee del dicembre 1991, che abolisce il monopolio del lavoro portuale, sentenza immediatamente applicabile e prevalente sulle norme nazionali. Il Comitato «Genova porta d'Europa» ribadisce che vari giudici italiani hanno riaffermato il vincolo posto dalla Cee, che esiste un parere del Consiglio di Stato nello stesso senso, che anche l'Autorità garante della legge antitrust ha dichiarato illegali i monopoli di porto. E che infine lo stesso Consorzio ha emesso ordinanze anti-esclusiva del lavoro di carico e scarico, ordinanze che hanno valore di legge. E, al di là dell'azione intrapresa dal pretore contro una ventina di sindacalisti e di camalli che nei giorni scorei avevano vanificato il viaggio inaugurale del traghetto per camion Voi tri-Sicilia, anche il Consiglio comunale si è pronunciato contro le prepotenze. Franco Giliberto Parlde Satini «console» dei camalli, gii uomini della Compagnia unica degli scaricatori del porto di Genova (nella foto grande) Attilio Oliva, presidente dell'Associazione industriali di Genova e presidente della Finmare

Persone citate: Attilio Oliva, Giancarlo Tesini, Giuliano Amato, Tesini