Craxi, «troppi finanziamenti illegali» di Alberto Rapisarda

Craxi, «troppi finanziamenti illegali» Il segretario del psi alla Camera: rivediamo la legge, il sistema non deve saltare così Craxi, «troppi finanziamenti illegali» «Ma chi può tirare la prima pietra?» ROMA. I partiti che hanno un apparato, anche piccolo, «hanno fatto ricorso all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale» e se questa materia deve essere considerata come un crimine «allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale». Queste cose dice Bettino Craxi nell'aula di Montecitorio lasciando tutti a bocca aperta. Perché il capo del psi sta riconoscendo quel che l'opinione pubblica già rimugina da tempo, ma sta anche proponendo i rimedi agli altri partiti, anch'essi coinvolti nella scandalosa storia delle tangenti. «Nessun partito è in grado di scagliare la prima pietra» avvisa Craxi descrivendo il sistema che è derivato dalla degenerazione della gestione del potere. E' una occasione importante e, forse, anche storica. Il dibattito sulla fiducia al governo diventa un dato accessorio. Nell'aula di Montecitorio si sta svolgendo la tanto attesa seduta di autocritica sulla «questione morale», quella che in molti dubitavano che ci sarebbe mai stata. Capo del partito più colpito dagli scandali emersi a Milano, Craxi decide di reagire con quella che pare una sortita disperata. Ma non dei soli socialisti. Nel mondo della politica c'è netta la sensazione che se un rimedio c'è, va cercato subito. E' il sistema fondato sui partiti che Craxi difende contro una qualche altra cosa che potrebbe assumere connotati autoritari. Occhetto tace su questo e pare dare un silenzio-assenso, Forlani sembra condividere l'analisi. Un finanziamento illegale, per quanti giudizi negativi possa comportare, sostiene il segretario del psi, «non è e non può essere considerato ed -utilizzato da nessuno come un esplosivo per far saltare un sistema, per delegittimare-una classe politica, per creare un clima nel quale di certo non possono nascere né le correzioni che si impongono, né un'opera di risanamento efficace, ma solo la disgregazione e l'avventura». «La vera novità di questo dibattito - ammetterà più tardi il liberale Battistuzzi - è che Craxi dice che, sulla questione morale il re è nudo e che questo è un sistema basato sull'illegalità». «Un discorso coraggioso e per certi versi autocritico. Ammette che i peccati sono peccati» commenta il socialista Signorile. Ma altri giudicano l'intervento di Craxi «una leonina chiamata di correo» (pri e msi). Rifondazione comunista dice che Craxi ha voluto giustificare il fenomeno della corruzione politica e la Rete gli dice che qualcuno può ben scagliare la prima pietra non avendo nulla a che fare con la corruzione. In realtà, c'è dell'altro nell'autodenuncia di Craxi. C'è una apertura alla riforma elettorale, che pare convinta, e che per i tempi e le soluzioni abbozzate lo pone assai vicino alla de e al pds. Il segretario del psdi, Vizzini, spiega quel che i maggiori partiti hanno capito e, a quanto pare, anche Craxi. E cioè, «d'ora in poi bisognerà andare alle elezioni presentandosi ai cittadini con maggioranze chiare» e che «è finita la stagione in cui i partiti chiedevano mandati in bianco e non indicavano con quali partiti si sarebbero alleati, in nome della politica delle mani libere». Insomma, saremmo alla fme della politica craxiana basata sullo stare tra de e pei. Di certo, il segretario socialista dice che bisogna porre mano «subito» alla riforma elettorale guar¬ dando un po' alle democrazie europee e un po' alla tradizione italiana. Ovvero, dosare sistema maggioritario e proporzionale. Il lavoro costituente è visto da Craxi come occasione per «allentare le rigidità» e il risultato potrebbe anche favorire la «promozione di nuove associazioni tra i partiti e più strette alleanze». Potrebbe, cioè, nascere la «federazione» della sinistra di cui ha parlato ieri Occhetto per arrivare insieme alle elezioni riformate. «Non si tratta di trovare l'unità sotto bandiere ideologiche o egemonie di partito» ha garantito il segreta- rio del pds. E, guardando oltre il governo Amato giudicato «deludente», Occhetto assicura che con l'opposizione «responsabile» e costruttiva di oggi il pds prepara la nuova sinistra di governo di domani. Di mezzo c'è la riforma del sistema elettorale che dovrebbe penalizzare i partiti minori favorendo le alleanze chiare. E Arnaldo Forlani, con decisione, invita ad occuparsi di riforme rapidamente. «Sarebbe un errore fatale attestarsi su una linea meramente difensiva, senza procedere alle revisioni necessarie nelle forze politiche, nelle istituzioni, nella assemblee elettive». Va affrontata la moralizzazione della vita pubblica, dice come Craxi, vanno «rimosse le incrostazioni partitocratiche». La riforma elettorale dovrà introdurre «correttivi maggioritari perché la spinta alla frammentazione è incontenibile». Infine, La Malfa si è mostrato ieri più freddo del previsto verso Amato, rinfacciando ai partiti della maggioranza di non avere speso «una parola di autocritica sul governo Andreotti». Alberto Rapisarda Forlani chiede subito le riforme La Malfa più freddo verso Amato Bettino Craxi (nella foto grande) durante l'intervento alla Camera Qui accanto. Achille Occhetto Sotto, Giorgio La Malfa

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