Quando il portaborse porta i guai di Filippo Ceccarelli

Quando il portaborse porta i guai Quando il portaborse porta i guai Da Freato a Sguazzi, passando per Rocco Trave I PRECIDENTI degl'i amTci SROMA EGRETARI sospettati, chiacchierati, processati, incarcerati, insomma nei guai. E allora, quando accade - e accade spesso - deve essere brutta per un politico non poter dire, con sollievo: «Quello? E chi lo conosce?». Fosse il primo, nella recente storia italiana, il caso SguazziGoria. Quello cioè di un collaboratore, anzi nello specifico di un «ex» ormai in carriera, che un brutto giorno ha a che fare con la giustizia e per forza di cose finisce per coinvolgere chi è stato il suo capo. Aiuto, mi duole il braccio destro. Abbondano di segretari le cronache degli scandali piccoli e grandi. Segretari lesti e spregiudicati che mettono nei pasticci i loro superiori (innocenti). Ma anche, evidentemente, segretari incolpevoli che fanno da parafulmine e magari, eroici militi quasi ignoti, s immolano per salvare la carriera dei «lo¬ ro» principali politici (svelti e voraci). La coppia, comunque, non si separa. E anche al di là degli atti giudiziari il discredito, sia pure per allusioni e strizzatine d'occhio, colpisce a distanza di anni. Fino all'esempio limite dell' inguaiamene postumo (e anche un po' ingeneroso) che nella vicenda dei petroli bis (1980-81) vide il nome di Aldo Moro accanto a quello del suo potentissimo factotum Sereno Freato. Senza andare troppo indietro, la casistica dei coinvolgimenti eccellenti può partire dall'affare «Caproni-danni di guerra». Qui lo scandalo lambisce Dario Crocetta, il principale collaboratore di Emilio Colombo, oltre che Gilberto Bernabei, un uomo di cui Andreotti da allora è costretto a privarsi. Si continua, è il 1975-76, con operazioni poco chiare su certe casette prefabbricate all'indomani del terremoto del Friuli. Dato che il suo segretario particolare è inquisito, ci rimette il posto di sottosegretario all'Interno Giuseppe Zamberletti. Lo scandalo Lockheed, 1976 e seguenti, colpisce di striscio Rumor, il cui assistente, Terse Ulissi, ha concesso il passaporto diplomatico a Camillo Crociani. E, in pieno, il socialdemocratico Tanassi, ma solo dopo che le indagini si sono strette sul suo segretario Bruno Palmiotti. Né l'uno né l'altro, comunque, si difendono chiamando in causa i superiori politici. Così avviene più o meno an- che ai tempi (1961) della P2, quando si registra una vera e propria ecatombe di collaboratori illustri nella de, nel psi e nel governo. Con la netta sensazione che Celli, che conosce bene l'ambiente essendo stato a suo tempo portaborse, di un onorevole de, avesse arruolato nella sua loggia segreta ministri e parlamentari per interposto segretario. Nel giugno 1987 il disonore si abbatte sull'accoppiata Signorile-Trane. Ristrutturazione dell'aeroporto di Venezia. Il cali po della segreteria del ministro dei Trasporti finisce in carcere, e da allora per il leader della sinistra («ferroviaria» si maligna ancora oggi) la strada del governo sembra preclusa. Gli ultimi due casi di collaboratori che in qualche modo mettono nei guai figure politiche di rilievo riguardano il socialista De Michelis e il democristiano Bernini. Il primo ha da sempre come capo della segreteria Giorgio Casadei, raggiunto nell'aprile scorso da un avviso di garanzia del sostituto procuratore di Venezia Nelson Salvarani per un affare di appalti sui lavori dell'autostrada Serenissima. La stessa inchiesta che poco più di un mese fa ha portato in carcere Franco Ferlin, già capo di gabinetto dell'ex presidente della Regione Veneto. Un'ombra che probabilmeute ha tagliato mori Bernini dalla corsa a un'altra poltrona da ministro. Filippo Ceccarelli 1 Da sinistra l'esponente socialista Claudio Signorile e Rocco Trane

Luoghi citati: Friuli, Venezia