Fiori d'arancio sulle liti dc

Fiori d'arancio sulle liti dc Tutti i leader al matrimonio, Forlani abbraccia l'ex ministro e anche Cossiga va al brindisi nella sua villa Fiori d'arancio sulle liti dc La figlia di Pomicino riunisce il partito ROMA. In prima fila c'è un uomo solo. Davanti all'altare, seduto su di una sedia rivestita di seta bianca, Oscar Luigi Scalfaro prega. Due file più dietro, Giulio Andreotti e Nino Cristofori chiacchierano. Le luci sono ancora spente e nella chiesa vuota le voci di re Giulio e del suo fido ex sottosegretario risuonano e si mescolano ai salmi smozzicati del Presidente della Repubblica. Sono arrivati in anticipo i tre potenti de: mancano venti minuti all'inizio della cerimonia, il matrimonio di Claudia Cirino Pomicino, figlia di Paolo, secondo anno di sociologia, con Antonio Tropeano, titolare di una società finanziaria. Ma non sono arrivati insieme i tre politici. Su di una macchina Andreotti e Cristofori e su di un'altra, qualche minuto dopo, Scalfaro. Un sorriso stirato e un leggero «ciao» è tutto quello che si dicono l'ex presidente del Consiglio e il nuovo Presidente della Repubblica. Poi, ognuno al suo posto. Alle sei e un quarto arriva Arnaldo Forlani. Una stretta di mano calorosa ad Andreotti, gli auguri di tutto cuore a Cristofori che ha una gamba rotta, poi al trio si aggiunge la moglie di Pomicino, la signora Wanda, bellissima in un vestito di tulle di seta color verde acido. In testa un raffinato cappello color champagne con una veletta che le nasconde leggermente il viso. Non farle i complimenti è impossibile, e Forlani esibisce tutta la sua galanteria. Quando poi sa che la si- gnora Wanda ha curato personalmente l'addobbo della chiesa con l'aiuto di un amico di famiglia, il coreografo Jean Paul Troili, il segretario della de rimane quasi senza parole. Poi, il suo sguardo cade sulla figura solitaria in prima fila. Chiede scusa con garbo, raggiunge il Presidente della Repubblica e gli si siede accanto. Alle sei e venticinque arrivano insieme Ciriaco De Mita, presidente della de, e Nicola Mancino, neoministro dell'Interno e grande amico di Ciriaco. Vanno subito a sedersi accanto a Forlani e Scalfaro, anche perché intanto Andreotti si è spostato accanto all'altare. Alle sei e mezza arriva Giovanni Spadolini. Fa il gesto di se¬ dersi dietro, ma lo accompagnano in prima fila. Prova a sedersi sull'unica sedia rimasta libera, all'estremità opposta di Scalfaro, ma Forlani, De Mita e Mancino scattano in piedi e non riprendono posto se non quando il Presidente del Senato si è accomodato accanto a Scalfaro. Le 18 e trentacinque: la chiesa di San Sebastiano sull'Appia Antica è quasi piena. Sono arrivati uno dopo l'altro anche Biagio Agnes, Enzo Scotti, Gerardo Bianco, Franco Nobili, due socialisti, Rino Formica e Gianni De Michelis e l'imprenditore napoletano Franco Ambrosio. Anche la sezione dei politici, quella a sinistra dell'altare, è quasi al completo: cinque file di giacché scure interrotte da due macchie, una bianca, la figlia di Formica, e l'altra grigia, la moglie di Agnes. Manca Antonio Gava che arriva in forte ritardo e rimane nelle ultime file. Alle 18 e quaranta Nino Cristofori lancia uno sguardo al suo assistente che gli porta le stampelle. E' il segnale: tutti in piedi, arriva la sposa. L'organo attacca la toccata e fuga in re minore di Bach e sotto 1 riflettori appare uh Paolo Orino Pomicino emùzionatissimo e attentissimo a non rovinare il vestito della figlia: un'onda di veli bianchi confezionati da Sarli. Gli invitati sorridono, un po' commossi, inizia la cerimonia. Il saluto, l'atto penitenziale, l'inno di lode, le letture, il Vangelo e poi l'Omelia. Il cardinale Fiorenzo Angelini si raccoglie un attimo in silenzio, il suo sguardo si ferma prima sugli sposi che sono proprio lì davanti a lui, si sposta sugli amici e i parenti, e infine indugia sulle cinque file di giacche scure dei politici. Poi la predica: «Certamente le persone qui presenti saranno state distratte e non avranno potuto gustare il vero senso del Cantico dei Cantici. E' l'esaltazione dell'amore, l'amore di due innamorati, ma anche l'amore per Dio e le sue leggi...». «Lo so, a volte è impossibile uniformarsi alle Sue regole, eppure è necessario...». «Scusatemi se parlo così, ma è in errore chi crede che un conto è ciò che si dice ed un conto è ciò che, invece, realmente si fa...». E così via, per mezz'ora. Dopo un quarto d'ora De Mi¬ chelis comincia a far scricchiolare la sua sedia e Gerardo Bianco a scambiare biglietti ni con i vicini. Dopo la predica i fatidici sì pronunciati da due voci debolissime e rotte dal pianto. La Marcia nuziale annuncia dopo un'ora abbondante che la cerimonia è finita. Gli oltre duecento invitati si trasferiscono alla villa di Pomicino, due chilometri più in là, sempre sull'Appia Antica. Li attendono l'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga che beve con loro l'aperitivo. E un menù a base di salmone, timballo Regina Margherita, vitello in salsa verde, gelato alla pesca e la torta nuziale tonda e a un unico piano. Poi il brindisi. Flavia Amabile c 4P L'ex ministro Cirino Pomicino assieme alla figlia [foto niccu amorosu-il tempo]

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